Domanda da un milione di dollari…

Il pro­ta­go­ni­sta di que­sto rac­con­to è un uomo. Ma se sie­te don­ne, cam­bia­te pure il per­so­nag­gio al femminile.

C’e­ra una vol­ta un signo­re. Un uomo qua­lun­que, come ce ne sono tan­ti. Ave­va un lavo­ro tri­ste e noio­so, ave­va spo­sa­to una don­na tri­ste e noio­sa, da cui ave­va avu­to due figli tri­sti e noiosi.

La vita del­l’uo­mo era anda­ta avan­ti sem­pre così: tri­ste e noio­sa. Ma era la sua vita, e non ave­va mai pen­sa­to a vole­re qual­co­sa di più. Quan­do era mol­to vec­chio, una sera dopo cena, sen­tì un for­te dolo­re al pet­to e capì che sta­va moren­do. Beh, si dis­se, dopo tut­to non è che rinun­cio a gran che. E pen­san­do que­sta cosa, chiu­se gli occhi.

Un atti­mo dopo li ria­prì nel suo let­to, in un lus­suo­so atti­co di Man­hat­tan, rea­liz­zan­do con immen­so sol­lie­vo di aver sogna­to tut­to. Si ricor­dò di esse­re immen­sa­men­te ric­co e, vol­tan­do­si nel let­to vide la splen­di­da don­na sdra­ia­ta accan­to a lui, di cui non ricor­da­va il nome. Ricor­da­va solo la magni­fi­ca sera­ta di ses­so sfre­na­to subi­to pri­ma del sogno.

Si alzò e andò in cuci­na a pre­pa­rar­si una taz­za di te’. Si sen­ti­va così sol­le­va­to… il sogno era sta­to orri­bi­le. Si guar­dò allo spec­chio, ritro­van­do lo stes­so bel­l’a­spet­to di sem­pre, men­tre si stu­pi­va di quan­to fos­se sta­to lun­go il sogno (un’in­te­ra vita) men­tre nel­la real­tà ave­va dor­mi­to solo poche ore.

Il gior­no dopo, al mat­ti­no, vide la don­na del­la not­te usci­re dal­l’at­ti­co, si fece una doc­cia, indos­sò il com­ple­to di Arma­ni e si recò in uffi­cio, all’ul­ti­mo pia­no del grat­ta­cie­lo di sua pro­prie­tà, pro­prio in cen­tro a New York, e con­ti­nuò a fare quel­lo che face­va da sem­pre: soldi.

La sua vita con­ti­nuò così, lui ad un cer­to pun­to si spo­sò con una don­na bel­lis­si­ma, da cui ebbe due figli, e con­dus­se una vita agia­ta e splen­di­da per alcu­ni anni.

Una mat­ti­na incon­trò una ragaz­za, al par­co. La notò per­chè, oltre ad esse­re dav­ve­ro bel­la, era cir­con­da­ta da un’au­ra di luce. Inol­tre, fat­to mol­to stra­no, sem­bra­va che nes­sun altro dei pas­san­ti l’a­ves­se notata.

La ragaz­za gli si avvi­ci­nò e gli disse:

- Ciao! -

Lui la guar­dò sen­za capi­re, e le rispose:

- Ciao! Ma ci conosciamo? -

La ragaz­za rise allegra.

- Beh, non te lo puoi ricor­da­re, per­chè que­sto in real­tà è un sogno. Ma io sono qui per dir­ti pro­prio que­sto: la tua vita non è altro che un sogno. E’ tut­ta fin­ta, fal­sa. Il mon­do vero non è questo.-

Lì per lì, sen­za sape­re per­chè, l’uo­mo ricor­dò di quan­do ave­va sogna­to un’in­te­ra vita tri­ste e noio­sa, qual­che anno pri­ma. E, stra­na­men­te, l’i­po­te­si del­la ragaz­za non gli sem­brò così bal­za­na. Allo­ra disse:

- Beh, se devo dire la mia e se que­sto è dav­ve­ro un sogno, allo­ra non ci vedo nul­la di male, anzi! -

Lei sor­ri­se anco­ra e rispose:

- Ave­va pro­prio ragio­ne il mio Mae­stro, lui sape­va che avre­sti rispo­sto così. In effet­ti rispon­de­te tut­ti così. Ma io sono qui per dir­ti que­sto: oggi è un gior­no spe­cia­le e, se vuoi, ti puoi sve­glia­re e sco­pri­re la veri­tà che, per inci­so, è mol­to più bel­la di quel­la che stai vivendo. -

Fu il tur­no del­l’uo­mo di ridere.

- E cosa mai ci potreb­be esse­re di più bel­lo? Sono ric­chis­si­mo, famo­so, lavo­ro per diver­tir­mi, sono spo­sa­to ad una del­le don­ne più bel­le del mon­do, ho dei figli mera­vi­glio­si e tut­to quel­lo che pos­so desi­de­ra­re. Per­chè dovrei vole­re qual­co­sa di diverso? -

La ragaz­za allo­ra disse:

- C’è mol­to di più, ma tu non puoi desi­de­rar­lo per­chè non ti ricor­di che si può fare. E que­sto acca­de per­chè stai sognando.

D’al­tron­de ti è già suc­ces­sa una cosa simi­le, pro­prio qui, quan­do hai sogna­to la tua vita come tri­ste e noio­sa, ricor­di? In quel sogno non hai mai nep­pu­re spe­ra­to per un atti­mo che potes­se cam­bia­re, per­chè non ti ricor­da­vi di quel­lo che eri nel­la “real­tà”, se così la vuoi chia­ma­re, e hai pas­sa­to una vita ter­ri­bi­le sen­za mai pen­sa­re che ce ne pote­va esse­re una miglio­re. Anzi, eri sod­di­sfat­to di quel­lo che vivevi.

Ma oggi è diver­so, per­chè ci sono io qui e ti dico che la vera vita non è que­sta ma è mol­to più bel­la. Allo­ra, vuoi sve­gliar­ti da que­sto sogno oppu­re no? Basta che tu lo voglia. -

E qui fini­sce il rac­con­to. Ades­so venia­mo alla domanda:

Al posto di quel­l’uo­mo, cosa scegliereste?

Con­di­vi­di
11 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Walter

Sem­pli­ce, biso­gna vede­re se chi rispon­de e’ un ricer­ca­to­re o un uomo comune.

lucia

Chi ha per­so il rit­mo si deve ritirare
non c’è più posto per chi sa far da solo,
due note e un si bemol­le fuo­ri luogo
Vie­ta­to di fer­mar­si anche a respirare
che qui la base con­ti­nua a girare,
chi non sa sta­re a tem­po, pre­go andare.
Per­che‘… per­che‘… perche‘…

Per­che‘ ci vuo­le orecchiooooo…
:bye:

Donatilla

.…da tem­po sen­to non che stò sognan­do ma che sono all’in­ter­no di un gran­de sogno…mi pia­ce­reb­be svegliarmi…

jackill

Bhè a que­sto pun­to comin­ce­rei a dubi­ta­re di esse­re sve­glio, comun­que, sce­glie­rei sicu­ra­men­te di sve­gliar­mi (pas­san­do ad un altro sogno?).
E sor­ge spon­ta­nea la domanda:qual’è la real­tà? for­se quel­la in cui pen­sia­mo di esse­re, o pas­sia­mo da un sogno ad un altro?

Franz
Reply to  jackill

“E que­sta, detec­ti­ve, è la doman­da giu­sta!” (Io, robot)

Manu

Vie­ve­re in piu sogni con­tem­po­ra­nea­men­te. O real­ta qual­si­vo­glia pensare…l’ essen­za e’ Che sia­mo tut­ti bel­li. :par­ty:

Veronica

non so ke cosa avrei rispo­sto al posto del­l’uo­mo – o di una gnoc­ca , ric­chis­si­ma , con mari­to bel­lis­si­mo etc et – pos­so sol­tan­to rispon­de­re al “posto mio ” … sì !!

Nicola

Incep­tion docet! 🙂