Quasi tutto quello che arriva dagli Stati Uniti ha da sempre avuto una gran presa sulle persone, sia italiane che non. Mode, abitudini, festività (Halloween non se la cagava nessuno fino a pochi anni fa) ma soprattutto… moralismo! Gli americani, con le eccezioni di regola, sono sempre stati dei moralisti schifosi, bacchettoni all’inverosimile. In più sono anche furbi, di quella furbizia di basso rango ma non per questo meno pericolosa tipica dei bambini.
Ed ecco che da qualche anno, stanno esportando una delle più grandi idiozie della storia, quella che loro chiamano “fiducia” ma che in realtà altro non è che uno dei più subdoli modi per controllare un’altra persona.
Quante volte negli ultimi tempi abbiamo visto film, sceneggiati, soap e serie, in cui ad un certo punto scoppia la sceneggiata della fiducia? Di solito funziona così: due persone che sono legate da amore o amicizia, discutono. Ad un certo punto uno dei due scopre che l’altro gli ha “nascosto qualcosa”. Apriti cielo: “Se vuoi che ti ami /aiuti/siamo amici devo potermi fidare di te…” e già qui chiunque dotato di buon senso dovrebbe farsi venire un bel dubbio “...quindi non mi devi tenere nascosto nulla” e qui siamo all’apoteosi della follia.
Siamo nel mondo dell’assurdo, ma analizziamo le frasi una per una “Se vuoi che ti ami/aiuti/siamo amici”. Passi per il “ti aiuti” ma “Se vuoi che ti ami”??? A me personalmente una persona che dicesse una frase del genere farebbe immediatamente partire un “No grazie e vaffanculo”. Tu puoi volere che io ti ami quanto vuoi ma l’amore non nasce a comando: o c’è o non c’è o lo si sviluppa. Punto.
Ma poi arriva il bello, il momento in cui l’ottenimento della fiducia viene subordinato al fatto che uno deve sapere tutto dell’altro.
Ora, a prescindere dal fatto che la fiducia è tutt’altro, è collegata ad un principio di unità piuttosto elevato e non ha una ceppa a che vedere con quello che intendiamo noi esseri umani, anche per stare solo nel concetto di nostra conoscenza… ma se so tutto di te… dove sarebbe la fiducia? La fiducia sta proprio nel NON sapere ma nel FIDARSI del fatto che l’altra persona fa quello che deve fare con cognizione di fatto.
Richiedendoti di dirmi ogni cosa di te, non solo non mi sto fidando, ma sto instaurando un completo controllo su di te (non puoi nascondermi nulla) ti sto togliendo la tua libertà (qualunque cosa farai potresti perdere la mia fiducia) e ti sto bellamente ricattando (se perdi la mia fiducia allora non ti posso amare).
Il fatto in sé dovrebbe essere altamente ridicolo, se non fosse che ci sono persone i cui strumenti cognitivi limitati le fanno cascare nel tranello, e adottare questo modello comportamentale del tutto idiota, come nel caso di pochi giorni su FB dove sono inciampato in un post davvero allucinante, sostanzialmente scritto da una donna il cui compagno aveva l’abitudine di farle uno squillo col cellulare prima di suonare il citofono alla sera, quando tornava a casa.
Una sera le fa uno squillo ma con il numero nascosto e alè; parte la sceneggiata, perchè secondo la donna lui aveva oscurato il numero prima per chiamare l’amante. Poco importa che il poveraccio manco sapesse di avere il numero oscurato… in pochi minuti lei lo lascia, cacciandolo pure di casa perchè lui “aveva perso la sua fiducia” (e scommetto che il tizio ancora ringrazia Dio per aver scoperto con che persona aveva a che fare).
Ora, a parte l’assurdità di un comportamento simile che, se limitato ad una persona, non sarebbe allarmante, il fatto è che molti commenti erano a favore della donna, da parte di altre donne le quali, giuro, sono ben contento di non conoscere. Ma possibile che non ci rendiamo conto di quanto siano assurdi certi moralismi da meno di quattro soldi?
La verità è che modelli come questo non sono altro che “cavalli di troia” per installare degli autentici virus mentali nella testa delle persone e abituarli alla sudditanza verso qualcuno altro. Una volta che si accetta il concetto del “per avere la mia fiducia non mi devi nascondere nulla”, e quindi la disponibilità ad abdicare completamente la propria individualità, il proprio spazio vitale, la propria identità al bisogno di essere nella fiducia di qualcuno, il passo per rinunciare a tutta la propria libertà in senso lato è breve, anzi, inesistente.
Se accettiamo questo concetto, quando sarà un governo a chiederci di non nascondere nulla di noi, pena l’essere da lui sfiduciati, la nostra reazione, anzi che un “ma vaffanculo” seguito immediatamente dall’emigrazione in altro paese, andrà automaticamente nella stessa direzione delle braghe calate. E non dimentichiamo che i nostri figli questi modelli li assorbono direttamente, sia da noi che da praticamente qualunque media. Non è un mistero che le ultime generazioni di adolescenti vivano in un moralismo assurdo, del tutto fuorviante e castrante. Se non verso noi stessi quindi, almeno verso i nostri figli e coloro che domani saranno alla guida di questo e altri paesi, abbiamo il dovere assoluto di fornire il massimo degli strumenti cognitivi e interiori che possiamo trovare. Non gli ideali da “Amici”, “Grande Fratello” e via via con le puttanate che riempiono i nostri palinsesti.
Occorre svegliarsi e che ci rendiamo contro che il 99% dei valori morali, etici e umani proposti dalla società in cui viviamo, non hanno alcun senso perchè non sono altro che la formalizzazione delle più becere identificazioni e dovremmo evitarli come la peste, sviluppando il nostro personale senso della verità, a seguito della nostra ricerca interiore.
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Fiducia o egoico controllo?
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Quasi tutto quello che arriva dagli Stati Uniti ha da sempre avuto una gran presa sulle persone, sia italiane che non. Mode, abitudini, festività (Halloween non se la cagava nessuno fino a pochi anni fa) ma soprattutto… moralismo! Gli americani, con le eccezioni di regola, sono sempre stati dei moralisti schifosi, bacchettoni all’inverosimile. In più sono anche furbi, di quella furbizia di basso rango ma non per questo meno pericolosa tipica dei bambini.
Ed ecco che da qualche anno, stanno esportando una delle più grandi idiozie della storia, quella che loro chiamano “fiducia” ma che in realtà altro non è che uno dei più subdoli modi per controllare un’altra persona.
Quante volte negli ultimi tempi abbiamo visto film, sceneggiati, soap e serie, in cui ad un certo punto scoppia la sceneggiata della fiducia? Di solito funziona così: due persone che sono legate da amore o amicizia, discutono. Ad un certo punto uno dei due scopre che l’altro gli ha “nascosto qualcosa”. Apriti cielo: “Se vuoi che ti ami /aiuti/siamo amici devo potermi fidare di te…” e già qui chiunque dotato di buon senso dovrebbe farsi venire un bel dubbio “...quindi non mi devi tenere nascosto nulla” e qui siamo all’apoteosi della follia.
Siamo nel mondo dell’assurdo, ma analizziamo le frasi una per una “Se vuoi che ti ami/aiuti/siamo amici”. Passi per il “ti aiuti” ma “Se vuoi che ti ami”??? A me personalmente una persona che dicesse una frase del genere farebbe immediatamente partire un “No grazie e vaffanculo”. Tu puoi volere che io ti ami quanto vuoi ma l’amore non nasce a comando: o c’è o non c’è o lo si sviluppa. Punto.
Ma poi arriva il bello, il momento in cui l’ottenimento della fiducia viene subordinato al fatto che uno deve sapere tutto dell’altro.
Ora, a prescindere dal fatto che la fiducia è tutt’altro, è collegata ad un principio di unità piuttosto elevato e non ha una ceppa a che vedere con quello che intendiamo noi esseri umani, anche per stare solo nel concetto di nostra conoscenza… ma se so tutto di te… dove sarebbe la fiducia? La fiducia sta proprio nel NON sapere ma nel FIDARSI del fatto che l’altra persona fa quello che deve fare con cognizione di fatto.
Richiedendoti di dirmi ogni cosa di te, non solo non mi sto fidando, ma sto instaurando un completo controllo su di te (non puoi nascondermi nulla) ti sto togliendo la tua libertà (qualunque cosa farai potresti perdere la mia fiducia) e ti sto bellamente ricattando (se perdi la mia fiducia allora non ti posso amare).
Il fatto in sé dovrebbe essere altamente ridicolo, se non fosse che ci sono persone i cui strumenti cognitivi limitati le fanno cascare nel tranello, e adottare questo modello comportamentale del tutto idiota, come nel caso di pochi giorni su FB dove sono inciampato in un post davvero allucinante, sostanzialmente scritto da una donna il cui compagno aveva l’abitudine di farle uno squillo col cellulare prima di suonare il citofono alla sera, quando tornava a casa.
Una sera le fa uno squillo ma con il numero nascosto e alè; parte la sceneggiata, perchè secondo la donna lui aveva oscurato il numero prima per chiamare l’amante. Poco importa che il poveraccio manco sapesse di avere il numero oscurato… in pochi minuti lei lo lascia, cacciandolo pure di casa perchè lui “aveva perso la sua fiducia” (e scommetto che il tizio ancora ringrazia Dio per aver scoperto con che persona aveva a che fare).
Ora, a parte l’assurdità di un comportamento simile che, se limitato ad una persona, non sarebbe allarmante, il fatto è che molti commenti erano a favore della donna, da parte di altre donne le quali, giuro, sono ben contento di non conoscere. Ma possibile che non ci rendiamo conto di quanto siano assurdi certi moralismi da meno di quattro soldi?
La verità è che modelli come questo non sono altro che “cavalli di troia” per installare degli autentici virus mentali nella testa delle persone e abituarli alla sudditanza verso qualcuno altro. Una volta che si accetta il concetto del “per avere la mia fiducia non mi devi nascondere nulla”, e quindi la disponibilità ad abdicare completamente la propria individualità, il proprio spazio vitale, la propria identità al bisogno di essere nella fiducia di qualcuno, il passo per rinunciare a tutta la propria libertà in senso lato è breve, anzi, inesistente.
Se accettiamo questo concetto, quando sarà un governo a chiederci di non nascondere nulla di noi, pena l’essere da lui sfiduciati, la nostra reazione, anzi che un “ma vaffanculo” seguito immediatamente dall’emigrazione in altro paese, andrà automaticamente nella stessa direzione delle braghe calate. E non dimentichiamo che i nostri figli questi modelli li assorbono direttamente, sia da noi che da praticamente qualunque media. Non è un mistero che le ultime generazioni di adolescenti vivano in un moralismo assurdo, del tutto fuorviante e castrante. Se non verso noi stessi quindi, almeno verso i nostri figli e coloro che domani saranno alla guida di questo e altri paesi, abbiamo il dovere assoluto di fornire il massimo degli strumenti cognitivi e interiori che possiamo trovare. Non gli ideali da “Amici”, “Grande Fratello” e via via con le puttanate che riempiono i nostri palinsesti.
Occorre svegliarsi e che ci rendiamo contro che il 99% dei valori morali, etici e umani proposti dalla società in cui viviamo, non hanno alcun senso perchè non sono altro che la formalizzazione delle più becere identificazioni e dovremmo evitarli come la peste, sviluppando il nostro personale senso della verità, a seguito della nostra ricerca interiore.
Lo ripeto: occorre svegliarsi e di corsa, anche!
Ci si vede in giro!
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