Il computer di Antikythera, costruito un secolo e mezzo prima di Cristo

La sto­ria non è quel­la che vie­ne rac­con­ta­ta. Non cen­tra nul­la il com­plot­ti­smo, quan­to l’i­gno­ran­za e la super­bia del­la cul­tu­ra occi­den­ta­le nel voler con­si­de­ra­re ina­mo­vi­bi­li le pro­prie conclusioni.

Il mec­ca­ni­smo di Anti­ky­the­ra è uno stru­men­to così stu­pe­fa­cen­te che il suo ritro­va­men­to è para­go­na­bi­le alla sco­per­ta di una Rolls-Roy­ce fun­zio­nan­te nel medioe­vo. (Tro­va­te l’ar­ti­co­lo inte­ro sul mec­ca­ni­smo a que­sto link)

Si trat­ta di una mac­chi­na il cui fun­zio­na­men­to e sco­po era­no rima­sti sco­no­sciu­ti fino a poco tem­po fa. Ritro­va­ta nei pri­mi del ‘900 rive­la oggi i suoi segre­ti gra­zie a tec­ni­che di inda­gi­ne ai rag­gi X e alla rico­stru­zio­ne del suo fun­zio­na­men­to in un model­lo 3D.

Que­sta incre­di­bi­le sca­to­let­ta era in gra­do, sem­pli­ce­men­te giran­do una pic­co­la chia­ve, di pre­di­re eclis­si luna­ri e sola­ri, la posi­zio­ne del sole e del­la luna rispet­to allo zodia­co, le fasi luna­ri e, dato l’in­te­res­se dei Gre­ci sul­l’ar­go­men­to, anche la data pre­ci­sa dei gio­chi olim­pi­ci negli anni a veni­re e non si esclu­de che potes­se anche indi­ca­re dati essen­zia­li anche su altri pia­ne­ti del siste­ma solare.

Il livel­lo di pre­ci­sio­ne e la mec­ca­ni­ca com­pat­ta con cui è sta­ta rea­liz­za­ta sono a tut­ti gli effet­ti incre­di­bi­li, con­si­de­ra­ti in anti­ci­po di oltre un mil­len­nio rispet­to all’e­po­ca in cui mec­ca­ni­smi simi­li ini­zia­ro­no a veni­re costruiti.

Al pun­to che, nono­stan­te alme­no in teo­ria, gli astro­no­mi di quel­l’e­po­ca non fos­se­ro a cono­scen­za del­l’el­lit­ti­ci­tà del­l’or­bi­ta luna­re, al suo inter­no furo­no usa­ti ingra­nag­gi pro­prio a for­ma ellit­ti­ca per simu­la­re l’an­da­men­to rea­le del satel­li­te terrestre.

Il ritro­va­men­to del mec­ca­ni­smo di Anti­ky­the­ra dovreb­be dav­ve­ro far riflet­te­re. Con­si­de­ra­to che è avve­nu­to dopo oltre 2.000 anni di guer­re, disa­stri natu­ra­li e sus­se­guir­si di civil­tà, la doman­da che dovreb­be sor­ge­re, è alme­no una: quan­te altre cose come que­sta ci sia­mo persi?

E a me ne fa sor­ge­re imme­dia­ta­men­te un’al­tra: quan­ti dei nostri con­vin­ci­men­ti sto­ri­ci sono basa­ti su una visio­ne estre­ma­men­te par­zia­le di quel­lo che è arri­va­to fino a noi a livel­lo di reperto?

La sto­ria vie­ne spes­so rico­strui­ta su base dedut­ti­va. Alcu­ne vol­te con rea­li­smo. Altre, mol­to pro­ba­bil­men­te, no!

Cosa acca­dreb­be del­la nostra mora­le, del­la nostra cul­tu­ra, se si sco­pris­se che, ad esem­pio, in un lon­ta­no pas­sa­to il livel­lo tec­no­lo­gi­co era mol­to supe­rio­re a quel­lo attuale?

A que­sta doman­da mol­ti rispon­do­no: è alta­men­te impro­ba­bi­le se non impos­si­bi­le, altri­men­ti qual­che segno lo avrem­mo trovato.

Si, e infat­ti li stia­mo tro­van­do. Sono pochi ma dovreb­be­ro far capi­re che quel­lo che cre­dia­mo di sape­re non è affat­to così sicu­ro come crediamo.

Un uomo sag­gio a que­sto pun­to dovreb­be chie­der­si: ” Ma se sap­pia­mo così poco addi­rit­tu­ra su ciò che è acca­du­to sul nostro pia­ne­ta, quan­to poco sap­pia­mo allo­ra su quel­lo che esi­ste al di fuo­ri di esso?”

E’ a que­sto pun­to di soli­to che, a chi pos­sie­de neu­ro­ni col­le­ga­ti, scat­ta il con­vin­ci­men­to di non sape­re nulla.

A Socra­te è scat­ta­to; pec­ca­to che non sia in gran­de com­pa­gnia, quan­to­me­no nel mon­do acca­de­mi­co moderno.

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