I Sussurri del Lama: il lungo respiro del cuore

Mol­to tem­po fa, ebbi una mera­vi­glio­sa espe­rien­za, pra­ti­can­do con il mio Mae­stro; era­va­mo nel­la stan­za cen­tra­le di un vec­chio mona­ste­ro in cui ci era­va­mo fer­ma­ti duran­te un viaggio.

Era uno stra­no luo­go quel­lo: la disci­pli­na, da noi tenu­ta in così alto con­to, sem­bra­va del tut­to ine­si­sten­te. Io ero un po’ in imba­raz­zo, ma il mio Mae­stro no. Anzi, sor­ri­de­va diver­ti­to e non capi­vo se tro­va­va più diver­ten­te l’ap­pa­ren­te caos di quel luo­go o il mio disagio.

Nel­la sala di pra­ti­ca infat­ti i mona­ci entra­va­no e usci­va­no sen­za un ordi­ne, sen­za un ora­rio, pra­ti­ca­men­te face­va­no un po’ quel­lo che gli pare­va. Ricor­do che anche l’a­ba­te ad un cer­to pun­to pre­se e, sen­za dire una paro­la, se ne andò.

Io ero sem­pre più con­fu­so e non riu­sci­vo a pra­ti­ca­re in nes­sun modo.

Allo­ra ad un cer­to pun­to, il Mae­stro disse:

“T, rilas­sa­ti. Ascol­ta que­sto luo­go. Ascol­ta l’e­ner­gia che lo per­va­de, la qua­li­tà pecu­lia­re di que­sta sala è una cosa dav­ve­ro rara!”

Feci come ave­va det­to e, ovvia­men­te, dopo poco mi accor­si che ave­va per­fet­ta­men­te ragio­ne. L’a­ria era satu­ra di una vita­li­tà che non ave­vo mai potu­to spe­ri­men­ta­re, anche se, a tut­ti gli effet­ti, non vi era alcu­na man­can­za di serie­tà, a ben vedere.

Lo dis­si al Mae­stro. Lui annuì un paio di vol­te, si sof­fer­mò in ascol­to per qual­che secon­do, poi mi dis­se di pra­ti­ca­re un cer­to pra­na­ya­ma, ini­zian­do ad appli­car­lo lui stesso.

Ricor­do che, dopo solo poche ese­cu­zio­ni, osser­vai una gran­de faci­li­tà nel­l’e­se­gui­re la tec­ni­ca, che si tra­dus­se subi­to in un’in­so­li­ta lun­ghez­za del­le fasi respi­ra­to­rie, in par­ti­co­la­re dell’espiro.

Ad un dato momen­to, per un moti­vo che anco­ra oggi non cono­sco, soc­chiu­si gli occhi; davan­ti a me una pic­co­la piu­ma sta­va gal­leg­gian­do a mez­z’a­ria, scen­den­do len­ta­men­te ver­so terra.

Ricor­do che la vidi nel momen­to in cui ini­ziai un espi­ro. Un espi­ro stra­no, len­to e con­ti­nuo. Ad un cer­to pun­to, fu come se qual­co­sa al mio inter­no si fos­se “appog­gia­to in bas­so”. In quel momen­to mi sem­brò che il tem­po si fos­se in qual­che modo fer­ma­to, men­tre il mio espi­ro con­ti­nua­va, con­ti­nua­va. E più con­ti­nua­va, più sem­bra­va che potes­se continuare.

Fu come per­de­re i sen­si. Esi­ste­va solo quel­l’e­spi­ro che, in qual­che modo, sem­bra­va non voler mai smet­te­re. Il tem­po diven­ne ine­si­sten­te. Non fer­mo, ma diver­so. Io mi tro­vai fer­mo in quel tem­po, men­tre solo l’e­spi­ro con­ti­nua­va, sen­za inter­rom­per­si, sen­za sosta.

Quel­la che pro­vai fu una sen­sa­zio­ne mol­to dif­fi­ci­le da descri­ver­si a paro­le. La cosa più pre­ci­sa che potrei dire è che fu come se il tem­po e il respi­ro fos­se­ro dive­nu­ti un’u­ni­ca cosa.

Il tem­po fer­mo e il respi­ro infinito.

Ricor­do che sen­tii un suo­no. Una “U”, lun­ga e costan­te, su un’ot­ta­va bas­sa e som­mes­sa. Anch’es­sa sem­bra­va infi­ni­ta e, non sen­za sor­pre­sa, mi accor­si che la sua ori­gi­ne era il mio cuo­re, da cui quel­la sor­ta di man­tra mono­cor­de furiu­sci­va insie­me ad un fascio di luce dorata.

Mi disciol­si all’in­ter­no di quel­la nota, per­den­do com­ple­ta­men­te ogni con­cet­to, ogni pen­sie­ro, ogni sen­sa­zio­ne di “IO”. Fu come per una goc­cia unir­si all’oceano.

Quan­do, dopo quel­la che mi par­ve un’in­te­ra vita, l’e­spi­ro finì, qual­co­sa mi indus­se a ria­pri­re per un atti­mo gli occhi.

Davan­ti a me, la piu­ma, si sta­va posan­do al suolo.

Rima­si in silen­zio, in qual­che modo sgo­men­to di quel­lo che ave­vo provato.

Dopo mol­to tem­po, Il Mae­stro si alzò e, tol­to­si il man­tel­lo che indos­sa­va sem­pre, me lo pose sul­le spal­le, dicendo:

“Copri­ti, o pren­de­rai freddo!”

Solo in quel momen­to mi resi con­to che la luce del­l’al­ba ave­va da poco ini­zia­to a rischia­ra­re il cielo.

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6 Commenti
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Blushaft / wfal

.…E’ bel­lo dis­se­tar­si ad una sor­gen­te di acqua fre­sca e pulita.….
grazie.…

Pirata

Lama le tue paro­le acca­rez­za­no…, hai già scrit­to un testo con le tue Espe­rien­ze? Lo leg­ge­rei subi­to ! Che la Mera­vi­glia sia sem­pre con te. f

Pirata

Ma quan­to tem­po (cir­co­la­re) è dura­to que­sto espi­ro infi­ni­to, tut­ta la notte?

LamaT
Reply to  Pirata

If you mean dura­tion by abso­lu­te time, well, just tho­se seconds neces­sa­ry for the fea­ther to reach pave­ment, a few seconds, I suppose.
If instead you mean dura­tion by rela­ti­ve time, or accor­ding to my per­so­nal per­cep­tion, it is real­ly dif­fi­cult for me to give an answer. It was a time­less breach of spa­ce. Tha­t’s the best way I can descri­be it.
The silen­ce after exha­ling was a dif­fe­rent time. I think about three ours in nor­mal time­flow, but minu­tes in my per­so­nal sen­se of it.
I’m real­ly sor­ry I can’t get to you with no bet­ter description.
Hope my answer will help.
God bless you all. :bye:

Donatilla

Gra­zie Lama T. le tue pro­fon­de espe­rien­ze mi riscal­da­no il cuore.

toni

…be anch’io una vol­ta ho avu­to una espe­rien­za strana:quella dove il cor­po gal­leg­gia a qual­che metro sopra.ero un mili­ta­re di leva stres­sa­to e stanco,gli ulti­mi mesi li pas­sa­vo in sar­de­gna in un cam­po di tiro.di not­te ‚tar­da not­te, si alza­va­no in volo degli elic­co­te­ri e si posi­zio­na­va­no pro­pio a qual­che cen­ti­na­io di metri dal­la fine­stra ‚sta­va­no li fer­mi per qual­che minu­to, poi lan­cia­va­no il mis­si­le ‚fer­mi anco­ra e poi si allon­ta­na­va­no cabrando..il tut­to con il caret­te­ri­sti­co rumo­re del­le pale natu­ral­men­te ‚man­ca­va solo la colon­na sono­ra di apo­ca­lys nait o come cazz si scri­ve e ci fuma­va­mo la nostra bra­va siga­ret­ta affa­cia­ti a quel­lo spet­ta­co­lo e poi maga­ri tor­na­va­mo sul­la bran­da con stret­ta vici­no la nostra razio­ne d’acqua(per una set­ti­ma­na solo 33cc d’ac­qua al giono,non so per qua­le caz­za­ta ammi­ni­stra­ti­va) c’è la ruba­va­mo di not­te uno con l’altro.I ser­vi­zi poi si face­va­no fuo­ri per­chè l’ac­qua man­ca­va anche nei gabi­net­ti ‚che non si pote­va­no giu­sta­men­te avvicinare…e bè sarà sta­to lo stress, ma una not­te non riu­sci­vo a dor­mi­re e incon­sa­pe­vol­men­te mi sono ritro­va­to para­liz­za­to in una spe­cie di son­no veglia ‚non riu­sci­vo a muo­ve­re nes­sun musco­lo del cor­po e ho avu­to la sen­sa­zio­ne di vede­re, giran­do solo gli occhi, le bran­de del­la came­ra­ta un pò più bas­se rispet­to alla mia posi­zio­ne. mi sono giu­sta­men­te caga­to sot­to ‚più che altro per la sen­sa­zio­ne di para­li­si totale,poi, pro­pio per la pau­ra, mi sono sfor­za­to di muo­ver­mi e final­men­te dopo, for­se un minu­to dopo, mi sono libe­ra­to dal bloc­co muscolare…e che sta­vo facen­do un volo astra­le ? 😕 😕 …bò