Tracce di Profumo: stanare le proprie contraddizioni – By Valeria

Sta­re drit­ti di fron­te alla vita è for­se l’ambizione di mol­ti, ma più spes­so non si è affat­to “drit­ti” ben­sì “con­trat­ti”.

Nel lun­go e dif­fi­ci­le cam­mi­no alla ricer­ca di rigo­re e coe­ren­za nel nostro agi­re, ogni osta­co­lo ope­ra mol­to spes­so nel sen­so di un irri­gi­di­men­to dei nostri pen­sie­ri e del­le nostre azioni.

Ci si per­ce­pi­sce drit­ti in un mon­do “stor­to” ed è allo­ra che scat­ta la trap­po­la dell’autocommiserazione, del sen­so di soli­tu­di­ne, del­la sen­sa­zio­ne di esse­re incom­pre­si, non ama­ti, ingiu­sta­men­te giudicati.

Ma… sta­re drit­ti rispet­to a cosa? Qual’ è la “per­pen­di­co­la­re”? Qua­le il pun­to di rife­ri­men­to? Qua­le il para­me­tro che sce­glia­mo? Ma soprat­tut­to, sia­mo in gra­do di sce­glie­re un parametro?

Sia­mo dav­ve­ro drit­ti di fron­te alla vita o sup­po­nia­mo di esserlo?

Io cre­do che non ci sia dirit­tu­ra sen­za veri­tà. La veri­tà di ciò che siamo.

Dal­le mie remi­ni­scen­ze di geo­me­tria, ricor­do che non è pos­si­bi­le dise­gna­re una linea se non a par­ti­re da un punto.

Se la linea indi­ca la dire­zio­ne ver­so cui voglia­mo ten­de­re, il pun­to sia­mo noi stessi.

Sen­za indi­vi­dua­re il pun­to di par­ten­za, qual­sia­si linea noi dise­gne­re­mo ini­zie­rà nel vuo­to e fini­rà nel vuo­to. Il vuo­to del­la nostra esistenza.

Il vuo­to del­la nostra imma­gi­na­zio­ne e supponenza.

È neces­sa­rio quin­di incam­mi­nar­si ver­so quel pun­to, il nostro cen­tro, mol­to pri­ma di ini­zia­re a trac­cia­re linee. E que­sto cre­do sia il com­pi­to più arduo e dif­fi­ci­le in cui ci si pos­sa cimen­ta­re. Per­ché richie­de corag­gio di veder­si come si è. Richie­de one­stà con se stessi.

Richie­de gran­de equi­li­brio, poi­ché nor­mal­men­te, appe­na ci si avvi­ci­na anche di poco a quel pun­to, può pre­va­le­re la ten­ta­zio­ne di pren­de­re le distan­ze nel più bre­ve tem­po possibile.

È mol­to più faci­le iden­ti­fi­car­si in ciò che si vor­reb­be esse­re piut­to­sto che osser­va­re imper­tur­ba­bil­men­te ciò che si è.

Ma se quel­la osser­va­zio­ne per­si­ste nel tem­po, silen­zio­sa e inces­san­te, comin­ce­re­mo a sta­na­re le nostre contraddizioni.

A par­ti­re da que­ste, e risa­len­do­le come rami­fi­ca­zio­ni del­lo stes­so albe­ro, potre­mo rag­giun­ge­re il tronco.

Quel tron­co sia­mo noi, drit­to o stor­to, esi­le o robu­sto, sano o mala­to. Quel tron­co, e solo quel­lo, è il nostro pun­to di partenza.

Da lì si potrà pro­ce­de­re ini­zian­do a trac­cia­re la linea del­la nostra evo­lu­zio­ne. E non sem­pre la linea sarà ret­ta. Mol­to spes­so sarà pie­na di cur­ve, che allun­ghe­ran­no di mol­to il già fati­co­so cam­mi­no. A vol­te for­me­rà un cer­chio e ci ritro­ve­re­mo al pun­to di partenza.

Ci sco­rag­ge­re­mo.

Sta­re drit­ti ini­zia qui. Pro­ce­de­re sen­za lasciar­si sco­rag­gia­re da nulla.

Col­ti­van­do sem­pre al nostro inter­no il ricor­do che per­cor­re­re o meno quel cam­mi­no fa la dif­fe­ren­za fra una vita degna di esse­re vis­su­ta e una vita sprecata.

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jackll

Una gran­de veri­tà e ose­rei dire asso­lu­ta, ma.…. come tut­te le veri­tà, mol­to dif­fi­ci­le da attua­re per mol­ti in quan­to sta­re drit­ti vuol dire non scen­de­re a com­pro­mes­si, espri­me­re sem­pre e solo la veri­tà, la qua­le nel 99% del­le vol­te pro­vo­ca pro­fon­de feri­te mol­to dolo­ro­se e per que­sti moti­vi la mag­gior par­te del­le per­so­ne pre­fe­ri­sce pie­gar­si, inchi­nar­si ‚genuflettersi,mostrando tut­ta la pro­pria vigliac­che­ria per poter soprav­vi­ve­re agli even­ti e pur­trop­po anche se aves­se­ro un esem­pio da segui­re, un lider, pre­fe­ri­sco­no la vita anche se inu­ti­le piut­to­sto che sacri­fi­car­si per la verità.
Gra­zie Vale­ria per que­ste riflessioni.