Quello che si può leggere sono le emozioni. Il pensiero è troppo volatile, senza consistenza, troppo meccanico ed intrinsecamente inesistente per essere colto.
Ma le emozioni si. Quelle si colgono… nell’istante in cui variano. Il che significa, nel 99% dei casi… in continuazione.
E non è solo una questione di linguaggio del corpo fisico. E’ anche e soprattutto una questione di linguaggio più sottile, di corpi più rarefatti.
In alcuni casi è una questione di volontà, da parte di chi legge, di entrare in unità ed armonia con chi deve essere letto e di apertura, da parte di quest’ultimo, che desidera essere letto in quanto desidera comunicare sé stesso e sa che non c’è altro modo se non farsi ascoltare.
In altri casi si tratta di emozioni così dense, o così improvvise e travolgenti da trasmettersi come un esplosione nell’acqua: impossibile non sentirle.
La sensibilità è la chiave: va allenata costantemente, insieme al desiderio di incontrare l’altro.
Non si leggono i pensieri: si leggono le emozioni. Non sempre, e quasi sempre non abbastanza in profondità. Ma è un inizio, è quello che permette di aiutare qualcuno quando è in difficoltà, anche se spesso poi i suoi stati rimangono dentro per un po’, almeno fino a che non si riesce a distinguerli come stati che non ci appartengono.
Volete leggere nel pensiero? Iniziate con chi amate. E poi… cominciate ad amare qualcuno in più.
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