L’Italia della canzonetta, probabilmente, quella che la pizza e il cinema al sabato sera, quella che l’ha detto la TV, quella che il papa è santo.
Non mi capacito di come si possa ancora aggrapparsi a trasmissioni come questa. Non ha nulla di reale, i talenti giovani non li vedi nemmeno, non è un indicatore della musica italiana, non dice nulla del grandissimo sottobosco di autentici talenti che in Italia non vedranno mai la luce.
Sanremo è come un’anfora etrusca che trovi quando devi costruire una casa: è inutile, vecchia, rappresentante di un mondo andato, finito, sparito nel nulla e di cui non frega più un cazzo a nessuno. Eppure, come l’anfora etrusca, è in grado di fermare l’Italia.
Perchè l’italiano medio vive in un sogno, nel passato, nella canzonetta; vive nel mondo dei puffi, ha ancora la testa piantata negli anni ’60.
Ma il culo ce l’ha qui, nel 2011.
E per tenere le due estremità così distanti è costretto a piegarsi a 90°.
Inutile dire quale sia il risultato!
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3 Comments
Sottoscrivo appieno.
io guardo solo Luca e Paolo (e Benigni), il giorno dopo, su Youtube.
Le canzoni…. passiamo oltre. E la canalis/belen sono meglio sui calendari
fine del festival 😉
Si, ma anche Benigni mi sembra che abbia confuso Unità d’Italia e Impero Romano in un’unico calderone…restano solo Luca e Paolo (che anch’io ho guardato su YouTube).