Quando pensiamo una cosa… la stanno pensando in tanti!

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La que­stio­ne è sem­pli­ce: ognu­no di noi pen­sa all’in­ter­no del­la pro­pria testa. Que­sto ci da la sen­sa­zio­ne di esse­re del­le “uni­tà” che ela­bo­ra­no i pro­pri pen­sie­ri, le pro­prie emo­zio­ni, le pro­prie idee.

Bene: non è così! O meglio lo è in mini­ma par­te. Ini­zia a diven­ta­re così quan­do si por­ta avan­ti un inten­so lavo­ro par­ti­co­la­re. Ma fin­tan­to che non si avve­ra­no alcu­ne con­di­zio­ni, l’in­di­vi­dua­li­tà è poten­zia­le secon­do una per­cen­tua­le che può anche esse­re del 100% e quel­li che rite­nia­mo “nostri pen­sie­ri”, “nostre emo­zio­ni” etc. etc. sono in real­tà due tipo­lo­gie di accadimenti.

La pri­ma è la rea­zio­ne auto­ma­ti­ca ad uno sti­mo­lo ester­no. Ovve­ro, quel­le che cre­dia­mo esse­re nostre azio­ni sono il risul­ta­to di una pro­gram­ma­zio­ne deri­van­te da una serie di fat­to­ri piut­to­sto com­ples­sa e sono rea­zio­ni total­men­te auto­ma­ti­che, anche se a noi, per il fat­to che le sen­tia­mo nasce­re al nostro inter­no, sem­bra­no genuine.

La secon­da è qual­co­sa che le per­so­ne mol­to spes­so non san­no nep­pu­re che esi­ste: mol­ti pen­sie­ri non sono nostri, non nasco­no nel nostro cer­vel­lo, le emo­zio­ni non nasco­no al nostro inter­no ma… sono “nel­l’a­ria”.

Non è sem­pli­cis­si­mo da spie­ga­re e anco­ra di meno da cre­de­re. Ma in que­sto caso non c’è nul­la da cre­de­re: biso­gna osser­va­re, coglie­re e quin­di com­pren­de­re se è così e quin­di com­por­tar­si di con­se­guen­za; a furia di cre­de­re a qua­lun­que min­chia­ta ci vie­ne det­ta, i risul­ta­ti sono sot­to gli occhi di tut­ti: rea­zio­ni assur­de di mas­se di per­so­ne che si coa­liz­za­no in un sen­so o nel­l’al­tro, iste­ria, pani­co e rab­bia comu­ne che dila­ga­no sen­za con­trol­lo. Inve­ce occor­re fare, spe­ri­men­ta­re, osser­va­re e… non pen­sa­re di aver capi­to fino a che non si è inve­ce… compreso.

Ma tor­nia­mo alle due cate­go­rie. Comin­cia­mo dal­la secon­da, quel­la dei pen­sie­ri e del­le emo­zio­ni che sono “in aria”. La real­tà è che il pen­sie­ro e l’e­mo­zio­ne sono for­me di ener­gia e, come tali, han­no la pos­si­bi­li­tà di esse­re tra­smes­se o rice­vu­te. Ma non solo: pos­so­no esse­re influen­za­te da cam­pi di ener­gia simi­li. Un po’ come suc­ce­de con le onde radio: quan­do una tra­smis­sio­ne si sovrap­po­ne ad un’al­tra di fre­quen­za simi­le, inter­fe­ri­sce con essa.

Noi vivia­mo immer­si in una sor­ta di cam­po ener­ge­ti­co che è la som­ma di cen­ti­na­ia di miglia­ia di cam­pi costi­tui­ti da un nume­ro ele­va­tis­si­mo di tipo­lo­gie ener­ge­ti­che, sostan­zial­men­te ricon­du­ci­bi­li a: elet­tro­ma­gne­ti­smo (com­pre­si spet­tro visi­bi­le, infra­ros­si e ultra­vio­let­ti), radia­zio­ni a bas­sa, media e alta ener­gia, ener­gie sot­ti­li (ovve­ro quel­le ener­gie la cui fre­quen­za è abba­stan­za ele­va­ta da non esse­re per ora indi­vi­dua­bi­le dagli stru­men­ti in nostro possesso).

Il cam­po ener­ge­ti­co glo­ba­le è un auten­ti­co casi­no maiu­sco­lo! L’in­sie­me di tut­te le for­me di ener­gia che lo com­pon­go­no van­no ad influi­re su tut­to ciò che è mate­ria­le ma anche, sia diret­ta­men­te che indi­ret­ta­men­te, su ciò che mate­ria­le non è. E qui arri­via­mo ai pen­sie­ri ed alle emo­zio­ni che si pro­du­co­no in noi come diret­ta o indi­ret­ta con­se­guen­za del­le ener­gie da cui sia­mo costan­te­men­te investiti.

Non sono pen­sie­ri nostri quel­li che spe­ri­men­tia­mo media­men­te, ma pen­sie­ri e sche­mi che nasco­no al nostro ester­no.

In buo­na sostan­za, a meno di un vero svi­lup­po di una indi­vi­dua­li­tà, il nostro sche­ma di pen­sie­ro ed emo­ti­vo sarà comu­ne a cen­ti­na­ia di miglia­ia di altri esse­ri uma­ni, sot­to­po­sti in quel momen­to alle mede­si­me qua­li­tà di cam­po. E que­sto spie­ga, ad esem­pio, le illu­sio­ni comu­ni, oppu­re per­chè in un dato momen­to mol­te per­so­ne si sen­ta­no con­tem­po­ra­nea­men­te depres­se, oppu­re alle­gre, oppu­re inna­mo­ra­te e così via.

Atten­zio­ne: non sto dicen­do che sia sem­pre così. Sto affer­man­do che è così in man­can­za di deter­mi­na­te con­di­zio­ni.

Il pro­ble­ma, se pos­sia­mo così chia­mar­lo, però non si fer­ma qui, per­chè qual­sia­si cam­po, anche il più com­ples­so, può esse­re modu­la­to da un cam­po più for­te oppu­re da una fon­te di ener­gia suf­fi­cien­te­men­te poten­te oppu­re da una che stia all’in­ter­no di quel campo.

Così, allo stes­so modo in cui le onde radio ven­go­no modu­la­te dal­le sta­zio­ni tra­smit­ten­ti che ascol­tia­mo tut­ti i gior­ni, il cam­po glo­ba­le vie­ne costan­te­men­te modu­la­to da colo­ro che vi stan­no all’in­ter­no. Ed ecco quin­di che si gene­ra­no ulte­rio­ri mani­po­la­zio­ni, più o meno volon­ta­rie, dei risul­ta­ti. Quan­do i media main­stream ini­zia­no a caval­ca­re un’on­da (ed è pro­prio quel­lo che avvie­ne), stan­no modu­lan­do una par­te del cam­po, ini­zian­do dai sin­go­li (che non sono indi­vi­dui), in modo che si gene­ri un’on­da di rispo­sta emo­ti­va (e di con­se­guen­za di pen­sie­ro) in una dire­zio­ne ben pre­ci­sa. Que­st’on­da a sua vol­ta mani­po­la il cam­po crean­do i pre­sup­po­sti per­chè i pen­sie­ri di sem­pre più per­so­ne si alli­nei­no in una dire­zio­ne pre­ci­sa.

Lo stes­so avvie­ne ad ope­ra dei Social Net­work, Face­book in testa, che sono i nuo­vi media mainstream.

In sin­te­si la vec­chia “per­sua­sio­ne occul­ta” degli anni 70 non è anco­ra dav­ve­ro quel­la occul­ta, per­chè chiun­que dota­to di un mini­mo di pen­sie­ro indi­vi­dua­le, se ne ren­de per­fet­ta­men­te conto.

E fin qui, cre­do sia tut­to abba­stan­za noto, tut­to som­ma­to. Quel­lo che inve­ce così noto non è, se non ad alcu­ni grup­pi di per­so­ne, è che c’è un altro modo, que­sta vol­ta si occul­to, per modu­la­re il cam­po: si trat­ta di influen­za allo sta­to puro.

Per chia­ri­re di cosa par­lo, pos­sia­mo pren­de­re ad esem­pio la pre­ghie­ra. Il fede­le (di qua­lun­que reli­gio­ne si trat­ti), pre­ga per­chè avven­ga­no o si veri­fi­chi­no deter­mi­na­ti even­ti: dal­la sal­vez­za del­l’a­ni­ma alla salu­te di un pro­prio caro, alla pace del mon­do etc. etc. Nel­la con­ce­zio­ne del fede­le, lui sta par­lan­do con Dio. Nel­la real­tà, l’e­ner­gia di quel­la pre­ghie­ra che rap­pre­sen­ta un pen­sie­ro comun­que ben più foca­liz­za­to e “cari­co” di quel­li abi­tua­li, va a modu­la­re il cam­po, diret­ta­men­te se è abba­stan­za poten­te, indi­ret­ta­men­te se non lo è, nel qual caso il mec­ca­ni­smo varia, anche se di poco.

Quan­do mol­ti fede­li pre­ga­no con­tem­po­ra­nea­men­te per la stes­sa cosa, gene­ra­no un’e­ner­gia che può esse­re anche estre­ma­men­te poten­te, dipen­de dai fede­li, dal loro gra­do evo­lu­ti­vo, dal­la loro capa­ci­tà, con­cen­tra­zio­ne, inte­rio­ri­tà e un’in­fi­ni­tà di altri fat­to­ri, ma sta di fat­to che quel­la che gene­ra­no è a tut­ti gli effet­ti una for­za mol­to supe­rio­re alla media.

Ora per tra­sla­to, imma­gi­na­te che esi­sta­no degli esse­ri che sono dedi­ti ad uno sco­po. Com­ple­ta­men­te e total­men­te dedi­ti a quel­lo sco­po. Imma­gi­na­te che sia­no esse­ri mol­to anti­chi, che han­no rag­giun­to una capa­ci­tà di foca­liz­za­zio­ne inte­rio­re e del pen­sie­ro com­ple­ta­men­te sco­no­sciu­ta a chiun­que. Riu­sci­te ad imma­gi­na­re anche qua­le può esse­re la capa­ci­tà di modu­la­zio­ne di que­sti esse­ri nel con­fron­to del cam­po glo­ba­le? Immen­sa, no?

Ecco: oltre alle pri­ma for­me di ener­gia di cui abbia­mo par­la­to sopra, esi­sto­no ener­gie sot­ti­li (appun­to in quan­to anco­ra non indi­vi­dua­bi­li dagli attua­li stru­men­ti scien­ti­fi­ci a nostra dispo­si­zio­ne) che, pro­prio in quan­to tali, han­no una gran­dis­si­ma capa­ci­tà modu­la­to­ria nei con­fron­ti del cam­po glo­ba­le in cui ci tro­via­mo immersi.

Tut­ta­via il pro­ble­ma nasce nel momen­to in cui ener­gie di que­sto tipo non sono gesti­te solo da esse­ri vota­ti al “bene” (per quan­to sen­so si pos­sa attri­bui­re a que­sto ter­mi­ne), ma anche da colo­ro che agi­sco­no in modo esclu­si­va­men­te egoi­co, oscu­ro, in una paro­la: mali­gno. La con­se­guen­za è che il cam­po glo­ba­le vie­ne costan­te­men­te ad esse­re un cam­po di bat­ta­glia: da una par­te influen­ze che ten­do­no all’e­vo­lu­zio­ne, alla raf­fi­na­tez­za, all’e­le­va­zio­ne, dal­l’al­tra influen­ze che ten­do­no all’in­vo­lu­zio­ne, alla den­si­tà, alla mate­ria­li­tà più sfre­na­ta, a destrut­tu­ra­re qua­lun­que pos­si­bi­li­tà evolutiva.

Noi esse­ri uma­ni ci tro­via­mo pro­prio al cen­tro di que­sto incre­di­bi­le cam­po di bat­ta­glia ed è un fat­to che l’in­fluen­za che ci col­pi­sce di più è quel­la più vici­na alla nostra qua­li­tà. Più sare­mo den­si, mate­ria­li­sti, mec­ca­ni­ci e con­di­zio­na­ti, più sare­mo sog­get­ti alle fre­quen­ze del secon­do tipo, in un ciclo che rapi­da­men­te diven­ta un cir­co­lo vizio­so, una spi­ra­le ver­so il bas­so, con sem­pre meno pos­si­bi­li­tà di affran­car­si da que­ste qua­li­tà e sem­pre meno con­sa­pe­vo­lez­za ed individualità.

Vice­ver­sa più i nostri pen­sie­ri si orien­te­ran­no in modo pro­gres­si­va­men­te più raf­fi­na­to, meno mate­ria­li­sta, più indi­vi­dua­le e decon­di­zio­na­to, più sare­mo sog­get­ti a fre­quen­ze del pri­mo tipo, in un ciclo che, a que­sto pun­to avre­te già com­pre­so, diven­ta un cir­co­lo vir­tuo­so, una spi­ra­le ver­so l’al­to, con sem­pre mag­gio­re liber­tà, con­sa­pe­vo­lez­za e pos­si­bi­li­tà di ope­ra­re con­sa­pe­vol­men­te per il bene nostro e di altri.

Fin­tan­to che non deci­dia­mo da che par­te sta­re, fin­tan­to che non ini­zia­mo a lavo­ra­re su noi stes­si per diven­ta­re sem­pre più con­sa­pe­vo­li del­la nostra auten­ti­ca natu­ra e del­la nostra indi­vi­dua­li­tà demec­ca­ni­ciz­za­ta in sem­pre mag­gior misu­ra, il libe­ro arbi­trio, mi spia­ce per i cat­to­li­ci, non esi­ste pro­prio. Que­sto lus­so (il libe­ro arbi­trio) non è in dota­zio­ne, ma un optio­nal: pos­sia­mo rag­giun­ger­lo, svi­lup­pan­do­lo pro­gres­si­va­men­te oppu­re illu­der­ci di aver­lo già e con­ti­nua­re nel­la nostra vita di igno­ran­za e schia­vi­tù: tut­to som­ma­to quel­la del libe­ro arbi­trio è una del­la fre­ga­tu­re meglio con­ge­gna­te del­la sto­ria.

Voglia­mo dav­ve­ro esse­re libe­ri? Bene: sap­pia­mo che tut­to comin­cia da una scel­ta, quel­la in cui deci­dia­mo da che par­te sta­re. Ma da quel momen­to in poi pro­se­gue in ogni istan­te del­la nostra vita, per­chè non basta deci­der­lo una sola vol­ta: la scel­ta di esse­re libe­ri deve esse­re fat­ta con­ti­nua­men­te… e non è un modo di dire.

Ci si vede in giro…

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