La guerra del Fuoco – By Giuseppe

Con que­sto film fac­cia­mo un sal­to indie­tro di ben 80.000 anni.

Più che un film sem­bra un docu­men­ta­rio che ci fa rivi­ve­re un fram­men­to di sto­ria dei nostri pro­ge­ni­to­ri. Un vero capo­la­vo­ro di Jean-Jac­ques Annaud ispi­ra­to ad un romanzo.

Così, con estre­ma sem­pli­ci­tà, il regi­sta ci ripor­ta nel­la cosid­det­ta pre­i­sto­ria e ci fa rivi­ve­re una vicen­da appas­sio­nan­te e signi­fi­ca­ti­va. Appas­sio­nan­te per­ché vi sono tut­ti gli ele­men­ti per coin­vol­ge­re emo­ti­va­men­te lo spet­ta­to­re col­to e sen­si­bi­le: la lot­ta per la soprav­vi­ven­za, i pri­mi approc­ci dell’uomo col fuo­co, le lot­te tra clan riva­li, una vita sel­vag­gia (ormai ricor­do ance­stra­le per la mag­gior par­te di noi), una sto­ria d’amore…

…e signi­fi­ca­ti­va per­ché a ben guar­da­re que­sta vicen­da in cui sono coin­vol­ti degli uomi­ni del­la tri­bù degli Ulam – che per il fuo­co si bat­to­no con­tro tri­bù di uomi­ni di Nean­der­thal e, addi­rit­tu­ra, con­tro dei can­ni­ba­li – e imme­de­si­man­do­si in essa, si può vede­re fino a qual pun­to è cam­bia­ta la vita dell’uomo.

Sin dall’inizio del film ci si ren­de for­te­men­te con­to che quel­lo di allo­ra era un uomo che non ave­va nul­la, o qua­si: solo una pel­le per coprir­si e un basto­ne per difen­der­si. Nien­te pc, nien­te cel­lu­la­re, fri­go­ri­fe­ro, auto in gara­ge e cose di que­sto genere.

Un uomo che non era anco­ra uomo ma par­te inte­gran­te del­la natu­ra. Un uomo che vive­va solo la vita sel­vag­gia, man­gia­va e si accop­pia­va come un ani­ma­le, il cui daf­fa­re quo­ti­dia­no era la lot­ta per la soprav­vi­ven­za e…non sape­va se avreb­be assi­sti­to all’alba del gior­no dopo.

E’ incre­di­bi­le di quan­te cose sia­no cam­bia­te e, a ben pen­sar­ci, sono cam­bia­te pro­prio gra­zie al fuo­co. Ogni suc­ces­si­va con­qui­sta dell’uomo è dovu­ta pro­prio a quel perio­do “magi­co” in cui l’uomo rice­vet­te il pote­re del fuoco.

Gra­zie al fuo­co è nato il “foco­la­re” dome­sti­co, l’agricoltura, la for­gia­tu­ra dei metal­li e mil­le altre “magie”.

Ed è pro­prio quel­lo che si leg­ge negli occhi del pro­ta­go­ni­sta quan­do assi­ste per la pri­ma vol­ta all’accensione di un fuo­co coi baston­ci­ni: stu­po­re infi­ni­to di chi sta assi­sten­do ad una magia.

Chis­sà che momen­to mera­vi­glio­so dev’essere sta­to, eppu­re se tor­nia­mo indie­tro alla nostra infanzia…anche noi chis­sà a quan­te magie abbia­mo assi­sti­to. Anche i nostri occhi devo­no esse­re sta­ti col­mi di stu­po­re e mera­vi­glia nel vede­re per la pri­ma vol­ta una lam­pa­di­na elet­tri­ca accesa.

Poi la consuetudine…

…e ora non ci stu­pia­mo più di nulla.

Que­sto film ci sti­mo­la a ricor­da­re che la magia e la mera­vi­glia sono sem­pre sot­to i nostri occhi distrat­ti che dan­no ormai tut­to per scontato.

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