Guardate bene le mani dei politici: quella del gesto è una scienza, non casualità!

Il lin­guag­gio del cor­po, si sa, è una for­ma di comu­ni­ca­zio­ne com­ples­sa, mol­to più pro­fon­da di qua­lun­que paro­la o discor­so. In “Lie to me”, Tim Roth inter­pre­ta le espres­sio­ni cor­po­ree al pun­to da risol­ve­re com­ples­si casi poli­zie­schi. E’ fin­zio­ne? No! Il cor­po alla fine tra­smet­te mol­te più infor­ma­zio­ni di quan­te si pos­sa immaginare.

Ma atten­zio­ne, la Cine­si­ca (scien­za che si occu­pa del­lo stu­dio di tale lin­guag­gio) non è solo appli­ca­bi­le come osser­va­to­ri: se sie­te con­sa­pe­vo­li del vostro cor­po, allo­ra pote­te usar­lo per tra­smet­te­re infor­ma­zio­ni allo stes­so modo del par­la­to: in altre paro­le, pote­te usar­lo per mentire.

L’er­ro­re, da par­te nostra, è spes­so quel­lo di con­si­de­ra­re “gli altri” al nostro stes­so livel­lo di igno­ran­za. Un erro­re cla­mo­ro­so, soprat­tut­to se rife­ri­to ai per­so­nag­gi del­la poli­ti­ca, o del­la tele­vi­sio­ne. Il fat­to che noi non si sia in gra­do di inter­pre­ta­re scien­ti­fi­ca­men­te il lin­guag­gio del cor­po di qual­cu­no, non impli­ca che quel qual­cu­no, al con­tra­rio, non sia in gra­do di gestir­lo perfettamente.

La pros­si­ma vol­ta che vi capi­ta di vede­re un poli­ti­co in TV, pro­va­te per una vol­ta a non casca­re in quel­lo che dice, a non entra­re in giu­di­zio sul­le sue paro­le (evi­ta­te cioè di pen­sa­re cose tipo “è giu­sto”, “ha ragio­ne”, “sono d’ac­cor­do”, “mi pia­ce”, “non mi piace”).

Limi­ta­te­vi ad osser­va­re: il con­te­nu­to del­le paro­le, ma anche la postu­ra, lo sguar­do e, soprat­tut­to, i gesti. Le mani, innan­zi tut­to (sco­pri­re­te che mol­ti le ten­go­no in tasca, o comun­que fuo­ri dal­la por­ta­ta del­le tele­ca­me­re), ma anche gli occhi, le microe­spres­sio­ni del vol­to (soprac­ci­glia in pri­mis, ma anche le lab­bra nel­le pau­se, le guan­ce, la fronte).

In que­sta osser­va­zio­ne, potre­ste sco­pri­re segna­li discor­dan­ti tra quel­lo che dice il cor­po e quel­lo che dico­no le paro­le. Oppu­re, potre­ste sco­pri­re un’as­so­lu­ta coe­ren­za. Una coe­ren­za che è altret­tan­to sospet­ta di un’as­so­lu­ta incon­grui­tà. I poli­ti­ci, spe­cie quel­li abi­tua­ti a com­pa­ri­re davan­ti alle tele­ca­me­re, san­no come far­lo: sono più esper­ti nel­la reci­ta­zio­ne di Vit­to­rio Gass­man, Gigi Pro­iet­ti e Antho­ny Hop­kins mes­si assie­me. Mol­ti di loro sono dei talen­ti tea­tra­li nati.

Non fate l’er­ro­re di sot­to­va­lu­ta­re un poli­ti­co, spe­cie quel­li ita­lia­ni. In mol­ti casi la loro gestua­li­tà è costrui­ta a tavo­li­no, e basta osser­var­li per capir­lo. Più le mani sono espo­ste e meno il poli­ti­co ha la pro­ba­bi­li­tà di esse­re sin­ce­ro, per­chè que­sto signi­fi­ca, mol­to pro­ba­bil­men­te, che sa esat­ta­men­te come usa­re quel­la par­te del cor­po che, in asso­lu­to, è quel­la più col­le­ga­ta al cervello.

Ci sono ovvia­men­te le ecce­zio­ni, comun­que tan­te, dato che spes­so nel­la nostra poli­ti­ca si pre­sen­ta­no per­so­nag­gi di un’i­gno­ran­za abis­sa­le. Ma quel­li che deci­do­no, quel­li che “fan­no la dif­fe­ren­za” a livel­lo deci­sio­na­le, sono tut­to tran­ne che igno­ran­ti o stupidi.

E basta guar­dar­li in fac­cia per capirlo!

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2 Commenti
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tupi

Bel­l’ar­ti­co­lo, a par­te ”lie to me”, avre­sti qual­che altro libro impor­tan­te da cita­re su que­sto argomento?