L’editoriale di Vittorio Feltri, ieri su Il Giornale… non riesco a crederci…

Sul Gior­na­le di ieri com­pa­re que­sto arti­co­lo di Vit­to­rio Fel­tri, in cui il gior­na­li­sta dice, tra le altre cose:

“Cio­no­no­stan­te, poi­ché la stra­ge si è con­su­ma­ta in 30 minu­ti, c’è da chie­der­si comun­que per­ché il plu­rio­mi­ci­da non sia sta­to mini­mamente con­tra­sta­to dal grup­po desti­na­to allo ster­mi­nio. Ragio­niamo. Cin­que, sei, set­te, die­ci, quin­di­ci per­so­ne, e tut­te disarma­te, non sono in gra­do di annienta­re un nemi­co, per quan­to agi­sca da solo, se que­sto impu­gna armi da fuo­co. Ma 50 – e sull’isola ce n’erano die­ci vol­te tan­te-se si lan­ciano insie­me su di lui, alcu­ne di si­curo ven­go­no abbat­tu­te, ma solo alcu­ne, e quel­le che, vice­ver­sa, ri­mangono ille­se (met­tia­mo 30 o 40) han­no la pos­si­bi­li­tà di far­lo a pez­zi con le nude mani.”

Che ci cre­dia­te o no, que­sto è il suc­co di tut­to l’ar­ti­co­lo: secon­do Fel­tri i ragaz­zi sul­l’i­so­la di Utoya avreb­be­ro dovu­to esse­re tut­ti eroi, fare mas­sa e get­tar­si come un sol uomo sul­lo sparatore.

Io per­so­nal­men­te ho avu­to due occa­sio­ni per tro­var­mi dal­la par­te sba­glia­ta del­la can­na di un’ar­ma: la pri­ma quan­do mi tro­vai nel­le imme­dia­te vici­nan­ze di una spa­ra­to­ria a Mila­no; vola­va piom­bo cal­do da tut­te le par­ti, ma non si capi­va asso­lu­ta­men­te da dove venis­se il fuoco.

La secon­da quan­do un delin­quen­te mi spia­nò con­tro una 357 Magnum per­chè non gli ave­vo cedu­to il passo.

Dal pun­to di vista di que­ste due espe­rien­ze, mi chie­do se Vit­to­rio Fel­tri abbia la ben­chè mini­ma idea di cosa pos­sa voler dire tro­var­si in mez­zo a una fol­la in cui qual­cu­no (non sai chi, non sai per­chè e, soprat­tut­to, non sai in quan­ti sono), pas­sa la paro­la ad un mitra­glia­to­re pesan­te automatico.

Ripe­to, in mez­zo al fuo­co mi sono tro­va­to una sola vol­ta ma ricor­do con pre­ci­sio­ne asso­lu­ta che qua­si me la feci addos­so. E non ero in mez­zo alla fol­la, non ero in pri­ma fila e non pote­vo nep­pu­re vede­re l’o­ri­gi­ne dei colpi.

Tut­ti i vete­ra­ni di guer­ra spie­ga­no alle reclu­te (e lo so per­chè uno di loro un gior­no lo spie­gò anche a me), che in un con­flit­to a fuo­co anche i sol­da­ti più duri la pri­ma vol­ta se la fan­no sot­to. In altre paro­le si trat­ta di un rifles­so ance­stra­le per cui il cor­po di un esse­re uma­no che si tro­vi in una situa­zio­ne di gra­vis­si­mo rischio lascia imme­dia­ta­men­te anda­re qua­lun­que pro­ces­so fisio­lo­gi­co gli fac­cia con­su­ma­re ener­gia inu­til­men­te, e que­sto per met­te­re tut­te le pro­prie for­ze nel­l’u­ni­co atto che abbia inscrit­to nel DNA: sal­var­si la vita.

Nel film “Per un pugno di dol­la­ri” Clint Easwood pro­nun­cia la famo­sa fra­se “quan­do l’uo­mo con la pisto­la incon­tra l’uo­mo con il fuci­le, l’uo­mo con la pisto­la è un uomo morto”.

Fra­se che puz­za di veri­tà lon­ta­no un chilometro.

Ora… cosa pen­sa Vit­to­rio Fel­tri che ci fos­se scrit­to a let­te­re di fuo­co nel­le men­ti di ragaz­zi DISARMATI sul­l’i­so­la di Utoya men­tre davan­ti ad alcu­ni di essi si para­va un uomo arma­to di mitra­glia­to­re che vomi­ta­va fuo­co e fiamme?

Glie­lo dico io cosa c’e­ra: la con­sa­pe­vo­lez­za incre­du­la che la loro vita era finita.

E nel­la men­te degli altri? Quel­li che non capi­va­no a livel­lo coscien­te cosa stes­se accadendo?

Anco­ra glie­lo dico io cosa c’e­ra: il ter­ro­re ance­stra­le che pren­de pos­ses­so di un esse­re uma­no quan­do la mor­te gli fia­ta sul collo!

Quin­di a que­sto pun­to sono io a chie­der­mi: cosa pas­sa­va nel­la men­te di Fel­tri men­tre par­to­ri­va il suo articolo?

Giu­ro che anco­ra ades­so, dopo più di ven­ti­quat­tro ore, non sono riu­sci­to a dar­mi una risposta.

E a que­sto pun­to, temen­do la pos­si­bi­li­tà di tro­var­mi di fron­te alla veri­tà, non sono nep­pu­re cer­to di voler­la trovare.

Una sola cosa mi è ine­lut­ta­bil­men­te, infal­li­bil­men­te chia­ra: qua­lun­que gior­na­le ripor­te­rà in futu­ro anche un solo arti­co­lo fir­ma­to da Vit­to­rio Fel­tri, non potrà mai più anno­ve­rar­mi tra i suoi lettori.

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9 Commenti
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Fede

pur­trop­po que­sti pidoc­chi sedu­ti sul­le gran­di pol­tro­ne del­l’in­for­ma­zio­ne, van­no con­trol­la­ti e scre­di­ta­ti ad ogni pas­so azzar­da­to che com­pio­no. Loro sono i gran­di mani­po­la­to­ri del­l’i­ta­li­ca spe­cie uma­na: loro con le loro men­zo­gne spi­sta­no qua e la i gusti e le non-scel­te del­l’uo­mo comu­ne che, come è risa­pu­to, non bril­la cer­to di inte­li­gen­za: sta a gen­te come noi, quin­di, il com­pi­to di pro­teg­ger­lo da avvol­toi prez­zo­la­ti come fel­tri: fer­ra­ra fel­tri emi­lio fede e altri, andreb­be­ro osser­va­ti con­ti­nua­men­te e indefessamente…e scre­di­ta­ti nel loro agi­re quan­do que­sto assu­me un con­no­ta­to social­men­te pericoloso.…

Sting

Pre­sun­zio­ne, sac­cen­za, ego­cen­tri­smo, con­di­ti da una buo­na dose di ignoranza.
Di chi par­la di cose che non ha vis­su­to e non cono­sce, altri­men­ti il Sig. Fel­tri sareb­be un’uo­mo di spes­so­re, auto­re­vo­le, e non il por­ta­vo­ce di un con­for­mi­smo bor­ghe­se vuo­to e ste­ri­le che giu­di­ca sen­za ave­re ele­men­ti per farlo.
E capi­reb­be che non tut­ti sia­mo ugua­li, c’è chi attac­ca e chi fug­ge, chi par­la e chi tace, cosa che dovreb­be impa­ra­re a fare più spesso.

guglielmo
Reply to  Sting

Leg­go sol­tan­to ades­so il com­men­to del let­to­re STING del 26/07/11 :4,21 pm.- Caro ami­co, cre­do che pri­ma di fare la pre­di­ca a Fel­tri, sareb­be oppor­tu­no che lei des­se una ripas­sa­ta al dizio­na­rio del­la lin­gua ita­lia­na che non pre­ve­de asso­lu­ta­men­te il sostan­ti­vo “sac­cen­za”. Si dice SACCENTERIA.

franz
Reply to  guglielmo

Ma chi se ne fre­ga se uno sba­glia una paro­la? E’ abi­tu­di­ne costan­te, noto sui blog, di andar subi­to a sot­to­li­nea­re gli erro­ri di for­ma per smi­nui­re il con­te­nu­to. Il qua­le, for­ma cor­ret­ta o no, resta imperturbato.

guglielmo
Reply to  guglielmo

Sig.Franz, non ave­vo alcu­na inten­zio­ne di “tur­ba­re” il con­te­nu­to del post del Sig. Sting, ammes­so che lo aves­se. Ma, vivad­dio, se si vuo­le cri­ti­ca­re – insul­tan­do­lo – un gior­na­li­sta come Fel­tri, lo si fac­cia usan­do alme­no la lin­gua ita­lia­na in manie­ra cor­ret­ta.. D’al­tra par­te, mi per­do­ni, ma devo con­sta­ta­re che il livel­lo ” cul­tu­ra­le” dei com­men­ta­to­ri di que­sto blog non rie­sce ad anda­re al di là del­l’in­sul­to gra­tui­to. Vero, Sig. Fede e Sig. Rini? E anche lei, illu­stre Sig. Franz, riser­vi il suo “amen” alle pre­ghie­re del­la sera! Buo­na gior­na­ta a tutti.

jackll

Evi­den­te­men­te, il sig. Fel­tri non ha mai avu­to un’ este­rien­za simi­le e for­se leg­ge trop­pi fumet­ti, ma la real­tà è mol­to diver­sa spe­ce se hai la con­sa­pe­vo­lez­za e la cono­scen­za del­le armi da fuoco.

Roberto Rini

sin­te­ti­ca­men­te la rispo­sta è: Fel­tri è un coglione! 

(…sem­pre che qual­cu­no pen­sas­se il contrario..)