Il rumore inutile

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Nel­la nostra vita di tut­ti i gior­ni sia­mo con­ti­nua­men­te immer­si nel rumo­re, inte­so come suo­no disar­mo­ni­co. Ma anche quan­do potrem­mo evi­tar­lo, lo andia­mo a cer­ca­re. E se non lo cer­chia­mo noi, qual­cu­no spes­so ritie­ne che per noi sia indi­spen­sa­bi­le e ce lo pro­pi­na nostro malgrado.

Suc­ce­de in con­ti­nua­zio­ne: in pale­stra, nei nego­zi, sui mez­zi pub­bli­ci. Il silen­zio è qual­co­sa di peren­ne­men­te nega­to e che, anche quan­do sareb­be dispo­ni­bi­le, noi stes­si rifug­gia­mo in tut­ti i modi possibili.

Il moti­vo è che, nel silen­zio, noi ci tro­via­mo da soli con noi stes­si. Ma dato che per la mag­gior par­te di noi la pre­sen­za non mec­ca­ni­ca è del tut­to alea­to­ria, ecco che quel­lo che ci appa­re nel silen­zio in tut­ta la sua lam­pan­te veri­tà è… la nostra assen­za. Per que­sto l’es­se­re uma­no rifug­ge il silenzio!

C’è una came­ra, non so più dove, che è sta­ta costrui­ta con accor­gi­men­ti par­ti­co­la­ri che la ren­do­no lo spa­zio più silen­zio­so al mon­do; addi­rit­tu­ra al suo inter­no è pos­si­bi­le sen­ti­re il pro­prio bat­ti­to car­dia­co con l’o­rec­chio ester­no, tan­to è il silen­zio. All’in­ter­no di que­sta came­ra le per­so­ne resi­sto­no al mas­si­mo pochi secon­di e poi ven­go­no assa­li­te dai più sva­ria­ti sin­to­mi psi­coe­mo­ti­vi: ansia, attac­chi di pani­co, ter­ro­re e quant’altro.

Ma sen­za cer­ca­re casi così estre­mi, basta vede­re cosa acca­de in spiag­gia, dove si tro­va qua­si sem­pre il rom­pi­co­glio­ni che deve accen­de­re la radio o il cel­lu­la­re sem­pre che non si sia in uno sta­bi­li­men­to bal­nea­re, dove la musi­ca di fon­do (spes­so del tut­to ini­qua) non è un’optional.

Il rumo­re è quel­la cosa che per­met­te alla men­te di non rivol­ger­si all’in­ter­no e di ripor­tar­si in con­ti­nua­zio­ne alla pro­pria peren­ne con­di­zio­ne di mec­ca­ni­ci­tà. Ecco per­chè spes­so il rumo­re vie­ne comun­que impo­sto anche quan­do maga­ri chie­dia­mo di rimuoverlo.

Pro­va­re per credere!

Ci si vede in giro!

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Salvatore Mele

Quan­do il rumo­re inu­ti­le pro­vie­ne dal­l’e­ster­no pos­sia­mo sem­pli­ce­men­te chia­mar­lo inqui­na­men­to acustico.
Quan­do sia­mo noi a cer­car­lo può esse­re per distra­zio­ne o per fuga,