Sapere non basta e capire neppure.

A quan­to pare la rete ormai pul­lu­la di illu­mi­na­zio­ne. Basta apri­re un qual­sia­si social per tro­va­re qual­cu­no che decla­ma veri­tà cosmiche.

Oh… inten­dia­mo­ci.… non noc­cio­li­ne, ma auten­ti­ci inse­gna­men­ti di por­ta­ta universale.

Due gior­ni fa par­la­vo con Bud­d­ha (in sta­to di tran­ce si può fare anche que­sto) e anche lui mi dice­va che si sen­ti­va dav­ve­ro un pir­la a con­fron­to di cer­ta gen­te che scri­ve su Facebook.

“Franz, ti assi­cu­ro che mi chie­do cosa ho pas­sa­to a fare tut­te quel­le incar­na­zio­ni a far­mi un culo così a pra­ti­ca­re, quan­do basta­va leg­ge­re quat­tro caz­za­te su un libro! ”

Era vera­men­te giù di cor­da il pove­rac­cio e dav­ve­ro non so dar­gli torto. ..

Scher­zi a par­te, se non ci fos­se da mori­re dal ride­re ci sareb­be da piangere.

Dav­ve­ro il mon­do pul­lu­la di per­so­ne che, pure in buo­na fede, non lo met­to in dub­bio, van­no in giro a pro­cla­ma­re prin­ci­pi di tale por­ta­ta che anche uno solo di que­sti, se dav­ve­ro com­pre­so pri­ma e poi rea­liz­za­to, sareb­be suf­fi­cien­te a cam­bia­re le sor­ti non dico di tut­to il mon­do ma di parec­chia gen­te si.

Solo che il mon­do resta quel­lo che è e, anzi, va sem­pre più a sca­ta­fa­scio. Ma come… non sie­te tut­ti illu­mi­na­ti? E allo­ra com’è che sia­mo mes­si sem­pre peggio?

Io cre­do che la rispo­sta stia, alme­no per quan­to attie­ne l’am­bi­to di que­sto post, nel fat­to che trop­pe per­so­ne “capi­sco­no” ma non com­pren­do­no e, soprat­tut­to, non rea­liz­za­no quel­lo di cui parlano.

Sape­re una cosa non vuol dire affat­to aver­la com­pre­sa o cono­scer­la. For­se, nel miglio­re dei casi, signi­fi­ca aver­la capi­ta. Ma que­sto non basta.

Come si dice nel film “Incon­tri con Uomi­ni Straor­di­na­ri” la cono­scen­za acca­de diret­ta­men­te, quan­do nem­me­no un pen­sie­ro sta tra te e la cosa che cono­sci. Que­sto pre­sup­po­ne che esi­sta pri­ma di tut­to un indi­vi­duo, poi che tale indi­vi­duo sia in gra­do di cono­sce­re e, last but not lea­st, che costui sia in gra­do di azze­ra­re la distan­za tra sé stes­so e ciò che conosce.

Non è una passeggiata.

Mol­ti pen­sa­no che, sic­co­me han­no capi­to per­fet­ta­men­te un con­cet­to, ne han­no cono­scen­za; ma que­sto è pro­fon­da­men­te sba­glia­to: è sape­re, non cono­scen­za; il che signi­fi­ca, per inci­so, che sen­za una oppor­tu­na rea­liz­za­zio­ne è più inu­ti­le di un gat­to attac­ca­to ai maroni.

In com­pen­so è altret­tan­to se non più dan­no­so: per­ché quan­do scam­bia­mo il sape­re per cono­scen­za, smet­tia­mo di ope­ra­re e pro­ce­de­re ver­so la vera rea­liz­za­zio­ne che poi, guar­da caso, è l’u­ni­ca cosa che conta.

In più que­sto scam­bio por­ta spes­so dei per­fet­ti idio­ti, quan­do non dei casi psi­chia­tri­ci che sta­reb­be­ro meglio in un rico­ve­ro, a cre­der­si e/o spac­ciar­si per auten­ti­ci guru. Una vera ope­ra al nero, per quan­to il più del­le vol­te inconsapevole.

Non riten­go ci sia nul­la di male nel con­di­vi­de­re quel­lo che si è capi­to o com­pre­so o addi­rit­tu­ra rea­liz­za­to. Il gio­co al mas­sa­cro comin­cia quan­do lo si fa in modo da ali­men­ta­re (più o meno con­sa­pe­vol­men­te) nel­le altre per­so­ne con­vin­zio­ni erra­te su quel­lo che si dice e, soprat­tut­to, su chi lo sta dicendo.

E’ uno dei lati più occul­ti e peri­co­lo­si (ma comun­que pre­vi­sti ) del­la ten­den­za nefa­sta di que­sta epo­ca: non solo man­ca la Cono­scen­za (se non in raris­si­mi casi), non solo man­ca il Cuo­re (se non in casi anche più rari), ma man­ca addi­rit­tu­ra la capa­ci­tà di discer­ni­men­to neces­sa­ria e suf­fi­cien­te a met­ter­ci alla ricer­ca di qual­co­sa di vero.

Per­chè alla fine, sia­mo con­vin­ti di aver­lo già trovato.

Bel col­po diavoletto!

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