Tutti pazzi per Robin Williams ma non era lui

La mor­te di Robin Wil­liams ha susci­ta­to gran­de cla­mo­re media­ti­co. Tor­me di per­so­ne han­no imper­ver­sa­to sui Social Net­work con­di­vi­den­do film, fra­si di film, cita­zio­ni da film, per­so­nag­gi di film da lui interpretati.

Tut­to mol­to com­mo­ven­te, mol­to cal­do, mol­to uma­no… tran­ne che per un pic­co­lo par­ti­co­la­re: han­no con­fu­so l’uo­mo con i per­so­nag­gi che ha interpretato.

Era un atto­re, per dio! Ha inter­pre­ta­to per­so­nag­gi mera­vi­glio­si all’in­ter­no di film bellissimi.

Ma non ha scrit­to lui i film. Non ha scrit­to lui i dia­lo­ghi. Lui NON ERA i per­so­nag­gi che ha inter­pre­ta­to. Sarà anche sta­to una bel­la per­so­na ma non era l’in­se­gnan­te de ” L’at­ti­mo fug­gen­te” né tan­to meno il mari­to devo­to di “Al di là dei sogni” e anco­ra meno il neu­ro­lo­go di “Risve­gli”.

Era un esse uma­no che ha impa­ra­to (come tut­ti o qua­si gli atto­ri) ad inter­pre­ta­re e mostra­re del­le emo­zio­ni. Ma lui non era i per­so­nag­gi cbe inter­pre­ta­va. Non ha lascia­to nul­la al mon­do di suo, quan­to quel­lo che era suo com­pi­to MOSTRARE. E se ha lascia­to qual­co­sa non è di cer­to di domi­nio del­le mas­se quan­to di colo­ro che ha ama­to in pri­ma persona.

Cele­bra­re Robin Wil­liams come il pro­fe­ta di ciò che ha mostra­to sul­lo scher­mo è una scioc­chez­za immen­sa, per­ché signi­fi­ca con­fon­de­re la map­pa con il ter­ri­to­rio, il sog­get­to con l’og­get­to e così via.

I valo­ri che ha rap­pre­sen­ta­to non era­no i suoi ma ele­men­ti di copio­ni che è sta­to chia­ma­to ad interpretare.

Iden­ti­fi­ca­re l’at­to­re con i sud­det­ti valo­ri è un’i­den­ti­fi­ca­zio­ne idio­ta. Tan­to è vero che si è suicidato!

Per con­tro, la mor­te di una Mae­stro come Iyen­gar, che tan­to ha lascia­to al mon­do in ter­mi­ni di Cono­scen­za, sul­lo Yoga e altro, ha ispi­ra­to poca o nes­su­na rea­zio­ne. Eppu­re que­sto gran­dis­si­mo per­so­nag­gio ha lascia­to dav­ve­ro qual­co­sa di pro­prio nel mon­do: una scien­za sacra a cui chi vuo­le real­men­te cam­bia­re sé stes­so in nome del­la Veri­tà, non può non fare riferimento.

Ma con Iyen­gar l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne è mol­to più dif­fi­ci­le. Per­ché non ha lascia­to una imma­gi­ne emo­ti­va in cui iden­ti­fi­car­si quan­to un auten­ti­co sen­tie­ro da percorrere.

E que­sto è qual­co­sa in cui è dif­fi­ci­le iden­ti­fi­car­si per la mas­sa igno­ran­te e super­fi­cia­le che rap­pre­sen­ta la mag­gio­ran­za in que­sto mon­do e par­ti­co­lar­men­te in Italia.

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