Immagina di essere nato or ora… by Giuseppe

Man mano che si cre­sce e si matu­ra (quan­do si matu­ra) può capi­ta­re, a vol­te, di esse­re pre­si da un’incontenibile sen­so di ansia per ciò che di sba­glia­to si è fat­to nel­la vita.

Mol­ti di noi lo han­no spe­ri­men­ta­to, par­lo dei sen­si di col­pa.

Allo­ra si cade nell’ansia o nel­lo scon­for­to. Di col­po ci si può ingri­gi­re e sen­tir­si irri­me­dia­bil­men­te per­du­ti, e si vor­reb­be tor­na­re indie­tro nel tem­po, per rime­dia­re. Ma rime­dia­re, di soli­to, non si può.

Si può, però, fare un sem­pli­ce gio­chet­to per libe­rar­si imme­dia­ta­men­te di quell’orribile far­del­lo: pos­sia­mo imma­gi­na­re di esse­re appe­na nati.

Sì, pos­sia­mo imma­gi­na­re di esse­re venu­ti alla luce or ora, bel­li fre­schi di par­to, di aver appe­na aper­to gli occhi in que­sto mera­vi­glio­so mon­do ma, in più, ritro­var­ci con un gran­de van­tag­gio sui nor­ma­li bebè: abbia­mo l’optional di tut­to un gran baga­glio di espe­rien­ze e cono­scen­ze (mol­te del­le qua­li costi­tui­te pro­prio da ciò che i nostri erro­ri ci han­no insegnato).

Non per nul­la si dice che “sba­glian­do si impara”.

Ecco: vive­re l’istante pre­sen­te come se fos­se il pri­mo istante! 

Sem­bra una cosa da nien­te, ma fun­zio­na, e lo si può fare ad ogni respiro…con ogni inspi­ro “sen­ti­re” di esse­re appe­na nati, fre­schi, puli­ti e…un po’ più saggi.

Quel­la di por­ta­re l’attenzione al respi­ro non è cer­to una mia tro­va­ta, l’Antica Scien­za del respi­ro vie­ne col­ti­va­ta da mil­len­ni in Orien­te, io pos­so solo affer­ma­re – spe­ri­men­tan­do­la quo­ti­dia­na­men­te da quat­tor­di­ci anni – che fun­zio­na. Fun­zio­na per “libe­ra­re” la nostra ener­gia vita­le da pesi, disar­mo­nie, bloc­chi e mol­to altro ancora.

Por­ta­re l’attenzione al respi­ro come se fos­se “il pri­mo e l’ultimo” – come si dice nel­la Via del­lo Zen – è un modo effi­ca­cis­si­mo e imme­dia­to per ripor­ta­re la men­te a casa, zit­ti­re il suo chiac­chie­ric­cio e…ottenere la pace “viven­do nel flus­so degli eventi”.

Vive­re seguen­do armo­nio­sa­men­te il “flus­so degli even­ti” è una vera e pro­pria Arte, che va col­ti­va­ta e per­fe­zio­na­ta quotidianamente.

Ma tor­nan­do alle emo­zio­ni nega­ti­ve è uti­le ricor­da­re che la men­te, coi suoi pro­ces­si mec­ca­ni­ci di “ricor­do” e di “anti­ci­pa­zio­ne del futu­ro”, sta alla base di mol­te di quel­le che ven­go­no defi­ni­te “emo­zio­ni nega­ti­ve”.

Vero e pro­prio vele­no per ognu­no di noi, le emo­zio­ni nega­ti­ve (pau­ra, timi­dez­za, sen­si di col­pa, sospet­to, rab­bia, risen­ti­men­to, invi­dia-gelo­sia, chiu­su­ra, lamen­to, e altre anco­ra) dovreb­be­ro esse­re com­bat­tu­te sen­za tre­gua, per il sem­pli­ce fat­to che la vita, quel­la di ognu­no di noi, dovreb­be ave­re come fine il Piacere.

In effet­ti (e pro­prio per dir­la tut­ta) il Pia­ce­re è già insi­to nel­la nostra Natu­ra Auten­ti­ca (ce l’abbiamo incor­po­ra­to, insom­ma) per­ciò ripu­lir­ci dal­le emo­zio­ni nega­ti­ve (tra cui, appun­to, i sen­si di col­pa) è solo un modo per fare puli­zia da tut­to ciò che è “emo­ti­va­men­te estra­neo” a un mon­do emo­ti­vo raf­fi­na­to e armonioso.

Per­ciò sen­ti­re (più che imma­gi­na­re) di esse­re nato or ora è pro­prio un modo “velo­ce” di entra­re in con­tat­to con la par­te più pro­fon­da (e più vera) di noi stes­si, toc­ca­re il suo modo di pro­va­re pia­ce­re e… far­la in bar­ba alle emo­zio­ni negative.

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Jackill

Bel­le paro­le, ma di pura fan­ta­sia, se hai vera­men­te dei sen­si di col­pa quel­li te li por­te­rai per tut­ta la vita e se come dici rina­sci ex novo ma con tut­ti i ricor­di del pas­sa­to, que­sti ti ser­vi­ran­no per cor­reg­ger­ti, ma sicu­ra­men­te ne farai altri, d’al­tron­de la vita è que­sto e se non la si accet­ta così comè, allo­ra con­vie­ne non rina­sce­re fin­chè non si è pronti.
Rina­sce­re solo men­tal­men­te non è pos­si­bi­le in quan­to sei lega­to alla vita che ti stà intor­no con le sue espe­rien­ze e ami­ci­zie, per far ciò che dici è impe­ra­ti­vo chiu­de­re anche i pon­ti con la tua vita per crear­ne una nuo­va, ma la tua coscien­za, quel­la non la puoi lascia­re è come un’om­bra e sarà sem­pre con te.
Comun­que mi fà sem­pre pia­ce­re leg­ger­ti, ciao con affetto.

Giuseppe

Caro/a Jac­kill (scu­sa ma non ho anco­ra capi­to il tuo ses­so), vor­rei far­ti una doman­da: sei un pra­ti­can­te? Hai mai pro­va­to a spe­ri­men­ta­re seria­men­te e per un cer­to tem­po l’Os­ser­va­zio­ne del respi­ro (caso­mai uni­ta­men­te a un po’ di Ricer­ca Interiore)?
Se la rispo­sta è sì allo­ra pos­sia­mo dia­lo­ga­re aven­do dei pun­ti espe­rien­zia­li in comu­ne (e sono pie­na­men­te dispo­sto a dia­lo­ga­re, anzi, per me è un pia­ce­re e un ono­re, cer­can­do di arri­va­re assie­me a com­pren­de­re come stan­no vera­men­te le cose).
Se inve­ce non sei un pra­ti­can­te allo­ra sì che reste­rem­mo all’in­fi­ni­to nel “cam­po” del­la fan­ta­sia, del solo dia­lo­go ver­ba­le, del­le chiac­chie­re but­ta­te al vento.
Comun­que, per tua infor­ma­zio­ne, di sen­si di col­pa ne ho vis­su­ti di gigan­te­schi (ma qui entria­mo nel pri­va­to) e, ti pos­so garan­ti­re che gra­zie a un lun­go “lavo­ro” di Osser­va­zio­ne e disi­den­ti­fi­ca­zio­ne (non di fan­ta­sia) dal vis­su­to del­la Per­so­na­li­tà sono arri­va­to a libe­rar­mi di quel­l’or­ri­bi­le peso.
Gra­zie del com­men­to e ricam­bio il tuo salu­to affettuoso.

Jackill
Reply to  Giuseppe

Caro Giu­sep­pe, sono una per­so­na di ses­so maschi­le, sono un praticante ?
Di cosa ? medi­ta­zio­ne, respi­ra­zio­ne, ricer­ca interiore ?
Scu­sa ma non cre­do che chi pra­ti­chi la ricer­ca inte­rio­re pos­sa fare a meno del­le altre, se inve­ce inten­di chie­der­mi se pra­ti­co fre­quen­tan­do qual­che grup­po in par­ti­co­la­re, ti dico di no !
Se hai qual­che altra doman­da, sorò lie­to di risponderti.
Con affet­to e simpatia.

Fede

La gran­de mag­gio­ran­za dei cat­to­li­ci (cen­ti­nai di milio­ni di per­so­ne) “con­du­ce” un’e­si­sten­za infa­me per­chè ‘intu­mo­ra­ti’ da que­ste mas­se vele­no­se che chia­mia­mo ‘sen­si di col­pa’ dai qua­li ci si puó libe­ra­re solo cam­mi­nan­do in un sen­tie­ro di con­sa­pe­vo­lez­za: anke la psi­ca­na­li­si (se fat­ta con un ana­li­sta esper­to e vin­cen­te come capi­tó a me) puó libe­ra­re dai sen­si di col­pa: que­sto tuo pre­zio­so arti­co­lo, caro Giu­sep­pe, mi ha ricor­da­to che una vol­ta ce li ave­vo ank’io…