Questo secondo genere di persone, di solito, è dotato di intelletto e senso critico. Mediamente acculturati, si rendono conto che qualcosa non va, che qualcosa non è, appunto “giusto”, ma abbozzano, assorbono, mandano giù amaro… fino a che non ne possono più.
E di fronte all’ennesima balla, all’ultima assurdità, all’insopportabile quanto evidente iniquità profferita da qualcuno, si incazzano.
E non gliela mandano a dire: gli parlano urlando, incazzati, perchè… NE HANNO IL FOTTUTO DIRITTO!
Un diritto maturato in anni di impotenza, magari scelta consapevolmente o perchè, semplicemente, non si erano accorti di avere una voce, un cuore e un ideale.
Oppure, ancora più semplicemente, perchè ora non hanno più da dare da mangiare ai propri figli.
E allora si incazzano, urlano appunto, e magari condiscono il loro dire con un po’ di sano turpiloquio, che potrà anche non essere formalmente gradito, ma sintetizza spesso con molta efficacia quello che altrimenti non sarebbe possibile esprimere con altrettanta intensità.
E allora il politico, il capo, l’opinionista… insomma il cialtrone di turno, essendo profondamente falso (spesso sapendo anche di esserlo), cosa fa? Invece di ribadire CON LA PROPRIA FORMA ESPRESSIVA (quindi magari un eloquio calmo e ponderato, in opposizione alla rabbia dell’interlocutore), si nasconde dietro la famosa frase:
“Non ti rispondo perchè non mi abbasso alla violenza”
E la gente, moralista fino alla nausea, è cosi cogliona da dargli ragione, quando invece dovrebbe dirgli:
“Carissimo, per quanto espressa violentemente, la critica che questa persona ti sta apportando ha comunque un senso. E dato che non ti ha usato violenza, ma ti ha semplicemente espresso il suo pensiero con molta energia e qualche parolaccia, adesso tu rispondi alla critica e non rompi i coglioni con la tua farsa.”
Perchè la realtà è che, quasi sempre, chi denuncia la rabbia altrui e la usa come scusa per non rispondere a critiche, accuse o osservazioni che hanno comunque un loro senso compiuto, si sta semplicemente parando il culo: perchè nessuno gli impedisce di rispondere per le rime, apportando argomentazioni e contenuti in risposta a quanto gli è stato chiesto.
Se non lo fa, è semplicemente perchè non sa proprio cosa dire oppure, ancora peggio, sa che l’altro ha perfettamente ragione ma in ogni caso decide di usare il moralismo di chi assiste alla cosa, per mettere l’altro nell’angolo del pubblico ludibrio (e quindi, automaticamente quanto assurdamente), nel torto.
Eccheccazzo!
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2 Comments
Beh siamo abituati al politichese ed ai politici che si comportano così, penso che in molti ambienti non si possa essere diretti e sinceri, perchè si verrebbe emarginati, spesso essere diretti e veri è un nuotare contro corrente, ma penso che quando si incontra qualcuno che apprezza questa qualità allora guardandosi negli occhi si inizia a comunicare in un altro modo….
Quante volte quando parliamo a qualcuno non ci guarda negli occhi ?
Quante volte non facciamo valere i nostri diritti magari in posta con 3 casse aperte su 10 e 30 persone in coda ?
Quante volte abbassiamo la testa anche se siamo nel giusto e nel vero ?
Quante volte ci uniformiamo al gregge ?
Quante volte si parla come si fosse in chiesa e magari si è solo dentro una banca (di stronzi compreso il direttore)?
Quante volte se urliamo incazzati per un sopruso dovuto ad un ingiustizia palese magari all’interno di una struttura pubblica veniamo presi come matti o eretici ?
Mi chiedo quanta castrazione per esempio la chiesa ci ha lasciato nei secoli che geneticamente e socialmente ci condiziona ?
Cercare di liberarsi da sto cappio che non ci fa uscire la voce sarebbe un percorso interessante….
Troppe !!!!