I Sussurri del Lama: ego e passione

Cono­sce­vo un medi­co una vol­ta che si tro­vò di fron­te ad un pazien­te para­liz­za­to alle gam­be, che quin­di usa­va una sedia a rotel­le. Dopo aver­lo esa­mi­na­to, il medi­co com­pre­se che la sua para­li­si era di ori­gi­ne iste­ri­ca. Lo dis­se al pazien­te, e gli tol­se la sedia a rotel­le ma quel­lo non pote­va cam­mi­na­re, nono­stan­te sapes­se del­la vera ori­gi­ne del­la sua infer­mi­tà. Il medi­co pro­vò a far­lo cam­mi­na­re per due lun­ghi mesi sen­za riu­scir­ci, fino a quan­do il pazien­te, esau­sto, si con­vin­se che il medi­co ave­va tor­to, ripre­se la sua car­roz­zi­na e se ne tor­nò al suo paese. 

Dopo qual­che anno pas­sai pro­prio in quel vil­lag­gio con il mio Mae­stro e lo incon­tram­mo. Fui feli­ce di rive­de­re quel­l’uo­mo, anche se era sem­pre inchio­da­to alla sua sedia a rotel­le. Il Mae­stro col­se il dispia­ce­re che ave­vo nel cuo­re e si avvi­ci­nò al para­li­ti­co che gli rac­con­tò la sua sto­ria, com­pre­so il ten­ta­ti­vo fal­li­to del­l’ul­ti­mo dottore.

Andam­mo insie­me nel­la casa del­l’uo­mo ed era qua­si sera. Lui ci chie­se se vole­va­mo pas­sa­re da lui la not­te, dato che ave­va una stan­za per gli ospi­ti, e noi accet­tam­mo, tan­to più che non ave­va­mo qua­si dena­ro. Dopo cena, il mio Mae­stro si avvi­ci­nò all’uo­mo e gli chie­se se era dispo­sto a fare un ulti­mo ten­ta­ti­vo per recu­pe­ra­re l’u­so del­le gam­be. L’al­tro rispo­se di si, anche se non capi­va come avreb­be potu­to usa­re quel­le gam­be qua­si del tut­to pri­ve del­la musco­la­tu­ra. Il mio Mae­stro sor­ri­se e gli chie­se se pote­va usa­re l’ip­no­si con lui. Quel­lo accet­tò e duran­te la sedu­ta, il Mae­stro fece in modo che la sua men­te dimen­ti­cas­se di non poter usa­re le gam­be, men­tre le mas­sag­gia­va con gran­de vigore. 

Poi ad un cer­to pun­to dis­se all’uomo:

- Si può sape­re per­chè vai in giro con una sedia a rotel­le? Non sei cer­to paralitico! -

L’uo­mo si guar­dò attor­no e, non ricor­dan­do la pro­pria infer­mi­tà, gli die­de ragio­ne e si alzò, anche se con mol­ta fati­ca dato che non ave­va usa­to le gam­be per qua­si die­ci anni. Si stu­pi­va di ave­re le gam­be così mal ridot­te e deci­se che il gior­no suc­ces­si­vo avreb­be ini­zia­to a fare degli eser­ci­zi per ricostruirle.

Tor­nam­mo in quel vil­lag­gio dopo solo un paio di mesi, di ritor­no dal nostro viag­gio e tro­vam­mo l’uo­mo qua­si com­ple­ta­men­te rista­bi­li­to. Allo­ra il mio Mae­stro lo guar­dò e gli dis­se di ricor­da­re tut­to. L’uo­mo ebbe un lam­po negli occhi quan­do ricor­dò come era sta­to mal ridot­to, e che non ave­va potu­to usa­re le gam­be. Ma ormai la sua men­te ave­va accet­ta­to la nuo­va con­di­zio­ne e non ricad­de nel­la sua infermità. 

Duran­te il viag­gio di ritor­no chie­si al mio Mae­stro cosa fos­se real­men­te acca­du­to. Lui sor­ri­se e rispo­se così:

- Vedi T., esi­sto­no due tipi di pas­sio­ne, due fac­ce del­la stes­sa meda­glia. La pri­ma, quel­la più ester­na, tro­va casa nel­l’e­mo­ti­vo, dove si può svi­lup­pa­re in modo incon­trol­la­to e svia­re com­ple­ta­men­te da qua­lun­que tipo di ricer­ca inte­rio­re. Chi per­cor­re il Dhar­ma deve ben guar­dar­si da que­sto fuo­co, anche se, quan­do si pre­sen­ta, può esse­re usa­to come la ben­zi­na nel­le automobili.

La secon­da è un altro tipo di pas­sio­ne, quel­la che nasce da una par­te più pro­fon­da di noi e che non ces­sa mai. Può esse­re sco­per­ta in qual­sia­si momen­to del­la vita ma, appe­na vista la si rico­no­sce come un sen­ti­re che ci ha sem­pre accom­pa­gna­to anche quan­do non ne cono­sce­va­mo l’e­si­sten­za. Que­sta pas­sio­ne, per nul­la incen­dia­ria come la pri­ma, più simi­le alla bra­ce che, da sot­to la cene­re del­l’io con­ti­nua a dare calo­re, è il cibo del san­to che lo accom­pa­gna per tut­ta la vita.

Quan­do inse­gne­rai alle per­so­ne, dovrai spie­ga­re loro come dif­fi­da­re dal­le emo­zio­ni e dovrai spes­so com­bat­te­re con­tro il loro ego, a vol­te anche distrug­ger­lo. Ma non dimen­ti­car­ti di inse­gna­re anche come segui­re il sen­ti­re. La vera pas­sio­ne può esse­re segui­ta solo con il cuo­re più puro, un cuo­re che, per esse­re ascol­ta­to, neces­si­ta di un adde­stra­men­to con­ti­nuo, pro­fon­do e amo­re­vo­le, vol­to alla sco­per­ta di se stes­si e non solo alla distru­zio­ne dell’ego.

A cosa ser­vi­rà distrug­ge­re l’e­go di colo­ro che ti saran­no all­lie­vi se non saprai inse­gnar loro anche ad ascol­ta­re e vede­re ciò che dopo l’e­go rima­ne? E’ lo stes­so erro­re che fece il medi­co; ave­va tol­to la sedia a rotel­le ma non ave­va inse­gna­to all’uo­mo a sen­ti­re le sue gam­be. Il medi­co sape­va qua­l’e­ra il pro­ble­ma ma il suo ego ha fat­to si che tut­ta la sua cono­scen­za e intui­zio­ne diven­tas­se­ro inutili.

Distrug­ge­re l’e­go sen­za mostra­re cosa c’è d’al­tro non ser­ve a nul­la, se non a gene­ra­re un esse­re uma­no inca­pa­ce di muo­ve­re i suoi pas­si sul sentiero.

Un sen­tie­ro che, anche se comu­ne, deve esse­re per­cor­so da ognu­no con le pro­prie gambe. -

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jackll

Vera­men­te bel­lo e illuminante.

Donatilla

Gra­zie Lama T. rie­sci sem­pre a scri­ve­re argo­men­ti pro­fon­di con paro­le sem­li­ci com­pren­si­bi­li anche a chi non vuol sentire.
Gra­zie anche a Franz che rie­sce a tra­dur­re lascian­do inte­gro il con­te­nu­to nel­la sua profondità.