Scempi dei nostri tempi: lo Yoga ridotto a contorsionismo.

L’en­ne­si­ma scem­piag­gi­ne media­ti­ca, figlia del­la super­fi­cia­li­tà dei nostri tempi.

Un arti­co­lo che ci rac­con­ta come negli Sta­ti Uni­ti sia nato l’A­sa­na Cham­pion­ship, il cam­pio­na­to del­la postu­ra. In altre paro­le, nel­la spe­ran­za di far entra­re lo Yoga nel­le disci­pli­ne olim­pi­che, si tra­sfor­ma una via di rea­liz­za­zio­ne in poco più che un cam­pio­na­to di con­tor­sio­ni­smo, dato che “la ten­den­za ormai è quel­la di pra­ti­ca­re una disci­pli­na che ha tut­te le carat­te­ri­sti­che di un’attività fit­ness, lascian­do da par­te la filo­so­fia o la spi­ri­tua­li­tà.”

Autri­ce di que­sta che non pos­so che defi­ni­re “scem­pio”, è tal Raja­sh­ree Chou­d­hu­ry, moglie del già famo­so Bikram Chou­d­hu­ry, l’en­ne­si­mo auto­pro­cla­ma­to­si fon­da­to­re di una qual­che sua for­ma di Yoga (nel­lo spe­ci­fi­co si par­la di Hot Yoga), uno di quel­li che vor­reb­be­ro bre­vet­ta­re lo Yoga per far­ci una mon­ta­gna di sol­di e che a tal sco­po è dispo­sto a fare a sua vol­ta scem­pio di qua­lun­que conoscenza.

L’i­gno­ran­za gene­ra super­fi­cia­li­tà, si sa, e que­st’ul­ti­ma rige­ne­ra a sua vol­ta igno­ran­za. Si trat­ta di un cir­co­lo vizio­so che pro­du­ce in sin­te­si sem­pre più tene­bra nel­l’in­tel­let­to e nel cuo­re, maga­ri con il robu­sto appor­to di una per­so­na­li­tà par­ti­co­lar­men­te egoica.

Ma è anche un cir­co­lo vizio­so che fa mol­to como­do per tene­re a bada una popo­la­zio­ne sem­pre più fiac­ca­ta, sem­pre più impa­sto­ia­ta, in modo che la stes­sa, non ren­den­do­si con­to del­le con­di­zio­ni di man­can­za di liber­tà in cui vive, si fac­cia veni­re sem­pre meno il dub­bio che potreb­be esse­re assai più felice.

Ormai oggi non ser­vo­no edit­ti, leg­gi e decre­ti liber­ti­ci­di (che comun­que nasco­no in con­ti­nua­zio­ne, nel­l’a­pa­tia gene­ra­le), è suf­fi­cien­te il con­ti­nuo effet­to ping pong tra igno­ran­za e super­fi­cia­li­tà per garan­ti­re l’a­pa­tia e, di con­se­guen­za, il controllo.

Per­ché si sa: tut­te le vol­te che colo­ro che potreb­be­ro fare il bene resta­no pas­si­vi, colo­ro che fan­no il male vincono.

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4 Commenti
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Wfal

Ave­vo visto un docu­men­ta­rio su Sky sul Bikram yoga.
Que­sto qua ad un cer­to pun­to pen­so bene di bre­vet­tar­lo il “suo” yoga…
Man­dò let­te­re mina­to­rie redat­te dal suo lega­le in tut­ti i cen­tri degli sta­ti uni­ti dove pre­su­mi­bil­men­te si pra­ti­ca­va il “suo“yoga, dif­fi­dan­do gli istrut­to­ri dal con­ti­nua­re ad inse­gnar­lo pena una causa.…

Andrea

…per cari­tà, ognu­no è libe­ro di fare quel che vuole…
…ma che si dia­no i giu­sti nomi alle cose…
„,lo sport è una cosa, e lo Yoga sta allo sport come i delfini..ai pesci!
Giu­sto per pun­tua­liz­za­re: per quan­to mi riguar­da anche la dan­za, il can­to e il tea­tro non sono sport nè disci­pli­ne da competizione.
Ma in que­sti ambi­ti il pata­trak è già successo 🙁 

Eppu­re pochi san­no che la via per la vit­to­ria, in ogni ambi­to, non è la com­pe­ti­zio­ne, ma la crea­ti­vi­tà! :bang:

Jackill

Si par­la sem­pre più spes­so di risve­glio del­le coscien­ze, sin­ce­ra­men­te cre­do che ormai sia­mo alla frut­ta, la mag­gior par­te del­le per­so­ne mi sem­bra­no lobotizzate !

maurizio

sei gran­de franz…! bel­la quel­la del ping pong tra igno­ran­za e super­fi­cia­li­tà. (se solo sapes­se­ro) un salu­to di un’ot­ta­va supe­rio­re. bye bye. :devil: