Un collegamento – By Valeria

Io ho un caro ami­co. A dire il vero non si sono mai fat­te lun­ghe chiac­chie­ra­te assie­me, ci sia­mo sem­pre incon­tra­ti… da lontano.

Infon­do lo cono­sco poco, non so esat­ta­men­te dove abi­ta, non so come sia fat­ta la sua casa, non so nem­me­no che sti­pen­dio guadagna.

So così poco di lui che nes­su­no mi cre­de­reb­be se io dices­si che è un amico.

Eppu­re io sen­to così.

Ci sono per­so­ne che cono­scia­mo da tan­to tem­po, sap­pia­mo di loro tan­te cose, ma ciò che vedia­mo è solo lo stra­to superficiale.

Non le sen­tia­mo e loro non sen­to­no noi anche se maga­ri si sbrac­cia­no in salu­ti affet­tuo­si quan­do ci incon­tra­no; ma non ci stan­no veden­do, non veramente.

Incon­tria­mo per­so­ne e sta­bi­lia­mo rap­por­ti uma­ni a vol­te anche di tut­to rispet­to, ma esse sono e reste­ran­no per sem­pre del­le sconosciute.

Que­sto per­ché non abbia­mo ascol­ta­to il loro cuo­re, e loro non han­no ascol­ta­to il nostro. Abbia­mo riso e scher­za­to con loro. A vol­te liti­ga­to. Ma l’immagine che ne abbia­mo è come quel­la impres­sa su una lastra foto­gra­fi­ca: a due dimensioni.

Maga­ri non ci pia­ce ammet­ter­lo per timo­re del­la soli­tu­di­ne. Ma quel­la soli­tu­di­ne, anche se non pos­sia­mo accet­tar­la, c’è tutta.

Rara­men­te può capi­ta­re un incon­tro straor­di­na­rio, ma potrem­mo rima­ne­re indif­fe­ren­ti per­ché il più del­le vol­te non lo sap­pia­mo ascoltare.

Non sap­pia­mo ne voglia­mo guar­da­re in pro­fon­di­tà: resta­re in super­fi­cie è più faci­le, meno doloroso.

Gli addii non costa­no nul­la, gli incon­tri non temo­no le ine­vi­ta­bi­li, suc­ces­si­ve, separazioni.

Cia­scu­no rima­ne chiu­so nel pro­prio guscio, anco­ra­to all’idea che ha ela­bo­ra­to dell’altro. E tut­to si con­su­ma lì, sul­la superficie.

Gio­ie e dolo­ri sono solo imma­gi­ni del­la fan­ta­sia. È suf­fi­cien­te infat­ti un pic­co­lo even­to, un’emozione nuo­va, per spo­sta­re tut­ta l’attenzione altro­ve e chi cre­de­va­mo ami­co scom­pa­re rapi­da­men­te nell’ombra, uscen­do ine­so­ra­bil­men­te dai nostri pen­sie­ri, dal nostro cam­po di percezione.

Ma con gli ami­ci veri, quel­li “del cuo­re”, il col­le­ga­men­to non s’interrompe mai.

Loro riman­go­no accan­to a noi, anche se non ce lo dicia­mo, o non lo mani­fe­stia­mo apertamente.

Loro lo san­no, noi lo sap­pia­mo, e tan­to basta.

Voi ci cre­de­re­ste che esi­sto­no ami­ci­zie di que­sta natura?


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7 Commenti
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Lucia

più che cre­der­ci, ho la for­tu­na di saper­lo… Ed è fantastico! 😀

Valeria
Reply to  Lucia

Dav­ve­ro una gran­de for­tu­na Lucia, uno dei rega­li più bel­li che la vita ci può fare…

Andrea

Ci cre­do fer­ma­men­te. Gran­de cosa l’a­mi­ci­zia, quel­la vera.
Quel­la che può esse­re chia­ma­ta tran­quil­la­men­te Amo­re (sen­za met­te­re in bal­lo spe­cu­la­zio­ni inu­ti­li sul­l’o­mo­ses­sua­li­tà o sul­l’e­si­sten­za o meno del­l’a­mi­ci­za fra un uomo ed una donna.)
Quel­la che, come appun­to l’A­mo­re, non cono­sce limi­ti di spa­zio e tempo.
Quel­la che, come l’A­mo­re, è trop­po gran­de per il pic­co­lo esse­re uma­no che vuo­le evi­ta­re le pro­fon­di­tà del­l’Es­se­re e rima­ne­re nel­l’il­lu­so­ria sicu­rez­za di una super­fi­cie calma.
Gra­zie Valeria.

Valeria
Reply to  Andrea

…e se il pic­co­lo esse­re uma­no com­pren­des­se quan­ta sof­fe­ren­za inu­ti­le ribol­le sot­to la super­fi­cie cal­ma, avreb­be meno pau­ra di toc­ca­re le pro­fon­di­tà dell’Essere…
Gra­zie a te Andrea…

jackill

Bal post, con­di­vi­do in pieno.

Luna

Sì ci cre­do. E’ come una carez­za dol­ce sul viso. Un con­tat­to lie­vis­si­mo, ma reale.
Gra­zie per il tuo post, Valeria.

Donatilla

Gra­zie Vale­ria, con­di­vi­do pie­na­men­te, anche a me è suc­ces­so e suc­ce­de di rima­ne­re in super­fi­cie, ma a vole basta guar­dar­si inten­sa­men­te e pro­fon­da­men­te negli occhi e scat­ta la magia!!!!!!!!!
Com­pli­men­ti Vale­ria mi pia­ce come scrivi…