Effetto Placebo: quello che nessuno, o quasi, dice.

Cito testual­men­te dal­l’En­ci­clo­pe­dia Treccani:
Un pla­ce­bo è una sostan­za iner­te o un trat­ta­men­to me­dico sen­za alcu­na pro­prie­tà tera­peu­ti­ca, men­tre l’effetto pla­ce­bo, o rispo­sta pla­ce­bo, è la con­se­guen­za del­la sua som­mi­ni­stra­zio­ne. Tale effet­to con­si­ste in un cam­bia­men­to orga­ni­co o men­ta­le col­le­ga­to al signi­fi­ca­to sim­bo­li­co attri­bui­to a un even­to o a un ogget­to in ambi­to sani­ta­rio.

Oggi l’ef­fet­to pla­ce­bo è rico­no­sciu­to dal­l’in­te­ra comu­ni­tà medi­ca e scien­ti­fi­ca e vie­ne sem­pre tenu­to in con­to quan­do si trat­ta, ad esem­pio, di valu­ta­re l’ef­fi­ca­cia di un far­ma­co. Negli stu­di, infat­ti, ad alcu­ni pazien­ti vie­ne som­mi­ni­stra­to il prin­ci­pio atti­vo, ad altri un pla­ce­bo (cioè qual­co­sa di total­men­te iner­te ma indi­stin­gui­bi­le dal prin­ci­pio in que­stio­ne) e ad altri anco­ra non vie­ne dato nulla.

In que­sto modo, in teo­ria, alla fine del­la spe­ri­men­ta­zio­ne si può cono­sce­re qua­le sia l’ef­fet­to “rea­le” di un far­ma­co al di là di quel­lo pla­ce­bo. Il che, per una vol­ta, mi tro­va com­ple­ta­men­te d’ac­cor­do: se sai cosa suc­ce­de a qual­cu­no che non pren­de nul­la, puoi capi­re qua­le sia l’ef­fet­to pla­ce­bo e, se sai qua­le sia que­st’ul­ti­mo puoi valu­ta­re qua­le sia l’ef­fet­to “ogget­ti­vo” di un farmaco.

Solo che… una cosa non vie­ne mai sot­to­li­nea­ta: l’ef­fet­to pla­ce­bo esi­ste! Ovve­ro, il cor­po, anche solo per il fat­to che la men­te pen­sa che stia­mo per pren­de­re un far­ma­co, una medi­ci­na, ini­zia a met­te­re in atto un pro­ces­so terapeutico.

Ecco… qui sta il noc­cio­lo: la men­te è in gra­do di sca­te­na­re effet­ti fisi­ci che pos­so­no arri­va­re a risol­ve­re (sap­pia­mo benis­si­mo che può suc­ce­de­re) pro­ble­mi anche gravi.

Oggi si ten­de a dare una con­no­ta­zio­ne nega­ti­va all’ef­fet­to pla­ce­bo, cose tipo “è solo sug­ge­stio­ne” etc. etc.

Ma il dato di fat­to che si dimen­ti­ca­no di sot­to­li­nea­re è che la nostra men­te, anche se del tut­to “bra­da”, mec­ca­ni­ca, dise­du­ca­ta e cacia­ro­na, è in gra­do di muta­re la real­tà fisi­ca del nostro cor­po. Fino, in alcu­ni casi, a deter­mi­na­re gua­ri­gio­ne o comun­que miglio­ra­men­to che non sono solo sim­bo­li­ci, ne pura­men­te illusori.

Riu­sci­te a imma­gi­na­re la pos­si­bi­li­tà che può ave­re una men­te diret­ta da una volon­tà coe­ren­te, da un esse­re in gra­do di usar­la e che non ne è schiavo?

I “pote­ri men­ta­li”, le “capa­ci­tà para­nor­ma­li” esi­sto­no e la pro­va scien­ti­fi­ca è pro­prio sot­to i nostri occhi: si chia­ma “effet­to placebo”.

Cos’al­tro vi ser­ve per met­ter­vi alla ricerca?

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