Oggi parliamo della privatizzazione dell’acqua, e di come questa privatizzazione sia a tutti gli effetti, una grandissima puttanata.
Cominciamo a parlare dell’acqua, molto rapidamente: l’acqua la conosciamo tutti, sappiamo tutti che cos’è, sappiamo tutti che l’elemento essenziale per la vita. Non può esserci vita senza acqua, quantomeno la vita come la intendiamo noi, quella organica. Qualunque essere vivente, senz’acqua semplicemente… muore.
Quindi l’acqua è a tutti gli effetti un bene primario, ed è qualcosa che non può, non deve, essere controllato da nessuno. Ma fosse solo per questo, sarebbe il minimo. Il problema è che noi esseri umani ragioniamo sempre in termini limitati alla nostra esperienza di vita, materiale, su questo pianeta. L’acqua infatti, presenta un problema: corrisponde a un principio. Il principio dell’acqua è universale e genera moltissime qualità, come la capacità di mutare per adattamento, solo per citarne una che implica la capacità di trasformarsi, di adattarsi. Ma ce ne sono molti altri: la purificazione, la pulizia e la benedizione, solo per citarne alcuni. L’acqua è un principio di vita; quando nasciamo siamo immersi nell’acqua. E prima, quando siamo immersi nel sacco amniotico, di fatto siamo ancora immersi nell’acqua.
Per questo, ma anche per tantissimi altri motivi che non possiamo enumerare in questo spazio, potremmo definire tutto quello che ha a che vedere con l’acqua, come sacro. Quindi tentare di privatizzare l’acqua, ovvero bloccarne l’utilizzo da parte dell’essere umano, o comunque cercare di gestirlo nei confronti dell’umanità in genere, non è solo una puttanata, non è solo un delitto, è un’autentica opera al nero. Per questo non va fatto.
Nonostante questo vogliamo parlare degli aspetti pratici legati alla privatizzare l’acqua? Dare in mano la l’acqua ad un’azienda privata, solo per fare un esempio, significa che quella stessa azienda non risponderà più al cliente, ma solo ai suoi azionisti. Quindi il cliente (cioè noi) perde la capacità di dire qualunque cosa se, per esempio, l’acqua non gli viene erogata o è di pessima qualità. Il diritto all’acqua è un diritto fondamentale. Tagliare l’acqua un essere umano, o dare l’acqua in mano ad un’azienda privata che farà pagare l’ira di Dio senza che nessuno ne controlli le tariffe, è una puttanata, un’opera al nero, è una schifezza che non va fatta.
Tra le altre cose, nel giugno 2011 più o meno metà degli italiani (quindi 26 milioni di persone), hanno votato un referendum in cui hanno detto: “Col cazzo! L’acqua non si privatizza”.
Ecco, Renzi e il suo governo prendono il referendum 2011 e lo buttano nel cesso, sbattendosene altamente i maroni e privatizzando l’acqua. Aspettiamoci quindi primo o poi il monopolio o la tirannia dell’acqua, perché quando un’azienda privata assume il controllo diretto della distribuzione e della gestione di qualcosa, toglierglielo diventa quasi impossibile, perché abbiamo di mezzo degli accordi legali, delle penalità tali per cui anche per un governo (per giunta inetto come quello italiano) diventa impossibile recedere da un accordo in cui si è conferito il potere sull’acqua a un’azienda privata, senza incorrere in grandissimi casini sia logistici che organizzativi che legali; ma soprattutto economici.
Qual è la soluzione? Beh… molto semplice: non privatizzare l’acqua. Non ce n’è bisogno: il governo racconta che deve privatizzare perché non ha soldi sufficienti a gestire le infrastrutture dedicate alla distribuzione ed alla gestione del patrimonio idrico.
Balle! Bastava comprare due F35 in meno ed ecco che i soldi saltavano fuori; bastava tagliare gli stipendi a quei (lasciamo perdere cosa) che stanno al governo, per trovare i soldi.
Quindi che non mi vengano a raccontare balle. La realtà è che dare il dominio dell’acqua ad aziende private non è altro che un’opera al nero, un’opera contro l’umanità; noi dobbiamo opporci a questa cosa. Come farlo? Non è difficile: basta scendere in piazza, per esempio, basta non stare zitti.
Qual è il problema? Perché non riusciamo a farlo? Perché noi non abbiamo più l’energia per opporci in modo sistematico, pratico, reale alle decisioni inique prese da un governo iniquo, che peraltro nessuno ha mai votato? Lo vedremo prossimamente!
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Privatizzazione dell’acqua: opera al nero
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Oggi parliamo della privatizzazione dell’acqua, e di come questa privatizzazione sia a tutti gli effetti, una grandissima puttanata.
Cominciamo a parlare dell’acqua, molto rapidamente: l’acqua la conosciamo tutti, sappiamo tutti che cos’è, sappiamo tutti che l’elemento essenziale per la vita. Non può esserci vita senza acqua, quantomeno la vita come la intendiamo noi, quella organica. Qualunque essere vivente, senz’acqua semplicemente… muore.
Quindi l’acqua è a tutti gli effetti un bene primario, ed è qualcosa che non può, non deve, essere controllato da nessuno. Ma fosse solo per questo, sarebbe il minimo. Il problema è che noi esseri umani ragioniamo sempre in termini limitati alla nostra esperienza di vita, materiale, su questo pianeta. L’acqua infatti, presenta un problema: corrisponde a un principio. Il principio dell’acqua è universale e genera moltissime qualità, come la capacità di mutare per adattamento, solo per citarne una che implica la capacità di trasformarsi, di adattarsi. Ma ce ne sono molti altri: la purificazione, la pulizia e la benedizione, solo per citarne alcuni. L’acqua è un principio di vita; quando nasciamo siamo immersi nell’acqua. E prima, quando siamo immersi nel sacco amniotico, di fatto siamo ancora immersi nell’acqua.
Per questo, ma anche per tantissimi altri motivi che non possiamo enumerare in questo spazio, potremmo definire tutto quello che ha a che vedere con l’acqua, come sacro. Quindi tentare di privatizzare l’acqua, ovvero bloccarne l’utilizzo da parte dell’essere umano, o comunque cercare di gestirlo nei confronti dell’umanità in genere, non è solo una puttanata, non è solo un delitto, è un’autentica opera al nero. Per questo non va fatto.
Nonostante questo vogliamo parlare degli aspetti pratici legati alla privatizzare l’acqua? Dare in mano la l’acqua ad un’azienda privata, solo per fare un esempio, significa che quella stessa azienda non risponderà più al cliente, ma solo ai suoi azionisti. Quindi il cliente (cioè noi) perde la capacità di dire qualunque cosa se, per esempio, l’acqua non gli viene erogata o è di pessima qualità. Il diritto all’acqua è un diritto fondamentale. Tagliare l’acqua un essere umano, o dare l’acqua in mano ad un’azienda privata che farà pagare l’ira di Dio senza che nessuno ne controlli le tariffe, è una puttanata, un’opera al nero, è una schifezza che non va fatta.
Tra le altre cose, nel giugno 2011 più o meno metà degli italiani (quindi 26 milioni di persone), hanno votato un referendum in cui hanno detto: “Col cazzo! L’acqua non si privatizza”.
Ecco, Renzi e il suo governo prendono il referendum 2011 e lo buttano nel cesso, sbattendosene altamente i maroni e privatizzando l’acqua. Aspettiamoci quindi primo o poi il monopolio o la tirannia dell’acqua, perché quando un’azienda privata assume il controllo diretto della distribuzione e della gestione di qualcosa, toglierglielo diventa quasi impossibile, perché abbiamo di mezzo degli accordi legali, delle penalità tali per cui anche per un governo (per giunta inetto come quello italiano) diventa impossibile recedere da un accordo in cui si è conferito il potere sull’acqua a un’azienda privata, senza incorrere in grandissimi casini sia logistici che organizzativi che legali; ma soprattutto economici.
Qual è la soluzione? Beh… molto semplice: non privatizzare l’acqua. Non ce n’è bisogno: il governo racconta che deve privatizzare perché non ha soldi sufficienti a gestire le infrastrutture dedicate alla distribuzione ed alla gestione del patrimonio idrico.
Balle! Bastava comprare due F35 in meno ed ecco che i soldi saltavano fuori; bastava tagliare gli stipendi a quei (lasciamo perdere cosa) che stanno al governo, per trovare i soldi.
Quindi che non mi vengano a raccontare balle. La realtà è che dare il dominio dell’acqua ad aziende private non è altro che un’opera al nero, un’opera contro l’umanità; noi dobbiamo opporci a questa cosa. Come farlo? Non è difficile: basta scendere in piazza, per esempio, basta non stare zitti.
Qual è il problema? Perché non riusciamo a farlo? Perché noi non abbiamo più l’energia per opporci in modo sistematico, pratico, reale alle decisioni inique prese da un governo iniquo, che peraltro nessuno ha mai votato? Lo vedremo prossimamente!
Ci si vede in giro!
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