I Sussurri del Lama: collegarsi con energie più elevate

Giun­gem­mo al vil­lag­gio che era tar­da ora e per que­sto il buio ci ave­va qua­si sor­pre­so per stra­da. Con il mio Mae­stro era­va­mo par­ti­ti due gior­ni pri­ma per recar­ci in visi­ta all’a­ba­te di un mona­ste­ro poco distan­te, che ci ave­va fat­to sape­re di esse­re in pro­cin­to di abban­do­na­re il corpo.

Arri­vam­mo alle por­te del mona­ste­ro ben oltre il tra­mon­to e, con­fes­so, ricor­do che all’e­po­ca fui ben feli­ce di tro­var­mi all’in­ter­no del­le mura, alla luce sep­pur fio­ca di qual­che can­de­la. La not­te può esse­re mol­to fred­da in quel­le regio­ni e anche buia.

E insie­me al buio, la pau­ra e i ban­di­ti arri­va­no insie­me. Fu così che, quan­do ven­ne il momen­to di pren­der son­no, que­sto tar­da­va ad arri­va­re, men­tre non riu­sci­vo a stac­ca­re la men­te dal ricor­do del­l’an­sia che mi ave­va pre­so sul sen­tie­ro, solo un paio d’o­re pri­ma. Accan­to a me, inve­ce, il mio Mae­stro dor­mi­va tranquillamente.

Ad un cer­to pun­to lui aprì un occhio e con quel­lo mi fis­sò. Poi disse:

- Dia­mi­ne, T. la tua pau­ra fini­rà per tener sve­glio anche me. -

- Non so che dire, Mae­stro, – gli rispo­si – ades­so non ce l’ho più, ma è come se fos­se anco­ra qui, con me. -

Lui si tirò stan­ca­men­te a sede­re, poi disse:

- Non è la pau­ra ad esser­ti rima­sta addos­so, ma ciò che con essa tro­va il modo di entra­re nel cuo­re degli esse­ri uma­ni. La pau­ra, quan­do non è diret­ta, fa sem­pre da mes­sag­ge­ro per altro. E a que­sto mon­do, “altro” ce n’è sem­pre in atte­sa. Hai addos­so del­l’e­ner­gia spor­ca, T. Liberatene! -

Gli dis­si che ci sta­vo pro­van­do da un po’, ma che non ci riuscivo.

- Per­chè pre­ten­di di far­lo con le tue sole for­ze che, alme­no per ora, non sono affat­to suf­fi­cien­ti. Cre­di ad un vec­chiet­to: è mol­to più pro­ba­bi­le esse­re abba­stan­za debo­li che abba­stan­za for­ti, quan­do si fa da soli. Chie­di aiu­to, col­le­ga­ti con i nostri Fra­tel­li mag­gio­ri. Loro ti daran­no l’e­ner­gia che ti serve. -

Ave­vo solo una pal­li­dis­si­ma idea di cosa potes­se voler dire, ma cer­cai ugual­men­te quel­l’a­iu­to, non riu­scen­do­vi. Il Mae­stro fece un sospi­ro, poi mi spie­gò come fare.

- Chie­di con il cuo­re, T! Non con il pen­sie­ro. E chie­di allo stes­so modo che se stes­si rin­gra­zian­do per un dono rice­vu­to. Chie­di, ma in real­tà affer­ma sem­pli­ce­men­te la tua gra­ti­tu­di­ne per l’a­iu­to ricevuto. -

Così feci, e in un atti­mo sen­tii il mon­do far­si leg­ge­ro come una piu­ma, men­tre il calo­re di un cuo­re com­pas­sio­ne­vo­le scal­da­va il mio, scac­cian­do­ne il fred­do e le tenebre.

Il Mae­stro annuì sor­ri­den­do, men­tre ritor­na­va a sdraiarsi.

Rima­si anco­ra lì, in quel calo­re e attra­ver­so di esso mi sor­pre­si a chie­de­re più luce per que­sto mon­do. Con mio stu­po­re vidi una figu­ra far­si qua­si tan­gi­bi­le nel­l’a­ria davan­ti a me. Era una figu­ra uma­na, appe­na abboz­za­ta ma la sua pre­sen­za era così poten­te e for­te che dovet­ti inchi­nar­mi subi­to, qua­si con urgenza.

Qual­co­sa pas­sò da quel­l’es­se­re a me. Una bene­di­zio­ne for­se, o for­se qual­co­sa d’al­tro: un lega­me si sta­bi­lì, la cui natu­ra ho com­pre­so nei decenni.

Anco­ra oggi, quan­do la stan­chez­za di que­sta lun­ga vita pren­de il soprav­ven­to, se chie­do aiu­to è sem­pre quel­l’es­se­re a giungere.

A por­ta­re sol­lie­vo e luce ma, soprat­tut­to, amore.

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2 Commenti
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Valentina Petrova

grazie.…come scri­ve­re sot­to que­sto articolo,sarebbe urta­re come un gri­do urta nel silen­zio in una came­ret­ta di bim­bo addormentato.…ma come,d’altronde non lascia­re nes­sun accen­no di gra­ti­tu­di­ne dopo aver­lo letto…potessi lascia­re le lacri­me abbon­dan­ti che con­ti­nua­no di sgor­ga­re dal mio cuore,perchè è pro­prio nel cuo­re che è anda­to , cosi d’ improv­vi­so e sen­za ren­der­me­ne con­to… tan­to dol­ce ‚toc­can­te che ha sciol­to il cuo­re indurito…grazie.