Eppure la media degli esseri umani non solo non è consapevole di questo atto, ma non se ne accorge neppure.
Eppure osservando il nostro respiro ci accorgeremmo di quanto spesso esso è condotto in modo superficiale, quasi dilettantesco.
I nostri polmoni non sono quasi mai portati oltre un venti per cento della loro reale capacità di dilatazione, quasi mai utilizzati per ricambiare completamente l’ossigeno nel nostro corpo.
E, al momento del bisogno, facilmente ci tradiscono.
Facciamo caso a quanto respiriamo, in che modo, quando acceleriamo e quando diminuiamo.
Non occorre cambiare alcun che. Semplicemente accorgiamoci di come respiriamo, delle pause tra le varie fasi, della variazione che si induce in esse a seconda del nostro stato emotivo, fisico, psicologico etc. etc.
Poi potremo cambiarlo, ma prima osserviamolo. Attentamente, consapevolmente, tutte le volte che ci ricordiamo di farlo.
All’inizio non saranno molte, forse una decina in tutto il giorno. Ma poi, progressivamente, questa attività ci verrà sempre più frequente.
Il vantaggio, anche solo così, è enorme: perchè ci ritroveremo ad avere un richiamo costante alla presenza, al momento presente. Non al passato e non al futuro.
Sostanzialmente l’essenza di tutto ciò che ci occorre davvero.
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2 Comments
Come esprimere il mio più totale accordo?? 🙂
Ciao Franz!
Così direi che va benissimo! 🙂 🙂 🙂