La mia prima volta… By Andrea

No. Non mi rife­ri­sco a “quel­la” pri­ma vol­ta, ma ad un’al­tra che per me è sta­ta anche più inten­sa e “scioc­can­te”.

La pri­ma vol­ta che ho spe­ri­men­ta­to la meditazione.

Una pri­ma vol­ta del tut­to ori­gi­na­le e inaspettata.

Nes­su­na sala pra­ti­ca. Nes­su­na tec­ni­ca spe­ci­fi­ca. Nien­te incen­si ne musica.

A dir la veri­tà non ave­vo la più pal­li­da idea di cosa fos­se dav­ve­ro la medi­ta­zio­ne, ne sape­vo che, anni dopo, avrei dato tan­ta impor­tan­za alla ricer­ca di quel­lo sta­to di coscienza.

Ave­vo 19 anni. Un perio­do par­ti­co­la­re, in pie­na cri­si esistenziale.

Mi ero iscrit­to all’U­ni­ver­si­tà, ma non ave­vo anco­ra bene chia­ro in men­te che cosa avrei fat­to “da grande”.

Ero con­fu­so. Mol­to con­fu­so. Nel­la mia men­te cir­co­la­va­no a velo­ci­tà stra­to­sfe­ri­ca cen­ti­na­ia di idee, pen­sie­ri, con­trad­di­zio­ni, dub­bi e domande.

Eppu­re ave­vo biso­gno di fare chia­rez­za, di sce­glie­re, di deci­de­re in qual­che modo chi ero, qua­le fos­se la mia identità.

Ogni gior­no mi tro­va­vo a cam­bia­re idea su tut­to. A vol­te ogni poche ore. Un momen­to pen­sa­vo di voler esse­re ateo, poi cre­den­te, poi cre­den­te ma ere­ti­co. Un atti­mo deci­de­vo che avrei segui­to sem­pre la razio­na­li­tà, l’at­ti­mo dopo l’istinto.

Per qual­che perio­do ho pen­sa­to che la filo­so­fia mi avreb­be cam­bia­to la vita, poi che una don­na lo avreb­be fat­to, anco­ra dopo la scien­za, oppu­re l’alcool.

E nel­la testa si fis­sa­va un pen­sie­ro, un’i­dea, un’i­dea­le per­si­no, per poi a bre­ve veder­ne l’as­sur­di­tà e lascia­re spa­zio ad una nuo­va fis­sa­zio­ne, desti­na­ta anch’es­sa a sciogliersi.

In fon­do tut­to ave­va sen­so e non sen­so allo stes­so tem­po, era vero tut­to e il con­tra­rio di tut­to, solo que­stio­ne di pun­ti di vista.

Eppu­re ave­vo biso­gno di sta­bi­li­tà, di un cen­tro, ma nien­te mi sem­bra­va tan­to “vali­do” da esser tale.

Così tan­te vol­te mi sem­bra­va di impaz­zi­re a tal pun­to che alla fine arri­vai per­si­no a vede­re la fol­lia, per quan­to affa­sci­nan­te, solo l’en­ne­si­mo pun­to di vista rela­ti­vo e non soddisfacente.

Nien­te mi sod­di­sfa­ce­va. Tut­to, in qual­che modo, alla fine mi dava noia.

Ogni vol­ta che rag­giun­ge­vo il limi­te di sop­por­ta­zio­ne pren­de­vo il mio scoo­ter cele­ste e bian­co, pie­no di ade­si­vi, e anda­vo a fare un giro per le cam­pa­gne ma, dopo un pri­mo momen­to di libe­ra­zio­ne, i pen­sie­ri ripar­ti­va­no e il giro di gio­stra ricominciava.

Un gran gira­men­to di testa e, devo dire, un gran gira­men­to di palle!

Poi, un gior­no, all’im­prov­vi­so, qual­co­sa cambiò.

Cor­re­vo velo­ce sul mio soli­to scoo­ter, nel­la soli­ta stra­da di cam­pa­gna, col soli­to flus­so di pen­sie­ri in testa.

Ma, ad un cer­to pun­to, un pen­sie­ro “ano­ma­lo” rispet­to agli altri com­par­ve dal nul­la, in mez­zo al fra­stuo­no interiore:

“per­ché tan­to bat­ter­si per l’u­na o l’al­tra idea, per­ché tan­ta ansia di aggrap­par­ti ad un pen­sie­ro par­ti­co­la­re, spe­ran­do di tro­va­re sta­bi­li­tà lad­do­ve non può esser­ci? Tut­to cam­bia: i tuoi pen­sie­ri, le tue emo­zio­ni, per­si­no la real­tà ester­na cam­bia continuamente.

Pro­va a lasciar scor­re­re sen­za “fis­sa­re” nien­te. Pro­va a pren­de­re sem­pli­ce­men­te atto di ciò che com­pa­re nel­la tua men­te, così com’è, sen­za giu­di­zio, sen­za pre­te­se, sen­za trat­te­ner­lo né respingerlo”

Tut­to que­sto in un istan­te, al qua­le seguì un istan­ta­neo “click” nel­la mente.

Il cor­po si rilas­sò total­men­te, la men­te si alleg­ge­rì improvvisamente.

E men­tre i pen­sie­ri e le sen­sa­zio­ni flui­va­no libe­ri, sci­vo­lan­do via, una stra­na, silen­zio­sa gio­ia avvol­se tut­to il mio esse­re e per tut­to il resto del tra­git­to fui per­va­so da un sen­so di benes­se­re e leg­ge­rez­za mai pro­va­to pri­ma, accom­pa­gna­to da una gran­de luci­di­tà e consapevolezza.

Pas­sa­ro­no alcu­ni anni pri­ma che io potes­si dare un nome a quel­lo sta­to di coscien­za, e altro tem­po anco­ra pri­ma che capis­si quan­to pos­sa valer la pena cer­car­lo, col­ti­var­lo, ten­ta­re di con­qui­star­lo e man­te­ner­lo, anche nel­le più cao­ti­che situazioni.

Sono pas­sa­ti 15 anni, ed ora, pur sapen­do quan­to aiu­ti un abi­to ade­gua­to, una sala pra­ti­ca pre­di­spo­sta, una Gui­da, il silen­zio, sono anche infi­ni­ta­men­te gra­to di aver avu­to la for­tu­na di vive­re quel­l’at­ti­mo magi­co in un momen­to infor­ma­le, in un posto come un altro.

Coin­ci­den­za o desti­no, oggi abi­to pro­prio vici­no a quel­la stra­da e, spes­so, mi tro­vo a pas­sar­ci con l’au­to per anda­re al lavoro.

A vol­te, mi sem­bra di vede­re venir­mi incon­tro dal­l’al­tra par­te un ragaz­zo su uno scoo­ter cele­ste e bian­co pie­no di adesivi.

E con una stra­na, silen­zio­sa gio­ia nel viso.

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8 Commenti
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Giuseppe

Gra­zie Andrea per aver­ci con­fi­da­to alcu­ni dei tuoi momen­ti più intimi.
Ti dico una cosa: anch’io da ragaz­zo ave­vo una vespa 50…celeste.
Se ci ripen­so, mi ci vedo anco­ra sfrec­cia­re sopra. Pen­sa che a vol­te mi met­te­vo in pie­di sul sedi­le facen­do­la anda­re sen­za mani. Che paz­zo che ero!

Andrea G
Reply to  Giuseppe

Gra­zie.
Bel­lo sfrec­cia­re su un due ruo­te, anche se si trat­ta di un sem­pli­ce scoo­ter o di una vespa.
Pen­sa che non ho mai gui­da­to una moto ma.….sto pen­san­do seria­men­te di far­lo appe­na possibile!
Sono trop­po roman­ti­co per non farlo!!

vito

la cosa bel­la è che sei riu­sci­to a sfrut­ta­re quel pen­sie­ro che ti è pas­sa­to per la men­te, sen­za tra­la­sciar­lo… è un otti­ma cosa dal mio pun­to di vista…

Andrea G
Reply to  vito

E’ vero! Ho avu­to la for­tu­na di coglie­re al volo quel pensiero.
Cre­do che sia la stes­sa sen­sa­zio­ne che pro­va un gab­bia­no quan­do coglie una cor­ren­te ascen­sio­na­le e la sfrut­ta per sali­re e poi planare!

carla maria casini

Non pos­so com­men­ta­re qual­co­sa che non ho provato,e comun­que la mia sen­sa­zio­ne non sareb­be sta­ta la tua, ma so che la tua è sta­ta un’e­spe­rien­za che ha indi­riz­za­to tut­ta la tua vita: è sta­to un gran­de dono che hai rice­vu­to non tut­ti han­no avu­to que­sta pos­si­bi­li­tà. Ti abbrac­cio Carla

Andrea G

Ti dico la mia opi­nio­ne: pen­so che alme­no una vol­ta tut­ti abbia­no pro­va­to que­sta espe­rien­za, più o meno con­sa­pe­vol­men­te. Nel­l’ar­ti­co­lo ho dimen­ti­ca­to un ele­men­to impor­tan­te: il tem­po. O meglio, l’as­sen­za del sen­so del tem­po di quel magi­co momento.
Cre­do che, alme­no da bam­bi­ni, tut­ti abbia­mo vis­su­to atti­mi (no, for­se a vol­te ore) nei qua­li il tem­po non c’e­ra. NOn c’e­ra­no pen­sie­ri par­ti­co­la­ri, ma sol­tan­to il pre­sen­te, così, nudo e cru­do. Però era­va­mo bambini.
Ma cre­do anche che da adul­ti tut­ti abbia­no spe­ri­men­ta­to qual­co­sa di simi­le: davan­ti ad un pae­sag­gio moz­za­fia­to, o in momen­ti inten­si con una ami­co o un’a­man­te, in un momen­to par­ti­co­la­re­men­te toc­can­te o diver­ten­te. Non so, ognu­no la sua!
Però c’è sta­to, c’è sta­to per tut­ti. For­se, sem­pre secon­do la mia opi­nio­ne, è que­sta una del­le fun­zio­ni prin­ci­pa­li di una Gui­da: ricor­dar­ti che è esi­sti­to quel­lo sta­to di coscien­za, spie­gar­ti che è mol­to impor­tan­te viver­lo con­sa­pe­vol­men­te, col­ti­var­lo e padro­neg­giar­lo e indi­car­ti la via per conquistarlo.
Un gran­de abbarc­cio a te!

Sandro

Mol­to bel­lo Andrea.. mi ha tra­smes­so un sen­so di leggerezza
e sot­ti­le nostal­gia. Ciao :swim:

Rebecca

… que­sta soprag­giun­ta e improv­vi­sa con­sa­pe­vo­lez­ze è spes­so cor­re­la­ta al ven­to sul viso e al movi­men­to: una moto, una disce­sa sugli sci o sem­pli­ce­men­te la testa fuo­ri dal fine­stri­no del tre­no che s’al­lon­ta­na dal­la stazione.
Io mi sen­to for­tu­na­ta, quan­do mi sen­to così.