Antaratman Yoga: perchè praticare Meditazione

Vivia­mo in un mon­do che sem­bra l’an­ti­te­si del­la Veri­tà, e pro­prio per que­sto la toc­ca da vici­no ma, comun­que, si trat­ta di un mon­do in cui sem­pre di più le uni­che cose che con­ta­no sono le meno importanti.

La Medi­ta­zio­ne stes­sa, per tro­va­re un mini­mo di spa­zio nel cuo­re e nel­la men­te dei sem­pre più mate­ria­li­sti tem­pi moder­ni, ha dovu­to esse­re in qual­che modo rino­mi­na­ta, rivi­si­ta­ta, ovvia­men­te per­den­do sem­pre di più par­te del­la sua natu­ra e, di con­se­guen­za, del­la sua capa­ci­tà di por­ta­re noi esse­ri uma­ni… “oltre”.

Sta­re meglio, sen­tir­si meglio, rilas­sar­si… ormai sem­bra che sia l’u­ni­co sco­po capa­ce di muo­ve­re le per­so­ne ad intra­pren­de­re una pra­ti­ca, anche se il più del­le vol­te non seria e nep­pu­re profonda.

In que­sto arti­co­lo, usci­to ieri sul sito di Anta­rat­man Yoga appro­fon­di­sco pro­prio que­sto tema e le moti­va­zio­ni che inve­ce dovreb­be­ro por­ta­re ad una più pro­fon­da e inte­rio­re espe­rien­za di pratica.

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