Memoria spaziale e funzioni visive. Perchè ti schianti col cellulare…

Pote­te sca­ri­ca­re o ascol­ta­re il pod­ca­st diret­ta­men­te qui sotto

Pote­te veri­fi­car­lo como­da­men­te a casa vostra, sen­za cor­re­re rischi inutili.

Basta che vi sedia­te davan­ti alla TV e ini­zia­te a guar­da­re un pro­gram­ma cui non sie­te inte­res­sa­ti più di tan­to. Il disin­te­res­se non è una con­di­zio­ne neces­sa­ria ma aiu­ta a ren­de­re più evi­den­te il fatto.

Dopo qual­che minu­to pren­de­te il cel­lu­la­re e, sen­za guar­dar­lo, pro­va­te a fare un nume­ro che ricor­da­te bene.

Se fare­te atten­zio­ne alle vostre per­ce­zio­ni, vi sarà faci­le coglie­re il fat­to che le due ope­ra­zio­ni sono incom­pa­ti­bi­li. Se fare­te atten­zio­ne a fare il nume­ro, vi sare­te per­si le imma­gi­ni tele­vi­si­ve e, se vice­ver­sa por­re­te più atten­zio­ne allo scher­mo, non riu­sci­re­te a fare il numero.

Il moti­vo è che, nel­la com­po­si­zio­ne manua­le di un nume­ro su una tastie­ra, il nostro cer­vel­lo atti­va un “sosti­tu­to”, ovve­ro la memo­ria spaziale.

In altre paro­le, ogni vol­ta in cui ave­te com­po­sto quel nume­ro, ave­te pra­ti­ca­men­te risol­to uno di quei gio­chi­ni del­la set­ti­ma­na enig­mi­sti­ca in cui occor­re col­le­ga­re tra loro i pun­ti­ni nume­ra­ti per com­por­re una figura.

Il nostro cer­vel­lo fa lo stes­so con la sequen­za di tasti impie­ga­ta nel nume­ro. Se non ci cre­de­te, pro­va­te a chie­de­re a qual­cu­no di dire ad alta voce il PIN del suo cel­lu­la­re. In 9 casi su 10 lo vedre­te tira­re fuo­ri il tele­fo­no e mima­re i movi­men­ti sul­la tastie­ra. Stes­so moti­vo: la map­pa­tu­ra spa­zia­le dei movimenti.

Ma sic­co­me per crea­re una map­pa­tu­ra spa­zia­le di un per­cor­so si usa pre­va­len­te­men­te la vista, ecco che, men­tre guar­da­te la TV le vostre fun­zio­ni visi­ve ven­go­no “assor­bi­te” nel­l’o­pe­ra­zio­ne di rico­stru­zio­ne del­la map­pa dei movi­men­ti neces­sa­ri a com­por­re la sequen­za numerica.

Risul­ta­to: se fate il nume­ro, anche se guar­da­te lo scher­mo TV, non vedre­te pro­prio un tubo. O meglio, lo vedre­te ma il ricor­do non sarà dispo­ni­bi­le se non con gran­de fati­ca e comun­que mol­to raramente.

Ora pro­va­te a tra­spor­ta­re (meta­fo­ri­ca­men­te, non real­men­te!) l’e­spe­rien­za duran­te la gui­da di un’au­to ad alta velo­ci­tà su un’autostrada.

Voi guar­da­te la stra­da e intan­to com­po­ne­te un nume­ro sul cel­lu­la­re (oppu­re lo cer­ca­te in rubri­ca, peg­gio ancora).

Sie­te con­vin­te di sta­re guar­dan­do la stra­da, ma nel­la real­tà sta­te “guar­dan­do” nel­la vostra men­te la map­pa­tu­ra spa­zia­le dei gesti che sta­te compiendo.

Non è faci­le accor­ger­se­ne, se non quan­do ci si tro­va stam­pa­ti sul culo di un camion.

Ma di soli­to, a quel pun­to, è trop­po tardi…

Ci si vede in giro!

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