I Sussurri del Lama: approfittare di chi ci ama è opera al nero

Le pri­me lezio­ni del­la mia pra­ti­ca, ormai decen­ni fa, ver­te­va­no tut­te sul­lo stu­dio del distac­co; dal­le emo­zio­ni, dai pen­sie­ri, dai sen­si. E quan­t’e­ra dif­fi­ci­le per me e per i miei com­pa­gni, pen­sa­re che quei pre­cet­ti fos­se­ro sen­sa­ti; nel­la matu­ri­tà è for­se più chia­ro, ma negli anni del­la gio­ven­tù… quan­ta sofferenza!

Ricor­do anco­ra la mia gran­de fati­ca in quel perio­do, scos­so com’e­ro dal­l’im­pe­to gio­va­ni­le, ma ricor­do anche che il mio ama­to Mae­stro mi ven­ne più vol­te in aiu­to, spie­gan­do­mi la dif­fe­ren­za fon­da­men­ta­le tra distac­co e sop­pres­sio­ne e come que­st’ul­ti­ma non sia affat­to la scel­ta giu­sta , anche se spes­so, vista dal­l’e­ster­no, può sem­bra­re una via più rapida.

Mi capi­tò un gior­no, in uno dei miei viag­gi di stu­dio, di incon­tra­re un uomo che si pre­sen­ta­va come un guru. Alla mia per­ce­zio­ne risul­ta­va alquan­to chia­ra l’an­ti­chi­tà del­la sua ani­ma. Intor­no a lui vi era­no nume­ro­se per­so­ne del vil­lag­gio, che si face­va­no in quat­tro per assi­cu­rar­gli tut­te le como­di­tà. All’i­ni­zio pen­sai che quel­l’uo­mo dove­va esse­re pro­prio un san­to e dove­va aver aiu­ta­to mol­to i biso­gno­si se quel­la era la gra­ti­tu­di­ne che gli manifestavano.

Dopo qual­che gior­no di per­ma­nen­za però notai che qua­si tut­to il vil­lag­gio ver­sa­va in gra­vi con­di­zio­ni di biso­gno, dal pun­to di vista eco­no­mi­co ma anche da quel­lo spi­ri­tua­le, al con­tra­rio di quel­l’uo­mo che inve­ce vive­va tra mol­te agia­tez­ze, sen­za che sem­bras­se in alcun modo pren­der­si a cuo­re la con­di­zio­ne in cui ver­sa­va­no le per­so­ne che, intor­no a lui, appa­ri­va­no total­men­te rapi­te dal­la sua gran­de dolcezza.

Con­tra­ria­men­te a quan­to mi era sem­bra­to a pri­ma vista, quel­l’uo­mo era del tut­to dedi­to ad accu­mu­la­re ogni gene­re di for­tu­ne e, men­tre face­va ciò a sca­pi­to del vil­lag­gio, face­va anche in modo che le per­so­ne intor­no a lui agis­se­ro al posto suo per l’e­sple­ta­men­to di qua­lun­que dovere.

Ammi­ni­stra­va que­sto stra­no pote­re con gran­de abi­li­tà, al pun­to che la comu­ni­tà gli era del tut­to suc­cu­be e non pare­va nep­pu­re accor­ger­si del­la gra­vi­tà del­la situazione.

Fui mol­to tur­ba­to da quel­lo che vidi, al pun­to che rien­trai rapi­da­men­te al mio mona­ste­ro e mi pre­ci­pi­tai dal mio ama­to Mae­stro per chie­der­gli spie­ga­zio­ne di ciò che ave­vo visto.

Quan­do ebbi fini­to di nar­ra­re la mia sto­ria, Lui scos­se a lun­go la testa, len­ta­men­te e con una gran­de tri­stez­za nel­lo sguar­do. Poi, dopo qual­che minu­to, mi dis­se que­ste paro­le, che si inci­se­ro a fuo­co nel mio cuore.

“Caris­si­mo T, tu hai stu­dia­to tan­to il distac­co. In que­sto tuo viag­gio, tut­ta­via, hai assi­sti­to ad uno spet­ta­co­lo non raro, pur­trop­po. E cioè a quel distac­co che a vol­te por­ta, anche se rea­liz­za­to cor­ret­ta­men­te, ad una con­se­guen­za ter­ri­bi­le: ovve­ro alla ces­sa­zio­ne del rispet­to ver­so chi, intor­no a noi, bran­co­la nel buio e nel­l’i­gno­ran­za. Si trat­ta del­la giu­sti­fi­ca­zio­ne di colo­ro che si appro­fit­ta­no del­l’al­trui debo­lez­za, addu­cen­do la scu­sa che “Dato che, se non lo fac­cio io sarà qual­cun altro ad appro­fit­tar­se­ne, tan­to vale che il van­tag­gio ven­ga in tasca a me”.

Con­si­de­ra­re gli altri in que­sto modo, solo per­chè la nostra con­sa­pe­vo­lez­za ci con­sen­te di pren­der­li in giro o, cosa anco­ra più gra­ve, di sfrut­tar­li al nostro van­tag­gio, è un’o­sce­ni­tà! Una vera ope­ra al nero, una ten­den­za dia­bo­li­ca: la mani­fe­sta­zio­ne di un ego fuo­ri controllo.

E’ mol­to pro­ba­bi­le che esse­ri che han­no vis­su­to più lun­ga­men­te di altri eser­ci­ti­no una for­te attra­zio­ne magne­ti­ca su colo­ro che sono meno desti di loro. Allo stes­so modo il com­por­ta­men­to, l’e­spres­sio­ne e la volon­tà di esse­ri sif­fat­ti faran­no si che gli altri si sen­ta­no costan­te­men­te attrat­ti da loro e gene­re­ran­no nel­l’u­ma­ni­tà la ten­den­za all’imitazione.

Ecco che nasce la respon­sa­bi­li­tà di chi è più avan­ti nel cam­mi­no nei con­fron­ti di colo­ro che anco­ra non sono arri­va­ti al suo livel­lo; la respon­sa­bi­li­tà del gesto, del­la paro­la, del pen­sie­ro, del­l’at­to e del cuo­re. A que­sto dovreb­be ser­vi­re la per­cor­ren­za del­l’Ot­tu­pli­ce Sentiero.

Se chi è più desto usa il pro­prio sta­to a pro­prio per­so­na­le van­tag­gio, allo­ra signi­fi­ca che, pur aven­do un livel­lo rea­liz­za­ti­vo più avan­za­to, è anco­ra più schia­vo del­l’e­go di colo­ro che dovreb­be far cre­sce­re con il pro­prio operato.

E non è det­to che cau­sa di ciò sia la brut­tu­ra inte­rio­re o una pro­ve­nien­za infa­me; la mate­ria è la trap­po­la più per­fet­ta dei set­te uni­ver­si: in gra­do di sve­la­re tut­te le leg­gi divi­ne, in quan­to pun­to appa­ren­te­men­te più lon­tan­to da Dio e, per lo stes­so moti­vo, in gra­do di offu­sca­re chiunque.

Per que­sto è inu­ti­le inter­ro­gar­si sul­la natu­ra di chi abu­sa di colo­ro che incon­tra sul suo cam­mi­no: occor­re sem­pli­ce­men­te impe­dir­gli di com­pie­re ciò.

E per far­lo è neces­sa­rio ren­der­si con­to che lo stru­men­to prin­ci­pe da lui uti­liz­za­to sarà quel­lo del­la pau­ra. Ma non, sal­vo alcu­ni casi par­ti­co­lar­men­te evi­den­ti, del­la minac­cia, quan­to la pau­ra più sot­ti­le e più effi­ca­ce: quel­la di per­de­re qual­cu­no che si ama.

Ama­re sen­za cer­vel­lo signi­fi­ca diven­ta­re schia­vi di chi si ama. Que­sto è il peri­co­lo, se l’a­ma­to deci­de di approfittarne.

Ricor­da­ti sem­pre que­sto, T: ucci­de­re la pau­ra di per­de­re l’a­ma­to: que­sto è il segre­to. Nel­l’a­ma­re vi è una for­za, anche quan­do non ricam­bia­ti: la for­za di rima­ne­re sal­di in sè. Quan­do que­sta for­za vie­ne eser­ci­ta­ta, nes­sun pun­go­lo, nes­sun ricat­to psi­co­lo­gi­co, nes­su­na man­can­za di calo­re potran­no smuo­ve­re l’a­man­te di un solo mil­li­me­tro di fron­te alle ver­go­gne del­l’a­ma­to che ver­ran­no allo­ra viste esat­ta­men­te per quel­lo che sono: pic­co­le osce­ni­tà di egoismo.

Allo­ra si che il cuo­re potrà sta­re sal­do in sè, poi­chè ogni brut­tu­ra ver­rà illu­mi­na­ta, ogni vio­len­za spen­ta sul nasce­re, ogni ricat­to vanificato.

E la luce del­l’a­ma­to, lad­do­ve esi­sten­te, diver­rà in que­sto modo libe­ra di risplendere”.

(Nota di Franz: l’ar­ti­co­lo nel testo ori­gi­na­le fa rife­ri­men­to ad un per­so­nag­gio pub­bli­co india­no il cui nome è sta­to rimos­so per ovvii motivi)

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jackll

Bel­lo, vera­men­te illuminante.
In pra­ti­ca spie­ga come cer­te per­so­ne rie­sca­no a rin­co­glio­ni­re le mas­se e appro­fit­tar­ne, un pò come i nostri poli­ti­ci o peg­gio anco­ra il pote­re reli­gio­so in italia.

silvana

tut­to vero è un siste­ma x tener­ti sot­to il loro dominio…nel momen­to del biso­gno ti dico­no :ci sia­mo noi…ci pen­sia­mo noi..così sei fre­ga­to.. ho sem­pre pensato..è que­sta l,opera al nero.. :devil:

Fabio

…un Inchi­no…