Concentrazione, distrazione ed emozioni negative

Non rie­sco a con­cen­trar­mi, sono distrat­to, non tro­vo il filo dei pen­sie­ri

Quan­te vol­te abbia­mo sen­ti­to dire o det­to per­so­nal­men­te fra­si di que­sto tipo?

La con­cen­tra­zio­ne vie­ne defi­ni­ta come la capa­ci­tà di foca­liz­za­re la men­te su un argo­men­to par­ti­co­la­re. La capa­ci­tà di con­cen­tra­zio­ne impli­ca quin­di la pos­si­bi­li­tà di esse­re più effi­ca­ci, produttivi.

Ma… c’è un ma. Even­ti, perio­di, sta­ti emo­ti­vi e mol­to altro, spes­so pre­giu­di­ca­no que­sta capa­ci­tà. La veri­tà è che la con­cen­tra­zio­ne è una que­stio­ne di volon­tà, ma soprat­tut­to di consapevolezza.

Ho par­la­to spes­so del­la mec­ca­ni­ci­tà insi­ta nel siste­ma del pen­sie­ro uma­no. I pen­sie­ri van­no e ven­go­no, seguo­no un bina­rio erra­ti­co. Far­li anda­re tut­ti in una stes­sa dire­zio­ne non è sem­pli­ce; occor­ro­no tec­ni­ca, meto­do e… allenamento.

La con­cen­tra­zio­ne è come un musco­lo. Se la si alle­na… aumen­ta, altri­men­ti diven­ta sem­pre più blan­da, flac­ci­da direi quasi.

Que­sto per­chè la ten­den­za mec­ca­ni­ca del­la men­te è alla dis­si­pa­zio­ne. Oppu­re, come acca­de mol­to più spes­so, alla con­cen­tra­zio­ne su pen­sie­ri inu­ti­li, gene­ri­ca­men­te quei pen­sie­ri gene­ra­ti dal­le emo­zio­ni negative.

Se abbia­mo un pro­ble­ma, una pau­ra o un’an­sia, ecco che la capa­ci­tà di con­cen­trar­ci su qual­co­sa che non sia il pro­ble­ma stes­so diven­ta qua­si nul­la. Que­sto gene­ra due effet­ti col­la­te­ra­li mol­to importanti.

Il pri­mo è quel­lo per cui l’at­ten­zio­ne, non diret­ta dal­la volon­tà, si foca­liz­za sul pro­ble­ma, dan­do­gli ener­gia. Ave­te mai nota­to come con­ti­nua­re a pen­sa­re ad un pro­ble­ma (e non alla sua solu­zio­ne) fini­sce con l’in­gi­gan­tir­lo? Ecco, a que­sto pun­to si gene­ra una sor­ta di cir­co­lo vizio­so tra men­te, pen­sie­ri ed emo­zio­ni, che con­ti­nua­no a poten­ziar­si a vicen­da, finen­do per occu­pa­re tut­ta la nostra “con­sa­pe­vo­lez­za”, occu­pa­zio­ne per altro del tut­to inu­ti­le in quan­to non vol­ta alla solu­zio­ne del pro­ble­ma ma a tut­to il resto, dal­l’au­to­com­mi­se­ra­zio­ne alla pau­ra di non far­ce­la etc. etc.

Il secon­do è inve­ce un assor­bi­men­to di tut­te le nostre ener­gie, fino a che il pro­ces­so ci lascia inca­pa­ci di fare altro che pen­sa­re alla sfi­ga di turno.

Le emo­zio­ni nega­ti­ve, come det­to in altri post, rap­pre­sen­ta­no un incre­di­bi­le attrat­to­re per la nostra men­te. Assai più di quel­le posi­ti­ve, anche se que­sto può sem­bra­re paradossale.

Il moti­vo di tale attra­zio­ne è da ricer­ca­re in una illu­so­ria quan­to poten­te mag­gior sen­si­bi­li­tà di se’.

Nel­la sof­fe­ren­za ci si sen­te. Nel­la gio­ia, a quan­to pare, mol­to meno. Que­sto è un mec­ca­ni­smo del tut­to erra­to, frut­to del tem­po in cui vivia­mo, da cui occor­re sfi­lar­si il pri­ma possibile.

L’uo­mo è nato per la ricer­ca del pia­ce­re, non del­la sof­fe­ren­za. La sof­fe­ren­za fa par­te del­la vita, ovvio, e come tale andreb­be trat­ta­ta. Ma il pro­ble­ma è che, gra­zie all’in­con­sa­pe­vo­lez­za in cui media­men­te nuo­tia­mo, le gio­ie del­la vita ven­go­no viste come momen­ti, rari, di inter­val­lo tra una sfi­ga e l’altra.

Occor­re rove­scia­re il con­cet­to innan­zi­tut­to, e poi esu­la­re da que­sto sche­ma ter­ri­bil­men­te ingannevole.

Come dice­va Kri­sh­na­mur­ti, la sof­fe­ren­za è un’il­lu­sio­ne. Un’il­lu­sio­ne dovu­ta all’i­gno­ran­za del­le cau­se gene­ran­ti quei fat­ti che ci fan­no sof­fri­re. Mag­gior con­sa­pe­vo­lez­za con­sen­te di vede­re le cose sem­pre più per quel­lo che sono e sem­pre meno per quel­lo che sembrano.

Ecco per­chè la ricer­ca del­la Veri­tà por­ta ine­lut­ta­bil­men­te al piacere.

Totò dice­va in un suo famo­so film “E chi ti dice che sia un male”.

Quan­do un papà ripren­de il figlio che ha cam­mi­na­to in bili­co sul davan­za­le per gio­co, e lo fa vio­len­te­men­te, il bim­bo vede il rim­pro­ve­ro come un’in­giu­sti­zia e ne sof­fre. Ma se aves­se la visio­ne com­ple­ta del­la cau­sa che ha por­ta­to il padre a rim­pro­ve­rar­lo in quel modo… ecco che la sof­fe­ren­za ces­se­reb­be all’istante.

La capa­ci­tà di con­cen­trar­si diven­ta fon­da­men­ta­le quan­do si voglia dav­ve­ro vive­re una vita degna di tale nome sen­za con­ti­nua­men­te cade­re pre­da del­le emo­zio­ni negative.

E’ la men­te che si “pre-occu­pa”. E come dice Ste­phen King:

Pre-occu­par­si è pre-parar­si a pre-nder­lo nel culo.

Quan­do ci pre­oc­cup­pia­mo di qual­co­sa non ci stia­mo dan­do da fare per risol­ve­re o evi­ta­re un pro­ble­ma rea­le. Ci stia­mo solo cro­gio­lan­do nel­le emo­zio­ni nega­ti­ve. Pre­oc­cu­par­si non ser­ve, occu­pia­mo­ci di qual­co­sa, dia­mo­ci da fare per risol­ve­re il pro­ble­ma, anzi che dar­gli spa­zio nel tea­tro del­la nostra men­te, con emo­zio­ni che diven­ta­no sem­pre più sof­fo­can­ti e poten­ti al pun­to da far­ci per­de­re la testa.

Tor­ne­rò anco­ra su que­sto argomento.

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14 Commenti
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Fede

Anche il mio ex ana­li­sta discri­mi­na­va tra il pre­oc­cu­par­si e l’oc­cu­par­si: capi­re que­sto e maga­ri appli­car­lo nel­la vita di tut­ti i gior­ni, potreb­be esse­re fondamentale.

Fede

Gra­zie, buo­na sera­ta anche a te.

Andrea G

Per quan­to non sia mol­to in là con l’e­tà, pos­so dire di ave­re stu­dia­to e appli­ca­to tan­tis­si­me tec­ni­che “men­ta­li” per ave­re più: benes­se­re, capa­ci­tà di pro­blem sol­ving, suc­ces­so, sol­di, cari­sma, potere…etc..etc.…alcune dav­ve­ro effi­ca­ci, altre mol­to meno.…
Ma pos­so dire con asso­lu­ta cer­tez­za che, in fon­do, tut­to si può sem­pli­fi­ca­re e ridur­re (con una site­si dav­ve­ro “poten­te”), a ciò che è scrit­to in que­sto articolo.
Direi che la con­sa­pe­vo­lez­za (e uno dei più impor­tan­ti sta­di del suo svi­lup­po: la con­cen­tra­zio­ne), è il vero (e per cer­ti ver­si uni­co) pote­re mentale!!!
M’in­chi­no a Franz!
:war­rior:

Walter

Dai Franz, altri due o tre post cosi’ e ti fac­cia­mo tut­ti Sampai!!!

vito

tor­na tor­na.… mi inte­res­sa parecchio…

Valeria

Atten­do la con­ti­nua­zio­ne con impa­zien­za. Que­sto arti­co­lo è straor­di­na­rio Franz!

Baldassare

Franz, ti sti­mo. Sei un genio 😉