Sole e melanoma: ci vogliono tutti bianchicci e lattiginosi

Arri­va l’e­sta­te e rico­min­cia­no gli arti­co­li “sta­gio­na­li” sui media, quel­li di cui ormai, a quan­to pare, non se ne può più fare a meno. E giù a rom­pe­re i maro­ni con i con­si­gli per il cal­do, per l’a­fa, per i col­pi di sole, per il mare… e ovvia­men­te par­te la soli­ta cam­pa­gna di demo­niz­za­zio­ne del sole come cau­sa del melanoma.

La base di que­sta mena­ta paz­ze­sca è rap­pre­sen­ta­ta dal­la sta­ti­sti­ca, che vede l’au­men­to del mela­no­ma par­ti­co­lar­men­te mar­ca­to in quel­le popo­la­zio­ni mag­gior­men­te espo­ste ai rag­gi solari.

Pec­ca­to che ci si dimen­ti­chi di un dato fon­da­men­ta­le: il foto­ti­po, vale a dire la tipo­lo­gia di pel­le, che nel­le sud­det­te sta­ti­sti­che rap­pre­sen­ta un para­me­tro fon­da­men­ta­le, dal qua­le si dedu­ce che la mag­gio­re inci­den­za è in quel­le per­so­ne dal foto­ti­po estre­ma­men­te chia­ro (e infat­ti le popo­la­zio­ni più col­pi­te sono quel­le dei pae­si nor­di­ci e del­l’Au­stra­lia, tut­te popo­la­zio­ni dal­la pel­le mol­to chia­ra ed estre­ma­men­te sen­si­bi­le ai rag­gi solari).

Un’al­tra cosa di cui tut­ti gli arti­co­li sul­l’ar­go­men­to si dimen­ti­ca­no accu­ra­ta­men­te di fare men­zio­ne è l’inter­mit­ten­za.

In altre paro­le, le sta­ti­sti­che sopra espo­ste val­go­no nel momen­to in cui le per­so­ne si espon­go­no rara­men­te al sole. Infat­ti tut­ti quel­li che per lavo­ro al sole si espon­go costan­te­men­te (tipo i pesca­to­ri, per esem­pio) non pre­sen­ta­no affat­to un aumen­to pro­por­zio­na­le di que­sta patologia.

Sem­pre per rima­ne­re nel cam­po del­la super­fi­cia­li­tà, in nes­sun arti­co­lo si cita l’impor­tan­za del­la luce sola­re diret­ta nel­la pro­du­zio­ne di vita­mi­na D, essen­zia­le alla vita uma­na e che non vie­ne pro­dot­ta se non sot­to l’azio­ne del­la luce sola­re diret­ta. Chec­chè se ne dica, l’uo­mo si nutre di luce.

E non di quel­la ema­na­ta dal­lo scher­mo del PC, ma di quel­la pro­dot­ta dal sole.

Se le per­so­ne pren­des­se­ro l’a­bi­tu­di­ne di espor­si con mag­gior rego­la­ri­tà alla luce, inve­ce di sta­re sem­pre tap­pa­te in casa o in uffi­cio, ecco che la sopra­ci­ta­ta “inter­mit­ten­za” di espo­si­zio­ne, ver­reb­be improv­vi­sa­men­te a cala­re, cosa per cui pro­ba­bil­men­te anche l’au­men­to di inci­den­za segui­reb­be a ruota.

Sia­mo alle soli­te: la sta­ti­sti­ca idio­ta gui­da agli arti­co­li da idio­ti o da igno­ran­ti. Il pro­ble­ma non è la luce sola­re, ma il fat­to che per il 90% del nostro tem­po non ne assor­bia­mo abba­stan­za. Pro­va ne sia il fat­to che colo­ro che per lavo­ro stan­no sem­pre al sole sof­fro­no pro­por­zio­nal­men­te mol­to meno di mela­no­ma di quan­to non acca­da a tut­ti gli altri.

A que­sto pun­to logi­ca vor­reb­be che il sug­ge­ri­men­to fos­se quel­lo di espor­si più spes­so e rego­lar­men­te alla luce sola­re, evi­tan­do di far­lo sola­men­te in quei quin­di­ci stri­min­zi­ti gior­ni di vacanza.

Ma la logi­ca e il sape­re ormai sono sva­ni­ti dal­la stam­pa, com­ple­ta­men­te sepol­ti dal “poli­ti­ca­men­te cor­ret­to” e dal­la super­fi­cia­li­tà più becera.

Io per­so­nal­men­te cer­co di sta­re alla luce il più pos­si­bi­le, duran­te tut­to l’an­no. E cer­co pure di man­te­ne­re i miei mela­no­ci­ti bel­li in for­za e caz­zu­ti, facen­do­li lavo­ra­re appe­na possibile.

E di arti­co­li come que­sto, me ne sbat­to pro­fon­da­men­te i coglio­ni.

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francesco

gran­de franz! Infat­ti mol­ti arti­co­li di “divul­ga­zio­ne scien­ti­fi­ca” sono com­ple­ta­men­te fuor­vian­ti, come la sto­ria del­la pul­ce che ave­vo por­ta­to in un com­men­to tem­po addie­tro; trag­go­no del­le con­clu­sio­ni con­trap­po­ste ad altre mag­gior­men­te logi­che e sup­por­ta­bi­li. Qual­cu­no una vol­ta ha det­to (non ricor­do chi) che la sta­ti­sti­ca è uno dei modi più ele­gan­ti di rac­con­ta­re balle.

Roberto Rini

sì.….sono d’ac­cor­do, l’e­spo­si­zio­ne con­ti­nua al sole è neces­sa­ria (negli ora­ri non noci­vi). e la gnoc­ca in foto ne è la testimonianza.:)

piut­to­sto leg­go spes­so del­la pos­si­bi­li­tà di un vero e pro­prio nutri­men­to “fisi­co”, che ne può deri­va­re dal­l’e­spo­si­zio­ne a sole e luce…
e cer­ti yogin idia­ni ne sono la testi­mo­nian­za (chis­sà di cose si nutre la gnoc­ca di cui sopra…), ma anche altri spe­ri­men­ta­to­ri occi­den­ta­li affer­ma­no ciò..
tu hai un’i­dea in meri­to, Franz?