Sapere non rende saggi.

A me sem­bra un assio­ma natu­ra­le, del tut­to logi­co. Eppu­re il nostro mon­do spes­so attri­bui­sce auto­re­vo­lez­za a per­so­nag­gi come Lisa Ran­dall, indub­bia­men­te una cer­vel­lo­na, sen­z’al­tro una per­so­na con una capa­ci­tà men­ta­le supe­rio­re al nor­ma­le (inse­gna fisi­ca del­le par­ti­cel­le in tre diver­se uni­ver­si­tà ed è l’au­tri­ce di una rivo­lu­zio­na­ria teo­ria sul­l’u­ni­ver­so pen­ta­di­men­sio­na­le) ma, se quel­lo che vie­ne det­to in que­sto arti­co­lo è vero, anche una per­so­na che man­ca com­ple­ta­men­te del­le più ele­men­ta­ri basi cogni­ti­ve in quei cam­pi in cui non eccelle.

Lisa Ran­dall attri­bui­sce la pos­si­bi­le fine del nostro pia­ne­ta a even­ti con­nes­si a quel­la del sole, e quin­di lon­ta­ni nel tem­po qual­che miliar­do di anni, oppu­re a disa­stri ambien­ta­li pro­dot­ti dal­l’uo­mo, e quin­di del tut­to, alme­no secon­do lei, impro­ba­bi­li. In più, si met­te a ride­re alla con­si­de­ra­zio­ne che l’uo­mo potreb­be tra­sfe­rir­si su altri pia­ne­ti o galas­sie, defi­nen­do la cosa con un lapi­da­rio “è impossibile”.

E’ incre­di­bi­le come una per­so­na con un così evi­den­te­men­te svi­lup­pa­to intel­let­to defi­ni­sca impos­si­bi­le qual­co­sa sem­pli­ce­men­te per­chè non è pos­si­bi­le attuar­la ORA, al nostro livel­lo tecnologico .

Ed è altret­tan­to incre­di­bi­le come sem­pre que­sta per­so­na non rie­sca a vede­re al di là del­la super­fi­cie del­la lava­gna su cui scri­ve, quan­do limi­ta le pos­si­bi­li cau­se di fine del­la raz­za uma­na a cata­stro­fi stel­la­ri lon­ta­ne nel tem­po oppu­re a cata­stro­fi natu­ra­li “impro­ba­bi­li”.

E’ il pro­ble­ma di chi accu­mu­la mol­to sape­re; fini­sce per scam­biar­lo con la cono­scen­za e quin­di per fare affer­ma­zio­ni del tut­to gra­tu­ti­te su cose su cui è con­vin­to di sape­re tut­to ma su cui in real­tà non sa pro­prio un cazzo.

Il pro­ble­ma è che la cono­scen­za è rea­liz­za­ti­va per sua stes­sa natu­ra. E’ vero che sen­za sape­re anche la cono­scen­za può diven­ta­re inu­ti­le, ma è altret­tan­to vero che il sape­re sen­za la cono­scen­za è total­men­te sviante.

La pre­sun­zio­ne di que­sta don­na è tale che ritie­ne di sape­re cosa acca­drà in cam­po tec­no­lo­gi­co nel pros­si­mo miliar­do di anni (que­sto è il tem­po mini­mo, al net­to di cata­stro­fi impre­vi­ste, di soprav­vi­ven­za del nostro sole). Un tem­po suf­fi­cien­te­men­te ampio per cui anche il più igno­ran­te uomo sul­la ter­ra può capi­re che il viag­gno inter­stel­la­re ha mol­ta pro­ba­bi­li­tà di dive­ni­re possibile.

Però que­sta don­na, secon­do la rivi­sta Time è una del­le 100 per­so­ne più influen­ti al mondo.

E que­sto è un altro enor­me pro­ble­ma di cui pochi si ren­do­no con­to: l’au­to­re­vo­lez­za e la respon­sa­bi­li­tà ad essa con­nes­sa rara­men­te viag­gia­no di pari passo.

L’au­to­re­vo­lez­za vie­ne data a per­so­ne spes­so sem­pli­ce­men­te in fun­zio­ne del­la loro espo­si­zio­ne media­ti­ca o, più rara­men­te, al loro sape­re. Qua­si mai in segui­to alla cono­scen­za o alla saggezza.

E tra tut­ti colo­ro cui vie­ne, in modo del tut­to arbi­tra­rio, asse­gna­ta que­sta auto­re­vo­lez­za, ce ne fos­se uno che pren­da sul serio la respon­sa­bi­li­tà che da que­sta auto­re­vo­lez­za deriva!

Mac­chè! Il pote­re, la gra­ti­fi­ca­zio­ne, il pia­ce­re, quel­li si, subito.

Ma la respon­sa­bi­li­tà? Mai!

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jackll

Veris­si­mo!!!
In Ita­lia di gen­te così ne abbia­mo un sac­co, han­no una gran­de istru­zio­ne, san­no mol­to, ma igno­ra­no “il sape­re” quel­lo che vie­ne da dentro.