Differenza tra mente maschile e femminile: un’interpretazione quantistica

Nel ten­ta­ti­vo di esplo­ra­re le dif­fe­ren­ze che ren­do­no il mon­do maschi­le e quel­lo fem­mi­ni­le inco­mu­ni­ca­bi­li, for­se può veni­re uti­le la fisi­ca quantistica.

Vedia­mo un po’ come fun­zio­na il pen­sie­ro maschile.

Innan­zi­tut­to l’uo­mo pen­sa in modo neu­ma­nia­no, ovve­ro in serie. Un con­cet­to nasce, si svi­lup­pa, da quel­lo ne nasce un altro (sul­la stes­sa linea) che si svi­lup­pa e via dicendo.

L’uo­mo è un pen­sa­to­re… seria­le. I suoi con­cet­ti si espli­ca­no seon­do una logi­ca linea­re, sequen­zia­le: ad A segue B e quin­di C. Non si scappa.

Per un uomo, ad esem­pio, un cono­scen­te può diven­ta­re un ami­co dopo un tot di fre­quen­ta­zio­ne, alcu­ni litri di bir­ra e sva­ria­te caz­za­te con­di­vi­se. A sua vol­ta, un ami­co può diven­ta­re un tra­di­to­re nel momen­to in cui com­met­te atti estre­ma­men­te gra­vi qua­li: ber­gli la bir­ra pre­fe­ri­ta, tifa­re per un’al­tra squa­dra, trom­bar­gli la moglie; in assen­za di tali con­di­zio­ni la dif­fe­ren­za tra ami­co e tra­di­to­re è estre­ma­men­te deli­nea­ta e nota.

Venia­mo alla donna.

L’es­se­re fem­mi­ni­le pen­sa in modo astrat­to, pro­ba­bi­li­sti­co. Non esi­ste una rea­le sequen­zia­li­tà nel­la suc­ces­sio­ne dei con­cet­ti. Ad A può segui­re indif­fe­ren­te­men­te B oppu­re C oppu­re qua­lun­que altra let­te­ra del­l’al­fa­be­to. Oppu­re anche nul­la; dipen­de dal­l’e­mo­zio­ne di pas­sag­gio in quel momento.

La don­na è inol­tre una pen­sa­tri­ce paral­le­la: più linee di pen­sie­ro si inter­se­ca­no in modo impre­ve­di­bi­le. L’u­ni­ca cosa che si può misu­ra­re è la pro­ba­bi­li­tà che un dato pen­sie­ro si tro­vi in un pun­to defi­ni­to di una cate­na razio­na­le, ad un dato momen­to. Non vi è alcu­na cer­tez­za, ma solo una pos­si­bi­li­tà. Inol­tre, come ci inse­gna Eisen­berg, nel momen­to in cui si cer­ca di osser­va­re il pen­sie­ro fem­mi­ni­le, esso cam­bia istan­ta­nea­men­te. Prin­ci­pio di indeterminazione.

Per una don­na, per fare un paral­le­lo con l’e­sem­pio maschi­le equi­va­len­te, una cono­scen­te, un’a­mi­ca o una tro­ia pos­so­no scam­biar­si i ruo­li in qual­sia­si momen­to, secon­do uno sche­ma del tut­to impre­ve­di­bi­le ma sicu­ra­men­te solido.

Pos­sia­mo dire che le pro­ba­bi­li­tà per un’al­tra don­na di fini­re in uno dei tre ruo­li pre­ce­den­ti sono deter­mi­na­te da una sor­ta di “nuvo­la pro­ba­bi­li­sti­ca” vale a dire che l’a­mi­ca ha, in un cer­to momen­to e in un cer­to pun­to del­lo spa­zio, la mas­si­ma pro­ba­bi­li­tà di esse­re tale. Ma nul­la impe­di­sce che sia inve­ce una troia.

Det­to que­sto, for­se vi sare­te fat­ti anche qual­che risa­ti­na. Però, care signo­re e cari signo­ri… pote­te dav­ve­ro affer­ma­re che non sia così?

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5 Commenti
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White Knight

In pra­ti­ca se si trat­tas­se di uni­re due pun­ti il maschiet­to lo fareb­be trac­cian­do una linea tra loro, ovve­ro un seg­men­to, men­tre la fem­mi­nuc­cia li potreb­be benis­si­mo uni­re rin­chiu­den­do­li in un cer­chio, ovve­ro rag­grup­pan­do­li in un insie­me, ma sen­za con­fe­rir­gli una deter­mi­na­ta sequen­zia­li­tà.… giu­sto!? :ham­mer:

Valeria

Dev’es­se­re per que­sto che die­tro a ogni gran­de uomo c’è una gran­de don­na… :par­ty:

Sting
Reply to  Valeria

Esat­to!
Doves­se sta­re davan­ti, sba­glie­reb­be strada!!!!!!
:muah: :muah: :muah: