Blackrock, Padoan, USA e credito all’Italia

Blac­kRock è la più gran­de socie­tà di inve­sti­men­to nel mon­do e con un tota­le di patri­mo­nio gesti­to di 4.100 miliar­di di dol­la­ri è il pri­mo gesto­re indi­pen­den­te quo­ta­to alla Bor­sa di New York in ter­mi­ni di mas­se. Con­tan­do tut­ti gli inve­sti­men­ti arri­via­mo a 15.000 miliar­di di dol­la­ri, cor­ri­spon­den­ti a cir­ca il 7% di tut­ti gli inve­sti­men­ti mondiali.

Blac­krock nasce come spin-off del grup­po Black­sto­ne, altro mostro finan­zia­rio, a sua vol­ta spe­cia­liz­za­to in pri­va­te equi­ty, hed­ge funds ristrut­tu­ra­zio­ni, acqui­si­zio­ni e fusio­ni azien­da­li, con una capi­ta­liz­za­zio­ne supe­rio­re ai 42 miliar­di di dollari.

Blac­krock a dicem­bre 2013 arri­va a pos­se­de­re in ter­mi­ni azio­na­ri il 10% di Tele­com, l’1.6% di Mon­cler e per­cen­tua­li intor­no al 5% di: Atlan­tia, Ubi ban­ca, Uni­cre­dit (di cui è il pri­mo azio­ni­sta), Ter­na, Tele­com, Pry­smian, Sai­pem, Pirel­li, Media­set, Inte­sa San­pao­lo, Finemc­ca­ni­ca, Eni, Enel, Ban­co Popo­la­re, Auto­grill e Gene­ra­li, Inte­sa San Pao­lo (di cui è il secon­do azionista).

Da que­sto arti­co­lo su Ansa, si appren­de che il Mini­stro del­l’E­co­no­mia Padoan incon­tre­rà in que­sti gior­ni un sac­co di pez­zi gros­si del­l’e­co­no­mia mon­dia­le e di Wall Street, tra i qua­li anche il Sig. Lar­ry Fink, ovve­ro il nume­ro uno di Blac­krock. In fon­do allo stes­so arti­co­lo si leg­ge che dagli USA si apre una linea di cre­di­to all’I­ta­lia (in paro­le pove­re un prestito).

Dif­fi­ci­le non vede­re un nes­so tra tut­to ciò, un nes­so ben probabile.

La pri­ma cosa che mi vie­ne in men­te è l’in­si­sten­za oltre ogni logi­ca e buon sen­so del­l’I­ta­lia nel­l’ac­qui­sto dei cac­cia F‑35, auten­ti­ci car­cas­so­ni dei cie­li, pie­ni di difet­ti e, sostan­zial­men­te, nati obso­le­ti anco­ra pri­ma di esse­re pro­dot­ti, che nes­su­no vuo­le tran­ne noi.

Beh, ades­so si potreb­be spie­ga­re tale insi­sten­za, mi pare: per esem­pio un gio­chet­to tipo “Tu mi com­pri i cac­cia e io ti pre­sto i sol­di per far­lo, più maga­ri qualcosina…”

Andan­do oltre però, par­lia­mo di Blac­krock: a tut­ti gli effet­ti tra i più gran­di, se non il più gran­de, inve­sti­to­re este­ro in Ita­lia che, guar­da caso, sta com­pran­do da anni a man bas­sa le ban­che ita­lia­ne, inve­sten­do su cosa?

Sul debi­to!

Blac­krock inve­ste sul debi­to e sul­le sof­fe­ren­ze del­le nostre ban­che (e quin­di sul debi­to che a nostra vol­ta abbia­mo come cit­ta­di­ni). E a que­sto pun­to il dub­bio che que­sto inve­sti­men­to sia lega­to ai recen­ti rega­li del nostro gover­no ai ban­chie­ri ita­lia­ni (e quin­di indi­ret­ta­men­te ai loro azio­ni­sti tra cui Blac­krock) si avvi­ci­na parec­chio ad una certezza.

Ora, dif­fi­ci­le imma­gi­na­re che un colos­so come Blac­krock sia immu­ne alla sor­ve­glian­za gover­na­ti­va e anco­ra di più a quel­la del­la Fede­ral Reser­ve; ed ecco un altro nes­so a filo diret­to tra gover­no, ban­che e Fede­ral Reser­ve, un nes­so anco­ra più soli­da­men­te pro­ba­bi­le quan­do si con­si­de­ra che Uni­cre­dit e Inte­sa San Pao­lo sono due tra i prin­ci­pa­li azio­ni­sti di Ban­ca d’Italia.

Per inci­so, vi ricor­do che già nel 2005, l’al­lo­ra Mini­stro del­l’E­co­no­mia Tre­mon­ti, ave­va vara­to una leg­ge secon­do cui le azio­ni di Ban­ca d’I­ta­lia avreb­be­ro dovu­to esse­re tra­sfe­ri­te, entro tre anni, allo Sta­to. ( leg­ge 262/2005, Tito­lo IV, Capo I, art. 19 com­ma 10).

Que­sta leg­ge è sta­ta com­ple­ta­men­te igno­ra­ta e a tut­t’og­gi Ban­ca d’I­ta­lia rima­ne di pro­prie­tà di Ban­che e Isti­tu­ti pri­va­ti, i qua­li a loro vol­ta sono par­te­ci­pa­ti (a vol­te in quo­te signi­fi­ca­ti­ve) da Blac­krock, la qua­le, come det­to pri­ma, non può non esse­re in qual­che modo sot­to il con­trol­lo del­la Fede­ral Reser­ve, la qua­le a sua vol­ta sarà quel­l’en­ti­tà che ci pre­sta i sol­di di cui si par­la nel­l’ar­ti­co­lo ANSA.

Ora, noi ben sap­pia­mo che il mer­ca­to del debi­to è un’au­ten­ti­ca pia­ga del mon­do occi­den­ta­le (in Orien­te anco­ra sono rela­ti­va­men­te sani da que­sto pun­to di vista), per­chè è la ver­sio­ne moder­na del­la schia­vi­tù, anzi, è il vero bigliet­to di sola anda­ta per la bancarotta.

Tem­po fa dice­vo che i per­so­nag­gi che nel tem­po si sono suc­ce­du­ti al gover­no, non pote­va­no di cer­to esse­re defi­ni­ti stu­pi­di, ben­ché i loro atti lo potes­se­ro far pen­sa­re. In quel­lo stes­so arti­co­lo dice­vo che il vero moti­vo del­le azio­ni dei vari gover­ni (di cui l’ul­ti­mo elet­to fu, ahi­mé, quel­lo di Ber­lu­sco­ni, per­chè poi si sono elet­ti da soli e anche que­sto mol­te per­so­ne fan­no fati­ca a capir­lo) sareb­be diven­ta­to pale­se solo dopo qual­che anno.

Oggi mi è dif­fi­ci­le non dar­mi una pac­ca sul­la spal­la sini­stra, quel­la del­la chiaroveggenza.

Il moti­vo mi pare chia­ro: ubbi­di­re alle leg­gi del­l’e­co­no­mia (este­ra e, soprat­tut­to, sta­tu­ni­ten­se), leg­gi che ora per­met­to­no a enti come la Fede­ral Reser­ve, e per suo con­to colos­si come Blac­krock, di acqui­si­re a buon mer­ca­to l’as­set “Azien­da Ita­lia”, che non è solo un asset eco­no­mi­co ma anche e soprat­tut­to un pun­to stra­te­gi­co fon­da­men­ta­le alla fase successiva.

Qua­le fase successiva?

Aspet­ta­te anco­ra qual­che tem­po e vedre­te che fine farà l’Europa…

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