Islam, estremismo e gente… l’ignoranza è il nemico

Dif­fi­ci­le in que­sti gior­ni pen­sa­re luci­da­men­te ai fat­ti di Pari­gi. Pri­ma di tut­to per­chè i fat­ti vera­men­te tali sono pochi: per la mag­gior par­te le noti­zie rin­ve­ni­bi­li sui comu­ni media sono teo­rie, com­men­ti, elu­cu­bra­zio­ni e giu­di­zi. In secon­do luo­go per­chè la cari­ca emo­ti­va pro­pi­na­ta al popo­lo è mostruo­sa­men­te mira­ta, dedi­ca­ta, cen­tra­ta e foca­liz­za­ta sul­la fomen­ta­zio­ne di odio allo sta­to puro. E non solo da par­te occi­den­ta­le ma anche dal­la par­te opposta.

Innan­zi­tut­to cer­chia­mo di capi­re una cosa: l’I­slam è una reli­gio­ne che si basa sugli scrit­ti del Cora­no, ovve­ro i det­ta­mi di Mao­met­to. Si “basa”, appun­to. In real­tà que­sti scrit­ti sono ogget­to di con­ti­nua evo­lu­zio­ne cri­ti­ca da par­te del­le auto­ri­tà reli­gio­se che deci­do­no cosa e come deve esse­re fat­to in ogni situa­zio­ne, inter­pre­tan­do le leg­gi del Cora­no; un po’ come per la reli­gio­ne cat­to­li­ca, in cui i coman­da­men­ti e il van­ge­lo sono la base ma poi c’è tut­ta la ple­to­ra reli­gio­sa che ne for­ni­sce l’in­ter­pre­ta­zio­ne e l’a­dat­ta­men­to alle con­di­zio­ni di vita che evi­den­te­men­te non sono più quel­le di 2000 anni fa.

Que­sto è il pro­ble­ma: l’in­ter­pre­ta­zio­ne. Se gli uomi­ni devo­no inte­pre­ta­re le “leg­gi divi­ne” non pos­so­no che far­lo, al meglio, dal pun­to di vista estre­ma­men­te limi­ta­to del­la pro­pria rea­liz­za­zio­ne per­so­na­le. Dico al meglio per­chè l’e­goi­smo, l’in­te­res­se per­so­na­le, poli­ti­co, eco­no­mi­co e mili­ta­re sono osta­co­li del tut­to comu­ni (e pale­se­men­te gra­vi) a qual­sia­si for­ma di evo­lu­zio­ne religiosa.

Poi abbia­mo il fat­to che qua­lun­que reli­gio­ne qua­si mai ha a che vede­re con la spi­ri­tua­li­tà. Una reli­gio­ne è un insie­me di rego­le che, date al popo­lo, sosti­tui­sco­no la ricer­ca spi­ri­tua­le lad­do­ve la stes­sa non è pos­si­bi­le, soli­ta­men­te per moti­vi di non suf­fi­cien­te evo­lu­zio­ne. Tut­te le reli­gio­ni han­no una ragion d’es­se­re in momen­ti spe­ci­fi­ci del­l’e­vo­lu­zio­ne di un popo­lo. Ma pas­sa­to quel momen­to (maga­ri dura­to miglia­ia d’an­ni, si inten­de) dovreb­be­ro esse­re abban­do­na­te man mano che divie­ne rea­le un’au­ten­ti­ca cre­sci­ta spirituale.

Se met­tia­mo insie­me tut­to que­sto, vedia­mo come in que­sto momen­to sto­ri­co di par­ti­co­la­re ten­sio­ne (sot­to tut­ti i pun­ti di vista: eco­no­mi­co, cul­tu­ra­le, reli­gio­so, spi­ri­tua­le), sia faci­lis­si­mo com­met­te­re l’er­ro­re di dare adi­to a un bas­so emo­ti­vo, per giun­ta sobil­la­to piut­to­sto evi­den­te­men­te (ancor­ché gros­so­la­na­men­te) dai mez­zi di informazione.

L’a­vi­di­tà è ciò che muo­ve i gover­ni, tut­ti i gover­ni, in que­sto momen­to. L’i­gno­ran­za è ciò che muo­ve le gen­ti, tut­te le gen­ti, in que­sto momen­to. Atten­zio­ne alla paro­la: gen­ti, non “per­so­ne”.

Cer­chia­mo di capir­ci: se un popo­lo è suf­fi­cien­te­men­te igno­ran­te (e man­te­nu­to in tali con­di­zio­ni da una clas­se diri­gen­te cor­rot­ta dal­l’a­vi­di­tà), sarà facil­men­te mano­vra­bi­le e anche indot­to al fan­ti­smo, alla vio­len­za ed all’e­stre­mi­smo reli­gio­si. L’I­slam in que­sto perio­do si muo­ve esat­ta­men­te come il cat­to­li­ce­si­mo all’e­po­ca del­le cro­cia­te (che non furo­no altro che quel­lo che sono tut­te le guer­re di qua­lun­que tipo: omi­ci­dio di mas­sa a sco­po di lucro, dove il lucro può esse­re eco­no­mi­co, di pote­re o di posizione).

E qui venia­mo alla que­stio­ne che, secon­do me, fa vera­men­te la dif­fe­ren­za. Sia­mo in 7 miliar­di di per­so­ne, ma alla fine le gen­ti sono mol­te di meno: for­se un cen­ti­na­io in tut­to, a segui­re una cer­ta scien­za dei tipi. L’e­stre­mi­sta, il fana­ti­co si tro­va­no ovun­que. Ovvia­men­te con mag­gior fre­quen­za in quel­le cul­tu­re in cui l’i­gno­ran­za è più ele­va­ta e la liber­tà è più limi­ta­ta. Più la reli­gio­ne (qua­lun­que reli­gio­ne) pene­tra il sostra­to cul­tu­ra­le, socia­le e civi­le di una socie­tà, meno saran­no dispo­ni­bi­li liber­tà e cre­sci­ta inte­rio­re, sosti­tui­te dal­la leg­ge reli­gio­sa e dal­la ritua­li­tà. Da qui la mag­gior fre­quen­za di estre­mi­smi e di com­por­ta­men­ti al di là del­la mora­le comune.

Per con­tro, in una socie­tà domi­na­ta dal­la super­fi­cia­li­tà, dal­l’e­goi­smo, dal mate­ria­li­smo, sia scien­ti­fi­co che socia­le, ver­ran­no a svi­lup­par­si feno­me­ni con­trap­po­sti, qua­li il buo­ni­smo mate­ria­li­sta sen­za sco­po, l’ol­tran­zi­smo com­por­ta­men­ta­le giu­sti­zia­li­sta e altre simi­la­ri­tà. In altre paro­le, se da una par­te tro­ve­ran­no favo­re­vo­le ambien­te fana­ti­ci estre­mi­sti sen­za scru­po­li, dal­l’al­tra ci sarà l’in­ca­pa­ci­tà tota­le di rea­gi­re con digni­tà e fer­mez­za mora­le e pra­ti­ca alle pro­vo­ca­zio­ni ed agli attac­chi ideo­lo­gi­ci, su qua­lun­que pia­no essi ven­ga­no portati.

Tut­ta­via, que­sto attie­ne le gen­ti, non le per­so­ne. La gen­te è quel­l’or­ga­ni­smo che si crea dal­l’as­sem­bra­men­to di per­so­ne sot­to l’e­gi­da di una cul­tu­ra, di una reli­gio­ne, di un idea­le o anche sem­pl­li­ce­men­te di uno sti­le di vita (sano o insa­no); un orga­ni­smo che si com­por­ta come se fos­se dota­to di una pro­pria indi­vi­dua­li­tà e che obbe­di­sce a leg­gi a cui i sin­go­li indi­vi­dui, al di fuo­ri di quel par­ti­co­la­re grup­po, non obbe­di­reb­be­ro mai.

Oggi noi ci tro­via­mo ad assi­ste­re a com­por­ta­men­ti di grup­po che sono esat­ta­men­te le con­se­guen­ze di quan­to det­to sopra: l’e­stre­mi­smo ed il ter­ro­ri­smo reli­gio­so, il cede­re all’o­dio raz­zia­le con­sen­ten­do ai media di instil­la­re un emo­ti­vo bece­ro da una par­te, ma anche il buo­ni­smo ed il per­be­ni­smo che ci ren­do­no inca­pa­ci di ammet­te­re che un ter­ro­ri­sta deve esse­re sem­pli­ce­men­te ter­mi­na­to, come det­to in altre occa­sio­ni, con estre­mo pre­giu­di­zio, ovve­ro sen­za il mini­mo ripen­sa­men­to e con la mas­si­ma efficacia.

L’i­gno­ran­za per­met­te oggi la gene­si di ele­men­ti estre­mi­sti all’in­ter­no del­la comu­ni­tà isla­mi­ca, ele­men­ti che poi van­no in giro ad ammaz­za­re la gen­te sen­za scru­po­li su base ideo­lo­gi­ca ma con­sen­te con­tem­po­ra­nea­men­te ai media di pro­pa­gan­da­re l’o­dio ver­so un’in­te­ra dimen­sio­ne umana.

L’i­gno­ran­za per­met­te che il buo­ni­sta idio­ta occi­den­ta­le non veda come alcu­ni ele­men­ti devo­no neces­sa­ria­men­te esse­re eli­mi­na­ti o comun­que mes­si defi­ni­ti­va­men­te in con­di­zio­ni di non nuo­ce­re; o di pren­de­re un imam che in Inghil­ter­ra si per­met­te di fare apo­lo­gia del ter­ro­ri­smo isla­mi­co e sca­ra­ven­tar­lo drit­to al suo pae­se, sen­za se e sen­za ma.

Anco­ra l’i­gno­ran­za ci impe­di­sce di far rispet­ta­re la nostra tra­di­zio­ne cul­tu­ra­le e reli­gio­sa, addi­rit­tu­ra por­tan­do­ci ad affos­sar­ne i valo­ri tra­di­zio­na­li “per non offen­de­re per­so­ne di altre reli­gio­ni”, (quan­do quel­le per­so­ne sono le pri­me a non sen­tir­si affat­to offe­se) per moti­vi di mora­li­smo pre­sen­zia­li­sta o per sem­pli­ce idiozia.

Ed è anco­ra l’i­gno­ran­za che por­ta ad esten­de­re un emo­ti­vo bece­ro, bigot­to e fal­so, su tut­ti i com­po­nen­ti di una comu­ni­tà, ren­den­do­li pari di fron­te ai delit­ti com­mes­si da alcu­ni espo­nen­ti di quel­la comunità.

Il mon­do è pie­no di isla­mi­ci sag­gi, paci­fi­ci, pro­fon­da­men­te reli­gio­si e rispet­to­si del­le cul­tu­re altrui. Pur­trop­po è anche pie­no di altret­tan­ti estre­mi­sti e ter­ro­ri­sti dal­la peri­co­lo­si­tà inau­di­ta, gui­da­ti e fomen­ta­ti nel­la loro fol­lia da inte­res­si eco­no­mi­ci e poli­ti­ci che di reli­gio­so non han­no pro­prio nul­la o che, quan­d’an­che l’a­ves­se­ro, sareb­be­ro comun­que sem­pre pro­fon­da­men­te errati.

Ma anco­ra di più, il mon­do è pie­no di per­so­nag­gi e grup­pi di pote­re che del­la mani­po­la­zio­ne di estre­mi­smo e ter­ro­ri­smo fa il pro­prio prin­ci­pa­le stru­men­to di potere.

Occor­re agi­re sen­za igno­ran­za e quin­di pri­ma di tut­to con­tro il ter­ro­ri­smo con la mas­si­ma effi­cien­za e, con­tem­po­ra­nea­men­te, con­tro chi del ter­ro­ri­smo fa il pro­prio stru­men­to di potere.

Ma per fare que­sto occor­ro­no indi­vi­dui e non gen­ti, occor­ro­no per­so­ne e non mas­se, occor­re una diver­sa capa­ci­tà cri­ti­ca e, soprat­tut­to una diver­sa capa­ci­tà di inter­ven­to a tut­ti i livel­li, da quel­li più pra­ti­ci e mate­ria­li a quel­li più ideo­lo­gi­ci e sottili.

Occor­re che il mon­do cam­bi e, per­chè que­sto avven­ga, ritor­nia­mo al soli­to con­cet­to: il cam­bia­men­to deve par­ti­re dal­l’in­di­vi­duo. Occor­re che ognu­no di noi ces­si di arren­der­si al flus­so del­l’a­vi­di­tà ma soprat­tut­to del­la super­fi­cia­li­tà e del­l’a­cri­ti­ci­tà di pen­sie­ro e di ideali.

Occor­re che ognu­no di noi sia dispo­sto a com­bat­te­re per la dife­sa dei pro­pri valo­ri e di quel­li altrui, ma mai per impor­re gli stes­si ad altri; biso­gna com­pren­de­re che la mag­gior par­te dei valo­ri oggi esi­sten­ti sul pia­ne­ta non han­no alcun sen­so e dovreb­be­ro esse­re com­ple­ta­men­te abban­do­na­ti e sosti­tui­ti con idea­li e pen­sie­ri di ben altro rango.

Occor­re com­pren­de­re che la nostra stes­sa uma­ni­tà ci impo­ne di sta­re drit­ti di fron­te alla vio­len­za ed all’e­stre­mi­smo ideo­lo­gi­co, tan­to quan­to di oppor­ci con tut­te le nostre for­ze a qua­lun­que ingiu­sti­za, innan­zi­tut­to come indi­vi­dui e poi come genti.

Occor­re com­pren­de­re che l’as­sas­si­nio di dodi­ci per­so­ne per que­stio­ni reli­gio­se è un delit­to che non va lascia­to impu­ni­to, ma che anche l’i­sti­ga­zio­ne all’o­dio indi­scri­mi­na­to è un delit­to altret­tan­to osce­no e come tale nep­pu­re quel­lo dovreb­be esse­re lascia­to impunito.

Di que­sto si dovreb­be leg­ge­re su inter­net, sui blog e sui social net­work, di que­sto si dovreb­be par­la­re nel­le scuo­le, in poli­ti­ca e in televisione.

Di que­sto dovrem­mo par­la­re tra noi, esse­ri uma­ni, al di là di ogni raz­za, colo­re o religione.

E quel­li che voglio­no far­lo con un Kala­sh­ni­kov in mano… dovreb­be­ro esse­re mes­si in con­di­zio­ni di non nuo­ce­re per sem­pre: da tut­ti gli altri esse­ri uma­ni, al di là di ogni raz­za, colo­re o religione.

Per­chè alla fine, quel­li che non voglio­no la guer­ra sono mol­ti, mol­ti di più di quel­li che inve­ce la invo­ca­no a gran voce.

E se ci met­tia­mo tut­ti assie­me, per loro non c’è scampo!

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