La vera bacchetta magica? L’azione reale.

Da Har­ry Pot­ter a ritro­so, la bac­chet­ta magi­ca (ovve­ro l’og­get­to di pote­re), con­sen­te al mago di pro­dur­re un effet­to sul­la mate­ria o, meglio, di eser­ci­ta­re sul­la mate­ria un effet­to tra­mi­te la pro­pria volontà.

Mol­to spes­so i nostri pro­get­ti resta­no tali, oppu­re van­no in fumo, oppu­re fini­sco­no nel dimen­ti­ca­to­io. Anco­ra più spes­so nau­fra­ga­no alla pri­ma dif­fi­col­tà. Il discor­so è lun­go, ma vale la pena affrontarlo.

Cosa por­ta dal desi­de­rio al suo ogget­to? Ovve­ro cosa inter­cor­re tra la for­mu­la­zio­ne di un desi­de­rio e la rea­liz­za­zio­ne del­lo stes­so? Ovvia­men­te un sac­co di cose. Potrem­mo gene­ra­liz­za­re chie­den­do­ci cosa pas­sa tra un’i­dea e la rea­liz­za­zio­ne del­la stessa.

L’i­dea nasce al nostro inter­no (tra­la­scia­mo il per­cor­so inte­rio­re) e, ad un cer­to pun­to, assur­ge al livel­lo con­scio, gene­ran­do il desi­de­rio di rea­liz­zar­la. Un’i­dea nasce quin­di con un’e­ner­gia, a vol­te com­ple­ta­men­te egoi­ca, altre solo in par­te, che ne costi­tui­sce quel­la che potrem­mo defi­ni­re “l’e­ner­gia di lan­cio”. Come per un raz­zo orbi­ta­le, esi­sto­no natu­ral­men­te con­di­zio­ni al con­tor­no di cui occor­re tene­re con­to: per un raz­zo sono ad esem­pio, le con­di­zio­ni meteo, le reci­pro­che posi­zio­ni cosmi­che del ber­sa­glio e del­la Ter­ra; per un’i­dea sono mol­te, tan­tis­si­me: il momen­to, la con­giun­tu­ra di altre ener­gie, e così via.

In poche paro­le, ini­zia­re a rea­liz­za­re un’i­dea è qual­co­sa che sareb­be meglio fare quan­do le con­di­zio­ni sono le miglo­ri. Solo che que­ste con­di­zio­ni mol­to spes­so esu­la­no dal­la nostra con­sa­pe­vo­lez­za, e soprat­tut­to dal nostro con­trol­lo. Quin­di, a meno di una par­ti­co­la­re sen­si­bi­li­tà o chia­rez­za di visio­ne, se aspet­tia­mo il momen­to giu­sto, è faci­le che il sud­det­to non arri­vi mai.

La real­tà è che l’u­ni­co modo per rea­liz­za­re un’i­dea è… ini­zia­re a fare o, per meglio dire, agire.

L’a­zio­ne diret­ta ver­so uno sco­po (quel­lo di rea­liz­za­re il nostro obiet­ti­vo) è la vera “bac­chet­ta magi­ca”. Sen­za l’a­zio­ne, sem­pli­ce­men­te non suc­ce­de nul­la. Sen­za l’a­zio­ne infat­ti, le cose sem­pli­ce­men­te con­ti­nua­no a segui­re il loro cor­so che è quel­lo di minor resi­sten­za. Quin­di, a meno del­la pro­ver­bia­le “bot­ta di culo”, è ben dif­fi­ci­le che rea­liz­ze­re­mo qual­co­sa, sen­za agire.

Nel­l’i­stan­te in cui si ini­zia ad agi­re, acca­do­no due cose fondamentali.

La pri­ma è che stia­mo ini­zian­do a tra­for­ma­re ener­gia poten­zia­le in qual­co­sa di tan­gi­bi­le, di fisi­co, ovve­ro il risul­ta­to del­l’a­zio­ne. Quin­di, in poche paro­le, stia­mo por­tan­do qual­co­sa dal mon­do inte­rio­re, sot­ti­le (ovve­ro la nostra idea) a quel­lo mate­ria­le; stia­mo ren­den­do rea­le quel­lo che vole­va­mo fare.

La bac­chet­ta magi­ca è un cata­liz­za­to­re del­l’e­ner­gia del mago. La volon­tà ne è la dire­zio­ne. Quan­do noi agia­mo per rea­liz­za­re qual­co­sa, stia­mo a tut­ti gli effet­ti met­ten­do in pra­ti­ca un atto di quel­la che vie­ne defi­ni­ta ordi­na­ria­men­te magia. Infat­ti cosa è, se non magia, il tra­sfe­ri­re qual­co­sa dal mon­do sot­ti­le a quel­lo materiale?

La secon­da cosa che acca­de è che la nostra ener­gia tro­va un per­cor­so da segui­re. Quin­di, anco­ra una vol­ta, andia­mo ad ali­men­ta­re il pro­ces­so di rea­liz­za­zio­ne. Nel fare que­sto la nostra ener­gia, al con­tra­rio di quel­lo che si può pen­sa­re, non si con­su­ma, ma si rige­ne­ra. Fin­tan­to che le nostre azio­ni risie­do­no solo nel­la nostra men­te infat­ti, si limi­ta­no a man­gia­re ener­gia, a con­su­mar­la. E’ la men­te che si fre­ga tut­to il com­bu­sti­bi­le, dan­do­ne anche un po’ all’emotivo.

Ma nel­lo stes­so momen­to in cui ini­zia­mo ad agi­re, ecco che la men­te non è più il luo­go in cui avvie­ne l’a­zio­ne. La real­tà è diven­ta­ta quel luo­go e quin­di la men­te per­de pote­re (in real­tà ini­zia a rom­pe­re le sca­to­le con i “non ce la fac­cio”, “non è il momen­to” etc. etc. ma que­sto è un altro paio di mani­che) . Tut­ta l’e­ner­gia che non vie­ne più con­su­ma­ta dal­la men­te ritor­na a dispo­si­zio­ne del­l’a­zio­ne e quin­di, come det­to sopra, ci ritro­via­mo con più “car­bu­ran­te” di prima.

Agi­re! Que­sto è il segre­to del fare. La magia del­l’o­pe­ra nasce dal­l’a­zio­ne. Sen­za azio­ne non può esser­ci risul­ta­to. Sen­za volon­tà non può esser­ci azio­ne. Sen­za rea­liz­za­zio­ne non può esser­ci volontà

E qui chiu­dia­mo il cerchio.

Mora­le del­la favo­la: menia­mo­ce­la di meno e fac­cia­mo di più; i risul­ta­ti non potran­no mancare.

Con­di­vi­di
2 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Samuel Coccioli

Scu­sa fan­no le magie

Samuel

Scu­sa fan­no le magie