La Luce è ovunque… è già lì

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Un gior­no, qua­si 15 anni fa, duran­te uno sta­to di medi­ta­zio­ne deci­sa­men­te non usua­le, spe­ri­men­tai un inse­gna­men­to. Riguar­da­va la Luce.

Fu una del­le espe­rien­ze più bel­le del­la mia vita, in cui mi tro­vai “pro­iet­ta­ta” nel pen­sie­ro la seguen­te frase:

“Vedi? La Luce E’. E’ ovun­que, per sem­pre e da sem­pre. La Luce non deve arri­va­re da qual­che par­te: è già lì. Ovun­que. Quel­lo che man­ca è solo accorgersene.”

Non fu solo una fra­se pro­iet­ta­ta: spe­ri­men­tai in modo let­te­ra­le la cosa, solo che suc­ces­se su un altro pia­no e quin­di, una vol­ta tor­na­to a “que­sta” real­tà, pen­sai che la fra­se fos­se rife­ri­ta alla Luce del­lo spi­ri­to ma poi (e ci sono volu­ti un bot­to di anni per capir­lo) mi resi con­to che non c’è nes­su­na dif­fe­ren­za tra Luce fisi­ca e Luce spi­ri­tua­le. Sono esat­ta­men­te la stes­sa cosa, solo che la pri­ma è quel­la par­te del­la secon­da che pos­sia­mo vede­re con gli occhi fisi­ci. Inci­den­tal­men­te que­sto è il moti­vo per cui ten­dia­mo a distin­gue­re spi­ri­to e mate­ria quan­do in real­tà non c’è dav­ve­ro nes­su­na differenza.

Il pro­ble­ma è dato dal tem­po, una cosa che cam­bia per due moti­vi: la velo­ci­tà e la gra­vi­tà. Più ci muo­via­mo in fret­ta e più il nostro tem­po ral­len­ta e più sia­mo lon­ta­ni da un cen­tro di gra­vi­tà più il tem­po acce­le­ra (non in sen­so per­cet­ti­vo… in sen­so rea­le: lo dice Ein­stein, al pun­to che igno­ra­re que­ste due real­tà fareb­be sba­glia­re la posi­zio­ne a un GPS di parec­chi chilometri).

Pren­dia­mo però solo in pre­sti­to la par­te rela­ti­va alla velo­ci­tà. Ein­stein ci inse­gna che, a velo­ci­tà pros­si­me a quel­la del­la Luce, il tem­po ral­len­ta e, di con­se­guen­za, lo spa­zio si ridu­ce. Se potes­si­mo viag­gia­re a caval­lo di un rag­gio di Luce, il tem­po sareb­be fer­mo e, di con­se­guen­za, lo spa­zio non esisterebbe.

E’ sta­ta pro­prio la let­tu­ra di un libro, “La fisi­ca del dia­vo­lo” di Jim Al-Kha­li­li, a far­mi com­pren­de­re il sen­so di par­te di quel­l’in­se­gna­men­to (per la pre­ci­sio­ne a per­met­ter­mi di tra­dur­re ciò che ave­vo vis­su­to in quel­la dimen­sio­ne con quel­lo che pote­vo com­pren­de­re in questa).

La Luce non spe­ri­men­ta il tem­po. Se un rag­gio di luce ci potes­se par­la­re, ci direb­be che “attra­ver­sa­re l’u­ni­ver­so” per lui è un’e­spres­sio­ne sen­za sen­so, per­chè tra il momen­to in cui par­te e quel­lo in cui arri­va… non c’è tempo.

Per noi però, che ci muo­via­mo a velo­ci­tà non rela­ti­vi­sti­che, quel rag­gio di luce ci met­te 100.000 anni anche solo per attra­ver­sa­re la nostra galas­sia. Per lui, la galas­sia non vie­ne “attra­ver­sa­ta” ma spe­ri­men­ta­ta nel suo insie­me, come tut­to il resto del­l’u­ni­ver­so.

Ecco per­chè… “La Luce è già ovun­que”. Ed ecco per­chè occor­re accorgersene.

Accor­ger­se­ne è pos­si­bi­le quan­do la nostra per­ce­zio­ne si muo­ve a velo­ci­tà più alta. Più velo­ce è la fre­quen­za a cui per­ce­pia­mo, più il tem­po ral­len­ta per la nostra con­sa­pe­vo­lez­za e più lo spa­zio si ridu­ce, per­met­ten­do­ci di abbrac­cia­re un mon­do sem­pre più vasto, men­tre il nostro cor­po e il nostro pen­sie­ro ordi­na­rio si muo­vo­no a mo’ di bra­di­po. Anco­ra una vol­ta, inci­den­tal­men­te è a que­sto che ser­ve la medi­ta­zio­ne: il rilas­sa­men­to, la gestio­ne del­lo stress e tut­to il resto sono solo dei modi per ten­ta­re di fare dige­ri­re la medi­ta­zio­ne alla gente.

Vede­re la Luce ovun­que non è solo un’e­spres­sio­ne poe­ti­ca da “guru for dum­mies” è esat­ta­men­te quel­lo che occor­re arri­va­re a fare, cosa che non è asso­lu­ta­men­te pos­si­bi­le con gli occhi fisi­ci. Ma con altri occhi si.

Svi­lup­pa­re que­gli occhi signi­fi­ca ave­re la pos­si­bi­li­tà di com­pren­de­re que­sto mera­vi­glio­so uni­ver­so in un modo che non è asso­lu­ta­men­te con­ce­pi­bi­le a livel­lo men­ta­le ordinario.

In casca­ta signi­fi­ca poi vede­re que­sto mon­do in un modo che non ha nul­la a che vede­re con quel­lo con cui abi­tual­men­te lo guardiamo.

E vi giu­ro che se potes­si­mo dav­ve­ro veder­lo anche solo mini­ma­men­te in “quel” modo, la vita su que­sto pia­ne­ta cam­bie­reb­be istan­ta­nea­men­te in qual­co­sa che non pos­sia­mo nep­pu­re lon­ta­na­men­te immaginare.

Ci si vede in giro!

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