Protezionismo: in Italia uccide la libertà

L’I­ta­lia sof­fre di que­sta cosa in modo mol­to par­ti­co­la­re, rispet­to a tut­to il resto del mondo.

Ho ini­zia­to ad accor­ger­me­ne leg­gen­do su un sito ame­ri­ca­no una recen­sio­ne ad un film e i rela­ti­vi com­men­ti. Pra­ti­ca­men­te il cri­ti­co dice­va benis­si­mo del film Sky­li­ne e il pri­mo com­men­to, arri­va­to due gior­ni dopo dice­va: “Per favo­re, dim­mi dove abi­ti che ven­go a casa tua a spu­tar­ti in un occhio. Per col­pa tua ho visto un film di mer­da e ho but­ta­to via die­ci dollari!”.

Una cosa del gene­re in Ita­lia dareb­be imme­dia­ta­men­te adi­to a una qual­che sor­ta di denun­cia, men­tre negli USA non ha avu­to nes­su­na con­se­guen­za. Allo­ra ho pro­va­to a sgar­rup­pa­re un po’ la rete, in una ricer­ca di un paio di mesi e la dif­fe­ren­za mi è sal­ta­ta subi­to all’occhio.

In nes­sun pae­se come in Ita­lia si ricor­re alla leg­ge per diri­me­re que­stio­ni nate da sem­pli­ci insul­ti o da gen­te che ti con­tra­sta a parole.

In Ita­lia, se dai del ladro ad un ladro, il ladro ti può denun­cia­re per dif­fa­ma­zio­ne. Se dici a qual­cu­no che è vesti­to come un pir­la, ti denun­cia­no per ingiu­ria. Qual­che set­ti­ma­na fa ho visto una lite in un risto­ran­te, alla fine del­la qua­le un tizio ha dato del cafo­ne ad un altro (e que­sto non solo era un cafo­ne: era pro­prio una testa di caz­zo di rara leva­tu­ra!) e quel­lo ha chia­ma­to i cara­bi­nie­ri. For­tu­na­ta­men­te quan­do i mili­ti sono arri­va­ti han­no pre­so quel­lo che li ave­va chia­ma­ti e lo han­no sol­le­va­to di peso per aver­li chia­ma­ti per una caz­za­ta simile.

Intan­to però sono dovu­ti intervenire.

In Ita­lia devi sta­re atten­to a qua­lun­que cosa dici per­chè la denun­cia per dif­fa­ma­zio­ne o ingiu­ria può esse­re pre­sen­ta­ta anche sen­za alcun moti­vo. Una cosa che all’e­ste­ro non esi­ste, per­chè se denun­ci qual­cu­no e hai tor­to, paghi una cifra esa­ge­ra­ta di multa.

Esi­ste­reb­be anche da noi la leg­ge per evi­ta­re que­sto. Il rea­to si chia­ma “lite teme­ra­ria”, e si con­fi­gu­ra pro­prio in que­sti casi. Ma non vie­ne mai appli­ca­to. Al mas­si­mo si con­dan­na qual­cu­no a paga­re le spe­se pro­ces­sua­li, in gene­re una cifra poco più che simbolica.

Ma intan­to la par­te denun­cia­ta si è dovu­ta paga­re l’av­vo­ca­to e per­de­re una mon­ta­gna di tempo.

In nes­sun pae­se al mon­do, cre­do, esi­ste un pro­te­zio­ni­smo così sfron­ta­to. In nes­sun pae­se la leg­ge può esse­re usa­ta così mala­men­te per diri­me­re que­stio­ni per­so­na­li e di così poca rile­van­za pub­bli­ca. Eppu­re i tri­bu­na­li scop­pia­no di denun­cie di que­sto tipo.

In tut­to il mon­do, se non lavo­ri o non sei capa­ce di fare bene il tuo lavo­ro, ti man­da­no a casa sen­za trop­pi com­pli­men­ti. Da noi, un impren­di­to­re pri­ma di licen­zia­re un dipen­den­te per scar­so ren­di­men­to deve rivol­ger­si a tut­ti i san­ti del para­di­so (negli USA è una cosa esa­ge­ra­ta, ma in nes­sun altro pae­se esi­ste una cosa simi­le all’Italia).

Ren­dia­mo­ci con­to di che cosa sta diven­tan­do il nostro pae­se. Un incu­bo di leg­gi mal appli­ca­te, un pae­se in cui vai in gale­ra per aver ruba­to un gior­na­le ma chi ruba miliar­di se ne sta bel­lo tran­quil­lo sen­za esse­re toc­ca­to da nessuno.

Un pae­se in cui qual­cu­no che denun­cia la mafia vie­ne accu­sa­to di dar­le rilie­vo, in cui le mino­ran­ze non solo han­no pari dirit­ti (cosa sacro­san­ta) ma fini­sco­no per aver­ne di più degli altri (una sacro­san­ta cagata).

Un pae­se in cui un gior­na­li­sta può per­met­ter­si di dire qua­lun­que caz­za­ta solo per­chè ha un tes­se­ri­no e nes­su­no può met­ter­lo in gale­ra se infa­ma una per­so­na o un’a­zien­da, in cui la stam­pa scri­ve quel­lo che vuo­le sen­za con­trol­la­re le fonti.

Dite­mi voi come si fa a con­ti­nua­re a pen­sa­re che l’I­ta­lia sia un pae­se libe­ro. Sve­glia! Non lo è!

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