Politica, economia, ricerca, medicina: dobbiamo cambiare visione

Per que­sto post pren­do spun­to da una recen­te noti­zia di que­sti gior­ni, riguar­dan­te la cocen­te delu­sio­ne rice­vu­ta soprat­tut­to dal­l’am­bi­to medi­co. Una bam­bi­na, nata sie­ro­po­si­ti­va all’­HIV e sot­to­po­sta ad un trat­ta­men­to anti­re­tro­vi­ra­le pre­co­cis­si­mo e per i pri­mi due anni di vita, era rima­sta nega­ti­va ad ogni ana­li­si per altri due.

La cosa ave­va fat­to spe­ra­re in un qual­che pas­so avan­ti, al pun­to che si sta­va­no appron­tan­do diver­si pro­to­col­li. Pur­trop­po, pochi gior­ni fa, la bam­bi­na è risul­ta­ta nuo­va­men­te posi­ti­va ai test, fat­to che ha avu­to effet­to “doc­cia gela­ta” sul mon­do accademico.

Cer­to, c’e­ra da spe­ra­re. Ma non è successo.

La ricer­ca medi­ca anno­ve­ra tra le sue fila mol­ti ricer­ca­to­ri capa­ci, pre­pa­ra­ti e dal­la men­ta­li­tà avan­za­ta ed aper­ta. Pur­trop­po, però, ne anno­ve­ra mol­ti di più che defi­ni­re bece­ri è far loro un com­pli­men­to. E, come ben sap­pia­mo, si trat­ta di un set­to­re in cui la ricer­ca deve sot­to­sta­re sem­pre agli schi­fo­si det­ta­mi del­le leg­gi di mercato.

In ambi­to poli­ti­co la deca­den­za è tota­le, con capi di gover­no asso­lu­ta­men­te inca­pa­ci di fare quel­lo che dovreb­be­ro e orga­ni­smi di con­trol­lo del tut­to asser­vi­ti a lob­by di pote­re più o meno occul­te. La demo­cra­zia non vie­ne dife­sa, il mora­li­smo spor­ca ogni cosa, ren­den­do mol­ti pae­si che potreb­be­ro esse­re all’a­van­guar­dia dal pun­to di vista socia­le, dei disa­stri sot­to ogni aspet­to; nazio­ni inte­re la cui poli­ti­ca este­ra è uni­ca­men­te asser­vi­ta alla ricer­ca del dena­ro, del pote­re e del pre­sti­gio personale.

Dal pun­to di vista eco­no­mi­co mi pare che non ci sia mol­to da dire: la veri­tà cre­do sia sot­to gli occhi di tut­ti, con un quar­to del mon­do che vive sul­le spal­le degli altri tre quar­ti che intan­to muo­io­no di fame (e nono­stan­te que­sto il quar­to di cui sopra sof­fre comun­que di una for­tis­si­ma cri­si). Vivia­mo in un siste­ma eco­no­mi­co ogni gior­no più vici­no al crol­lo tota­le, gesti­to da pochi per­so­nag­gi e lob­bies sen­za scru­po­li che con­ti­nua­no imper­ter­ri­ti ad agi­re nel­l’u­ni­co nome del­l’in­te­res­se personale.

La natu­ra vie­ne con­ti­nua­men­te vio­len­ta­ta ad ogni livel­lo, come per esem­pio nel­l’al­le­va­men­to indu­stria­le, gra­zie al qua­le, per man­te­ne­re in auge la nostra ama­ta “fet­ti­na”, milio­ni di esse­ri viven­ti con­ti­nua­no ad esse­re sot­to­po­sti a vio­len­ze e sof­fe­ren­ze inaudite.

Nazio­ni come il Giap­po­ne che, dopo aver avu­to la respon­sa­bi­li­tà di un disa­stro glo­ba­le come quel­lo di Fuku­shi­ma, si per­met­to­no pure di con­ti­nua­re la cac­cia alle bale­ne, infi­schian­do­se­ne di ogni divie­to inter­na­zio­na­le (e d’al­tron­de chi glie­lo fa fare di rispet­tar­lo, se nes­su­na san­zio­ne vie­ne comminata?).

L’in­te­ra strut­tu­ra socia­le è al col­las­so ed allo sban­do, con com­por­ta­men­ti cri­mi­na­li o psi­co­ti­ci in aumen­to costan­te­men­te ver­ti­gi­no­so, ali­men­ta­ti, oltre che dal­la men­ta­li­tà cri­mi­na­le, sem­pre meno con­trol­la­ta e con­trol­la­bi­le, da quel­la sem­pre più dif­fu­sa igno­ran­za ed inca­pa­ci­tà ad agi­re che, for­se più di tut­to il resto, ini­zia a fare paura.

Quel­lo che ognu­no di noi DEVE capi­re, è che tut­to que­sto acca­de per­chè con­ti­nuia­mo a voler guar­da­re il mon­do dal pic­co­lo buco di una ser­ra­tu­ra e ad osti­nar­ci a voler cre­de­re che quel­lo che vedia­mo sia quel­lo che esiste.

E’ l’ap­proc­cio che deve cam­bia­re! Le per­so­ne devo­no ini­zia­re a pen­sa­re che quel­lo che san­no è sba­glia­to. E non per­chè diver­se miglia­ia di indi­vi­dui (tra cui anche il sot­to­scri­to, lo ammet­to) con­ti­nua­no a dir­lo con ogni mez­zo, ma per­chè dovreb­be esse­re chia­ro a tut­ti che così come stia­mo facen­do, non sta funzionando!

Fino a che con­ti­nue­re­mo a cre­de­re ad una ricer­ca basa­ta su un meto­do che di scien­ti­fi­co ha poco e nien­te, per­chè tut­to vie­ne misu­ra­to esclu­si­va­men­te in ter­mi­ni stru­men­ta­li e sul­la base di para­me­tri che ven­go­no det­ta­ti uni­ca­men­te da logi­che eco­no­mi­che, even­ti come quel­lo del­la bam­bi­na cita­ta all’i­ni­zio di que­sto post, saran­no sem­pre più all’or­di­ne del giorno.

Fino a che non usci­re­mo dal cir­co­lo vizio­so del­le mul­ti­na­zio­na­li far­ma­ceu­ti­che che anzi­ché gua­ri­re i mala­ti voglio­no curar­li il più a lun­go pos­si­bi­le, non andre­mo da nes­su­na par­te. I sol­di, il dena­ro non dovreb­be­ro poter entra­re né nel­la ricer­ca né nel­la cura del­l’uo­mo. Ma fin­tan­to che i medi­ci per pri­mi non vor­ran­no ripren­de­re in mano la pro­pria mis­sio­ne, la pro­pria arte e la pro­pria vera natu­ra di soc­cor­so agli altri, di stu­dio e di vera ricer­ca, que­sta situa­zio­ne con­ti­nue­rà a deca­de­re inesorabilmente.

Fino a che gli uomi­ni poli­ti­ci con­ti­nue­ran­no a costi­tui­re una casta intoc­ca­bi­le ed irre­spon­sa­bi­le, dedi­ta uni­ca­men­te all’ar­ric­chi­men­to per­so­na­le, sia in ter­mi­ni eco­no­mi­ci che di pote­re, il desti­no del­le nazio­ni non potrà che anda­re ver­so la rovi­na, come sta comin­cian­do a risul­ta­re sem­pre più evidente.

Fino a che con­ti­nue­re­mo ad ali­men­tar­ci in modo pro­fon­da­men­te con­tra­rio a qual­sia­si logi­ca natu­ra­le, sen­za pren­de­re in mano il nostro desti­no e, infor­man­do­ci, stu­dian­do ed impa­ran­do ad ascol­ta­re il nostro cor­po, lo scem­pio del­la natu­ra con­ti­nue­rà in modo incon­trol­la­to ed incontrollabile.

Fino a che con­ti­nue­re­mo a basa­re la nostra evo­lu­zio­ne socia­le su prin­ci­pi fal­la­ci, vola­ti­li ed uni­ca­men­te det­ta­ti dal mora­li­smo, quan­do non dal­la reli­gio­ne, la demo­cra­zia vera non avrà la mini­ma pos­si­bi­li­tà di esistere.

Il tem­po sta sca­den­do, non so se ve ne sie­te accor­ti, e con esso anche le pos­si­bi­li­tà di cam­bia­re dav­ve­ro le cose. C’è solo un modo: ogni per­so­na deve cam­bia­re. Per pri­ma, sen­za aspet­ta­re che que­sto avven­ga pri­ma al vici­no, al com­pa­gno o all’amico.

Sia­mo noi che dob­bia­mo rico­min­cia­re a pen­sa­re, a sen­ti­re, ad ama­re. Per pri­mi. Sia­mo noi che dob­bia­mo rifiu­ta­re ciò che ci fa male e anda­re alla ricer­ca di ciò che inve­ce ci nutre, ci ali­men­ta. E non sto par­lan­do solo dal pun­to di vista fisi­co, ma anche e soprat­tut­to da quel­lo inte­rio­re, spirituale.

Ognu­no di noi è oggi chia­ma­to a pren­de­re in mano la pro­pria vita, ope­ran­do un cam­bia­men­to pro­fon­do, ine­qui­vo­ca­bi­le ed irri­nun­cia­bi­le, che si col­le­ghi a quel­lo che in altri avvie­ne, gene­ran­do una rete, una con­nes­sio­ne a livel­lo globale.

Non so se vi saran­no apo­ca­lis­si o cri­si glo­ba­li. Quel­lo che so, di cui sono sicu­ro, è che mai come oggi ognu­no di noi ha sem­pre di più la respon­sa­bi­li­tà di un suo per­so­na­le, ma pur sem­pre irri­nun­cia­bi­le Arma­ged­don a cui può sce­glie­re di anda­re incon­tro incon­sa­pe­vol­men­te, da bestia, da ani­ma­le da alle­va­men­to, o che può sce­glie­re di evi­ta­re, pro­du­cen­do al pro­prio inter­no una svol­ta evo­lu­ti­va deci­sa, con­sa­pe­vo­le e strutturata.

Gli stru­men­ti li abbia­mo. C’è una sag­gez­za mil­le­na­ria che ci può dare tut­te le rispo­ste che ci ser­vo­no, tut­te le istru­zio­ni per l’u­so di quel­la vita che dovrem­mo ono­ra­re e non disper­de­re nel nul­la, che dovrem­mo impie­ga­re per evol­ve­re noi stes­si e chi ci sta attor­no e non per pre­va­ri­ca­re i suoi dirit­ti e schiac­cia­re le sue liber­tà e la sua dignità.

La scel­ta è per­so­na­le. La con­se­guen­za è glo­ba­le, e con essa la respon­sa­bi­li­tà dei nostri atti.

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