Individuare il nascondiglio delle paure – By Giuseppe

Cosa c’è di più para­liz­zan­te? E cosa è così dif­fi­ci­le da indi­vi­dua­re nel­la vita?

Le nostre paure!

Infat­ti ci sia­mo tal­men­te spe­cia­liz­za­ti a nascon­der­le che per non veder­le ci inven­tia­mo ogni sor­ta di pas­sa­tem­po, di hob­by, di siste­mi e stra­te­gie di fuga.

Però nono­stan­te i mil­le truc­chi che ci inven­tia­mo, a vol­te, for­se solo spec­chian­do­ci distrat­ta­men­te in una vetri­na, scor­gia­mo qual­co­sa di stra­no nel nostro sguar­do: una sor­ta di muto ter­ro­re che affio­ra da chis­sà qua­li profondità.

Ma dura solo un atti­mo. L’attimo dopo sia­mo già inten­ti a costrui­re castel­li imma­gi­na­ri sul­la sua tana. Come se que­sto bastas­se a tener­la lontana.

Ecco! For­se è pro­prio su que­sto che dob­bia­mo riflet­te­re: non basta tene­re lon­ta­ne le pro­prie pau­re o occul­tar­le. Que­sto non è suf­fi­cien­te. Né è suf­fi­cien­te eva­de­re accen­den­do la tivù, andan­do a una festa o in vacan­za. Dal­le pro­prie pau­re biso­gna libe­rar­si defi­ni­ti­va­men­te se voglia­mo vive­re una vita pie­na ed appagante!

A che ser­ve, infat­ti, costrui­re magni­fi­ci palaz­zi quan­do nei loro sot­ter­ra­nei si muo­vo­no sini­stra­men­te i mostri imma­gi­na­ri del­le nostre paure?

A che ser­ve, ad esem­pio, iso­lar­si in casa o dive­ni­re ecces­si­va­men­te loqua­ci, espan­si­vi o aggres­si­vi per allon­ta­na­re la pro­pria timi­dez­za? Que­sti sono solo modi per nascon­der­la, non per liberarsene.

Per libe­rar­se­ne occor­re coglier­la quan­do tira fuo­ri la testa dal suo nascon­di­glio e rima­ne­re fer­mi a guar­dar­la in fac­cia. Quel­lo è il momen­to di non fug­gi­re, di non crea­re diver­si­vi. Sem­pli­ce­men­te rima­ne­re fermi…ed osser­va­re. Osser­var­la, sen­za lot­ta­re, sen­za giu­di­ca­re. Sem­pli­ce­men­te osser­va­re, osser­va­re a lun­go. E for­se sco­pri­re­mo che si trat­ta­va solo di un fan­ta­sma frut­to del­la nostra imma­gi­na­zio­ne. Imma­gi­na­zio­ne che ci dice­va che non sia­mo accet­ta­ti, non sia­mo capi­ti, non sia­mo all’altezza, e chis­sà cos’altro.

E il solo rima­ne­re fer­mi ad osser­va­re una nostra pau­ra, quan­do si mani­fe­sta, può esse­re suf­fi­cien­te a far­la sva­ni­re, come sva­ni­sco­no le ombre del­la not­te al sor­ge­re del sole.

Cer­to tor­ne­ran­no a far­si vive, le nostre pau­re, gli scher­zi dell’immaginazione non han­no fine. Ma ogni bat­ta­glia vin­ta ci ren­de più leg­ge­ri, più consapevoli…più forti.

E pron­ti per un’altra sfida.

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6 Commenti
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toni

…e chis­sà per­chè la pen­so allo stes­so modo,comunque non è faci­le sta­re li ad aspet­ta­re che esca la pau­ra dal suo nascondiglio,io per esem­pio vado sem­pre di fret­ta e quan­do non vado di fret­ta signi­fi­ca che lavo­ro poco …e que­sta for­se è una mia pau­ra, però è una brut­ta pau­ra …che for­se le nostre pau­re le cono­scia­mo già,ma come si fago­gi­ta­no in real­tà per far­le spa­ri­re ? che tec­ni­ca “scia­ma­ni­ca” mi con­si­gli. ne leg­go parec­chi di libri dicia­mo sciamanici..curiosi, che par­la­no un lin­guag­gio liquido,denso come l’acqua,parole sor­de che dovreb­be­ro sti­mo­la­re qual­che ghian­do­la pinea­le e spo­sta­re flus­si ormo­na­li in cana­li ener­ge­ti­ci che esi­sto­no vera­men­te ‚ma non sono visi­bi­li , esi­sto­no è basta..insomma una spe­cie di capa­ci­tà straor­di­na­rie che tut­ti pos­se­dia­mo ma non ne sap­pia­mo fare uso…e abbia­mo pau­ra pure del silenzio,“perchè il silen­zio è il sen­ti­men­to liqui­do del­l’a­ni­ma e le paro­le sono il pro­dot­to incom­piu­to di una men­te ari­sto­cra­ti­ca e put­ta­na, che si nascon­de al nostro occhio pro­fon­do per pau­ra di esse­re sco­per­ta e svuo­ta­ta dai demo­ni che alber­ga­no nel­le sue stan­ze” :smo­ke­red:

toni

..ho dimen­ti­ca­to i salu­ti e un gra­zie :bye:

Giuseppe

Par­lo solo per mia esperienza:
affron­ta­re le pro­prie pau­re, lascian­do da par­te modi scia­ma­ni­ci, o comun­que stra­ni o curio­si per farlo,
è, cre­do, la sola alter­na­ti­va che abbia­mo per vive­re vera­men­te una vita degna di que­sto nome.
E non neces­sa­ria­men­te dob­bia­mo sta­re lì ad aspet­ta­re che que­ste esca­no spon­ta­nea­men­te allo sco­per­to, anzi, è pro­prio met­ten­do­si in gio­co che pos­sia­mo veder­le in tut­to il loro “splen­do­re”.
E qui casca l’asino.
Io cre­do che tut­ti noi sap­pia­mo, con più o meno for­za di con­sa­pe­vo­lez­za, qua­li sono le nostre pau­re, i nostri limi­ti. E sta ad ognu­no di noi tro­va­re i modi per supe­rar­li. Sicu­ra­men­te, una vol­ta indi­vi­dua­to il “nemi­co inter­no” ser­ve una buo­na dose di for­za di volon­tà, foca­liz­za­zio­ne men­ta­le e capa­ci­tà di resi­ste­re agli sti­mo­li che ten­do­no a ricrea­re le vec­chie dina­mi­che di asser­vi­men­to alla paura.
Ma soprat­tut­to è impor­tan­te non rac­con­tar­si bal­le, spac­cian­do­si per ciò che non si è: que­sto inten­de­vo quan­do dice­vo che “guar­da­re in fac­cia le pro­prie pau­re”, e guar­dar­le a lun­go, può esse­re mol­to uti­le per sco­pri­re che maga­ri era­no tut­te costrui­te attor­no ad un’u­ni­ca gran­de illu­sio­ne. A te sco­pri­re quale.
Ciao e gra­zie a te Toni.

toni

…eff­fe­ti­va­men­te sia­mo tut­ti un pò del­le for­mi­chi­ne cieche,lo impa­ra­vo da bam­bi­no ‚quan­do ci diver­ti­va­mo a dare fasti­dio a quel­le pove­re for­mi­chi­ne ‚che non si ren­de­va­no con­to di cosa sopra di loro si diver­ti­va a cam­bia­re il loro di mondo,sicuramente avver­ti­va­no il pericolo,ma non capi­va­no cosa fos­se a crea­re tut­to quel­lo scompiglio…con le loro di anten­ni­ne, riu­scia­va­no a per­ce­pi­re solo una par­te del mon­do dimen­sio­na­le di cui face­va­no parte,non ci vedevano…e noi cru­de­li ci diver­ti­va­mo inno­cen­te­men­te, gio­can­do come face­va­no gli dei del­l’o­lim­po con i pove­ri uma­ni… è trop­po sem­pli­ce e natu­ra­le, imma­gi­na­re noi come loro,conosciamo solo una par­te del mon­do dimen­sio­na­le di cui fac­cia­mo par­te e poi sia­mo mol­to simi­li :ci affa­nia­mo tut­to il gior­no, ognu­no con il pro­pio ruo­lo da reci­ta­re nel­le nostre società,però noi a dif­fe­ren­za loro (non so come sia potu­to acca­de­re) ci sia­mo arro­ga­ti dei dirit­ti in più e ci sia­mo mes­si a costrui­re stà tor­re di babe­le che non può comun­que esse­re costrui­ta sem­pre più in alto ‚per­chè sot­to a que­sta; le mace­rie che lascia­mo per for­za di cose cor­ro­de­ran­no le fondamenta…vabbè tan­to mor­to un papa se ne fa un’altro…chi ha dato ha dato chi ha avu­to ha avu­to. Infat­ti c’è qual­co­no o qual­co­sa che ci si nutre dei nostri sen­ti­men­ti del­le nostre emo­zio­ni ‚un pò come il film per bambini(sempre mol­to curio­si a mio avviso)Monster,quello del­le por­te dimen­sio­na­li e del­le bat­te­rie che si cari­ca­va­no di ener­gia con le nostre paure…forse i demo­ni o gli ange­li bò …c’è a chi pia­ce dol­ce e a chi salato,sarà solo que­stio­ni di gusti..a me per esem­pio pia­ce il cacao ama­ro. ti salu­to e tor­no ad occu­per­mi del­le mie di paure. 💡

toni

…una curio­si­tà che ti affascinerà:su yu tube cer­ca “Lo sfidante”…ma for­se già cono­sci :smo­ke­red:

Giuseppe

Lo cono­sco. Gra­zie comun­que. :ham­mer: