Amore… o desiderio? Mah!

Sul­l’a­mo­re cre­do sia­no sta­te scrit­te tut­te le paro­le del mon­do ormai. Per cui ne vole­vo aggiun­ge­re anch0io qualcuna.Tanto… male non dovreb­be fare.

L’a­mo­re cre­do abbia fon­da­men­tal­men­te due aspet­ti: quel­lo uma­no e quel­lo non umano.

Di quel­lo non uma­no non ho espe­rien­za. Ma soprat­tut­to, essen­do io un esse­re uma­no, non me ne po’ fre­ga’ de meno.

Di quel­lo uma­no inve­ce ho qual­che espe­rien­za, e di quel­lo pos­so parlare.

L’a­spet­to uma­no è indu­bi­ta­bil­men­te un’e­mo­zio­ne. For­se la più poten­te di tut­te. Un’e­mo­zio­ne in gra­do di pro­dur­re immen­si cam­bia­men­ti nel­la psi­che e nel cor­po di chi la sperimenta.

L’a­mo­re è essen­zial­men­te una ten­den­za all’u­ni­tà, alla fusio­ne, che si espri­me in deci­ne di modi e cen­ti­na­ia di sfu­ma­tu­re diver­se: quel­lo tra ses­si oppo­sti, quel­lo filia­le, quel­lo fra­ter­no, quel­lo… etc etc etc. Inu­ti­le star­li a con­ta­re tutti.

Cre­do che comun­que, alla fine, sia­no tut­te sfac­cet­ta­tu­re di un prin­ci­pio mol­to ele­va­to. Ma qui riscon­fi­ne­rem­mo nel non uma­no e quin­di recedo.

L’a­mo­re, per quan­to ho potu­to spe­ri­men­ta­re, quan­to­me­no sul­la Ter­ra, non può esse­re spe­ri­men­ta­to sen­za sof­fe­ren­za. A quan­to pare, per una sor­ta di male­di­zio­ne che gra­va sul­l’u­ma­ni­tà, que­ste due “enti­tà”, amo­re e sof­fe­ren­za, risul­ta­no indis­so­lu­bil­men­te lega­te a filo dop­pio una all’altra.

Le per­so­ne che ci pos­so­no far più sof­fri­re sono para­dos­sal­men­te quel­le che amia­mo di più (e che non è det­to ci ricam­bi­no), pro­prio per­chè, quan­do ami qual­cu­no, gli per­met­ti di fare di te qua­lun­que cosa.

Più­l’a­mo­re è pro­fon­do, più la fac­cen­da si fa pericolosa.

Ma anche sen­za indi­riz­za­re l’a­mo­re ver­so un esse­re in par­ti­co­la­re, sem­pli­ce­men­te aman­do in sen­so lato, non è pos­si­bi­le esi­mer­si dal soffrire.

Per la sepa­ra­zio­ne. L’a­mo­re è la ten­den­za alla fusio­ne. Que­sto impli­ca il rico­no­sce­re che una sepa­ra­zio­ne esi­ste tra chi ama e l’og­get­to del desi­de­rio. Ma rico­no­sce­re una sepa­ra­zio­ne impli­ca, in modo del tut­to incon­sa­pe­vo­le nel­la mag­gior par­te dei casi, auto­ma­ti­ca­men­te rico­no­sce­re che, pri­ma del­la sepa­ra­zio­ne, vi era unità.

Se ti sen­ti sepa­ra­to vuol dire che pri­ma eri uni­to. Non si scap­pa. Solo che ad un cer­to pun­to, del­le due l’u­na: o ti sei sepa­ra­to e non te lo ricor­di, o la sepa­ra­zio­ne è una balla.

Con­si­de­ra­to che la carat­te­ri­sti­ca basi­la­re di que­sto uni-ver­so (lo dice anche il nome) è quel­la di ten­de­re all’u­ni­tà (uni ver­sum, ver­te­re all’u­no), è assai pro­ba­bi­le che la secon­da ipo­te­si sia quel­la più vera (sen­za nul­la toglie­re alla pri­ma, anch’es­sa nien­te male…).

Ma vai a capir­lo. O meglio, a realizzarlo.

Per­chè capi­re una cosa con la men­te non signi­fi­ca affat­to rea­liz­zar­la. Rea­liz­za­re impli­ca spe­ri­men­ta­re. Quan­ti di noi pos­so­no dire di aver spe­ri­men­ta­to l’u­ni­tà con l’universo?

Non cre­do mol­ti, in tut­ta la sto­ria dell’umanità.

Ecco per­chè l’a­mo­re è indis­so­lu­bil­men­te lega­to alla sof­fe­ren­za. Per­chè la fusio­ne con l’og­get­to del desi­de­rio impli­ca… il desi­de­rio stes­so. Ma il desi­de­rio ces­sa con il rag­giun­gi­men­to dell’oggetto.

E il desi­de­rio è alla base dell’amore.

Ergo… sia­mo fre­ga­ti su tut­ta la linea.

A meno che… a meno che il nostro con­cet­to di amo­re, la nostra spe­ri­men­ta­zio­ne di tale poten­te prin­ci­pio non esu­li dal sem­pli­ce (si fa per dire) cam­po emo­ti­vo, in un’e­span­sio­ne del cuo­re che, vora­ce­men­te ini­zia a divo­ra­re tut­to, ad espan­der­si ed a com­pren­de­re sem­pre più, desi­de­ran­do sem­pre di più la vera unità.

Nel­l’a­mo­re ter­re­no, l’og­get­to del desi­de­rio rap­pre­sen­ta il deus ex machi­na del­l’in­te­ro pro­ces­so. Tol­to l’og­get­to… resta il vuoto.

Ma il desi­de­rio ha un’al­tra natu­ra. Quel­la natu­ra che por­ta a non riu­sci­re mai a sod­di­sfar­lo, per quan­to in alto si sal­ga sul­la sca­la del piacere.

Il desi­de­rio… più aumen­ta e meno è sazia­bi­le. Ecco per­chè, ad esem­pio, chi è alla ricer­ca del pote­re non ne ha mai abba­stan­za. Il pote­re è pia­ce­re. Il pote­re non è “pote­re di”, pote­re di fare, di cam­bia­re, di com­pra­re… il Pote­re è. Pun­to. Anche il pia­ce­re “è”. Pun­to. Il pote­re infi­ni­to è pia­ce­re infi­ni­to. Desi­de­ra­re il pote­re alla fine, cre­do non sia altro che la ricer­ca del pia­ce­re supremo.

Il mas­si­mo desi­de­rio di ogni esse­re: il pia­ce­re supre­mo! Lon­ta­no, lon­ta­nis­si­mo, in quan­to supre­mo. Il mas­si­mo. Il desi­de­rio del mas­si­mo piacere!

Il desi­de­rio è ragion d’es­se­re di se’ stesso.

Il desi­de­rio ha una natu­ra infi­ni­ta che lo ren­de inar­re­sta­bi­le, per­chè nel­l’i­stan­te stes­so in cui, ad esem­pio nel­la mate­ria, vie­ne appa­ga­to sem­bra ces­sa­re men­tre in real­tà si tra­sfe­ri­sce su un altro ogget­to. Per­chè il desi­de­rio non può morire.

Il desi­de­rio è infi­ni­to. Come l’a­mo­re, del resto…

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Giuseppe

Bel­lo!
Vor­rei aggiun­ge­re un com­men­to, ma…non me ne vengono.
Le tue paro­le sono bel­le così!
Per­ciò immer­gia­mo­ci nel desi­de­rio e…nell’amore…
…all’in­fi­ni­to.
La con­se­guen­za non può esse­re che godi­men­to e…sofferenza infinita;
ma una sof­fe­ren­za mol­to simi­le, se non ugua­le (come vibra­zio­ne) al pia­ce­re supremo.
Quin­di, se non ho capi­to male, chi ha pau­ra di sof­fri­re (nel desi­de­rio e nel­l’a­mo­re) non sa che si perde?

ezio
Reply to  Giuseppe

Esat­to.…. chi non sa sof­fri­re non potra’ mai cono­sce­re l’ amore

Inenascio Padidio

Egre­gio Franz,
l’a­mo­re uma­no è di valo­re FINITO (NATURALE), men­tre l’a­mo­re non uma­no (ver­so il qua­le ti dichia­ri dog­ma­ti­ca­men­te chiu­so scri­ven­do: “Di quel­lo non uma­no non ho espe­rien­za. Ma soprat­tut­to, essen­do io un esse­re uma­no, non me ne po’ fre­ga’ de meno.”) è di valo­re INFINITO (SOPRANNATURALE), asso­lu­ta­men­te inac­ces­si­bi­le a reli­gio­si, filo­so­fi e scien­zia­ti, eccet­to che per GRAZIA, la qua­le, indi­stin­ta­men­te, i mor­ta­li rice­ve­ran­no, sia pure all’ul­ti­mo respi­ro di vita, pri­ma di ricon­giun­ger­si al c.d. uni-ver­so. UNI-VERSO, defi­ni­to magni­fi­ca­men­te dal­lo scien­zia­to di fisi­ca quan­ti­sti­ca Vit­to­rio Mar­chi: “MIRJEL – Il Mera­vi­glio­so UNO”.
Tut­to è ricon­du­ci­bi­le al socra­ti­co: “Cono­sci te stes­so”, ed io chia­ri­sco, “te stes­so” dove, oltre alla “bestia” dia­bo­li­ca, alber­ga pure la “bel­lez­za divi­na”, uni­ca effi­ca­ce a sal­va­re il mondo.
Spe­ran­do di non distur­ba­re te e gli uten­ti di Fran­z’s Blog, cor­dia­li salu­ti :loveyes:

Nessuno

mam­ma mia che dog­ma­ti­smo cat­te­dra­ti­co e pal­lo­so: le rego­let­te e le defi­ni­zio­ni, riguar­do qual­co­sa di tan­to alto e inef­fa­bi­le. Di cosa stia­mo par­lan­do? Di un prin­ci­pio di Uni­tà o del dirit­to roma­no? Piut­to­sto che sta­bi­li­re che cosa è, come defi­nir­lo, le diver­se cate­go­rie, bla bla, dovrem­mo piut­to­sto chie­der­ci se lo stia­mo viven­do, e se così non fos­se, cosa ci allon­ta­na dal viver­lo. Un esem­pio? L’in­tel­let­tua­li­smo dete­rio­re e pre­ten­zio­so che vuo­le per for­za ridur­re a limi­te l’infinito.
Un cal­do augu­rio di toc­ca­re ciò di cui par­li, Ine­na­scio: quan­do lo toc­chi, non ne par­li più. Alme­no, così dico­no i misti­ci. Io che sono un pir­la, ci sto lavo­ran­do su.

Inenascio Padidio
Reply to  Nessuno

«Un cal­do augu­rio di toc­ca­re ciò di cui par­li, Ine­na­scio: quan­do lo toc­chi, non ne par­li più. Alme­no, così dico­no i misti­ci. Io che sono un pir­la, ci sto lavo­ran­do su.»

In veri­tà, in veri­tà, caro mio NESSUNO, ho rag­giun­to “qual­co­sa di tan­to alto e inef­fa­bi­le” a decor­re­re dal 1/11/2003, dopo una meta­mor­fo­si kaf­kia­na dura­ta 10 anni. E allo­ra per­ché ne par­lo, smen­ten­do “i misti­ci” e tra­sgre­den­do (incon­sa­pe­vol­men­te) la tua volon­tà? Sem­pli­cis­si­mo! Per­ché mi sen­to e sono immen­sa­men­te più pir­la di te. Pun­to. :loveyes:

Inenascio Padidio

Egre­gio Franz, ti rin­gra­zio viva­men­te (insie­me all’u­ten­te NESSUNO) di aver­mi ono­ra­to di una rispo­sta. Trat­ta­si di un pri­vi­le­gio del­la rispo­sta che non mi ha dato, negli ulti­mi 15 anni, la dilet­ta figlia pri­mo­ge­ni­tà VALERIA (cl. 1966), socio­lo­ga in Roma dal­la metà degli anni ’90. Per­ché tan­t’o­dio di una figlia ver­so il pro-crea­to­re per amo­re? Per­ché non mi può asso­lu­ta­men­te per­do­na­re di aver­la mes­sa al mon­do, quan­do poi non pote­vo garan­tir­le feli­ci­tà vita natu­ral duran­te, essen­do io un mise­ro ope­ra­io pro­le­ta­rio nul­la­te­nen­te. Com­met­te mia figlia lo stes­so mador­na­le erro­re degli uomi­ni ver­so la Divi­ni­tà Crea­tri­ce del­l’U­ni­ver­so. La riten­go total­men­te INNOCENTE e non le pos­so impu­ta­re alcu­na col­pa per­ché il moti­vo pri­ma­rio del­la infe­li­ci­tà io l’ho sco­per­to su Inter­net dopo aver com­piu­to 70 anni. Mi rife­ri­sco al siste­ma socia­le pro­fon­da­men­te INGIUSTO e coer­ci­ti­vo vigen­te, fon­da­to sul­la TRUFFA astro­no­mi­ca del­la “Mone­ta debi­to” gene­ra­tri­ce del­la CRETINERIA “Debi­to pub­bli­co”, la qua­le toglie la LIBERTÀ, sia ai pochi ILLUMINATI tec­no­cra­ti del siste­ma, sia alla stra­gran­de mag­gio­ran­za del­la popo­la­zio­ne che subi­sce il siste­ma per­ver­so. Nel­la ter­za età in cui vivo ho un solo insop­pri­mi­bi­le desi­de­rio: indur­re alla auto-emen­da­zio­ne intel­let­tua­le gli ama­ti con­na­zio­na­li, can­cel­lan­do così la dan­no­sa con­trap­po­si­zio­ne Uomo/Dio.
In meri­to alla tua rispo­sta, scu­sa­mi, hai ragio­ne tu nel pre­ci­sa­re di non voler par­la­re di cose estra­nee alla tua espe­rien­za, il che, ovvia­men­te, non signi­fi­ca disinteressamento.
Infi­ne, sap­pi che hai la mia più alta sti­ma e sim­pa­tia per la ripro­du­zio­ne de’ “La gnoc­ca del momen­to” e, soprat­tut­to, per la note­vo­le cono­scen­za pro­fes­sio­na­le del­le bene­det­te tec­no­lo­gie infor­ma­ti­che, a me estra­nee ma desi­de­ro­so di cono­sce­re, sia pure ai mini­mi ter­mi­ni, per age­vo­la­re il rag­giun­gi­men­to del­l’u­ni­co moti­vo di vita su specificato.
Anco­ra gra­zie e… buon fine set­ti­ma­na :loveyes:

Roberto Rini

bel­lo, Franz…mi è piaciuto..ma mi sono per­so alla fine :swim:

non ho capi­to se auspi­chi un “amo­re sen­za desi­de­rio” (sem­mai sia pos­si­bi­le) o se vedi in que­sto peren­ne non appa­ga­men­to del desi­de­rio, che per­tan­to dila­ta i con­fi­ni del­la sua azio­ne all’in­fi­ni­to per sua stes­sa natu­ra, una ten­sio­ne “mera­vi­glio­sa” ver­so il pia­ce­re, che si rim­pal­la però con la sof­fe­ren­za, in modo ine­vi­ta­bi­le e ontologico..

insom­ma, secon­do te, uno se la gode come un gib­bo­ne in que­sto peren­ne desi­de­rio o in fon­do è solo uno schia­vo del desi­de­rio (e quin­di con­dan­na­to all’insoddisfazione)? 

per­so­nal­men­te – sen­za inter­ro­gar­mi se il mio sia amor divi­no o uma­no – riten­go che, tut­te le vol­te che ho ama­to, la ten­sio­ne ..il moto per­pe­tuo del desiderio…si arre­sta­va­no! il tem­po stes­so si arrestava!…la sen­sa­zio­ne del­l’a­mo­re è per me come quel­la di un lago cal­do in cui immergersi…non come quel­la di un fiu­me che mi spin­ge sem­pre più lontano…
certo..non dura…ma per baglio­ri ho avu­to la sen­sa­zio­ne dell’appagamento…dell’entrare in uno spa­zio vasto e accogliente..insomma “sono a casa”…piuttosto che la con­qui­sta peren­ne ver­so… o la sete peren­ne.. :ronf:

ps: non se sono sta­to chiaro..vado di fret­ta, ma even­tualm. spie­go­mi meglio dopo.. :unbe­lie­ve:

:embra­ce: o :drunk: ?

Roberto Rini

ahahhahahha…sì…in effet­ti sono com­pren­si­bi­le solo por moi :muah:

no..non ti chie­de­vo se chi gode è uno schia­vo… (azz..magari fos­si schia­viz­za­to dal­la godu­ria) …cer­ca­vo di capi­re se il mec­ca­ni­smo del desi­de­rio, così come lo hai descrit­to, por­tas­se a gode­re o meno.….se lascias­se insoddisfatti…

cioè se nel­l’i­ne­vi­ta­bi­le (a quan­to sem­bra) pola­ri­tà desi­de­rio-sof­fe­ren­za vede­vi una trap­po­la da cui fug­gi­re per sco­pri­re un’al­tra for­ma di amore.….o se vede­vi inve­ce nel desi­de­rio con­ti­nuo, che spo­sta e dila­ta all’in­fi­ni­to il suo ogget­to d’at­ten­zio­ne, un modo per acco­glie­re e abbrac­cia­re la vasti­tà del­la vita e i suoi opposti …
(pia­ce­re e dolo­re, luce e ombra, yin e yang, megan e fox :smo­king: ecc..)

pen­sa­vo a cer­te rifles­sio­ni bud­di­ste sul desiderio..e sul nir­va­na come usci­ta dal mec­ca­ni­smo dei desi­de­ri, per entra­re in una for­ma supe­rio­re di beatitudine..

inve­ce riguar­do a mie sen­sa­zio­ni per­so­na­li sul­l’a­mo­re ritor­no dopo…le vor­rei con­fron­ta­re per curiosità..perchè mi stu­pi­sce sem­pre come con que­sta paro­la tan­to usa­ta s’in­ten­da­no poi nel­le rifles­sio­ni per­so­na­li cose mol­te diverse.…
ciaoz

ps: sarò stao più chia­ro ora?..boh..vado sem­pre di fretttt­taa :muah:

Franz
Reply to  Roberto Rini

La trap­po­la a parer mio con­si­ste nel­lo scam­bia­re biso­gni per desi­de­ri e emo­zio­ni per traenze.
E’ la soli­ta vec­chia sto­ria: ho BISOGNO di un’au­to per lavo­ra­re. Il che non impli­ca che devo per for­za ave­re una Fer­ra­ri, no?

Il desi­de­rio è pia­ce­re in se’ stes­so. La sod­di­sfa­zio­ne o meno di un desi­de­rio impli­ca il “down­gra­de” del desi­de­rio a bisogno.

Il desi­de­rio esi­ste anche sen­za ogget­to. Se ha un’og­get­to non lo defi­ni­rei più desi­de­rio, ma “voglia”.

Per quel­lo che ho potu­to spe­ri­men­ta­re in una mira­co­lo­sa occa­sio­ne, il desi­de­rio di fon­der­si con un ocea­no di luce non por­ta ad una “sod­di­sfa­zio­ne” ma… alla fusio­ne con un ocea­no di luce. Punto.

E’ l’IO che abbi­so­gna di un ogget­to del desi­de­rio, è anco­ra l’IO che sen­te la per­di­ta del­la non sod­di­sfa­zio­ne. Ed è l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne che ti fa pas­sa­re dal­la sod­di­sfa­zio­ne di un desi­de­rio a desi­de­ra­re qualcos’altro.

Ma se ti fer­mi ad ascol­ta­re, il desi­de­rio è l’u­ni­ca cosa rea­le. Appe­na dici “desi­de­rio di…” gli hai dato una for­ma e sei fregato.

Una vol­ta ho pro­va­to a ripe­te­re men­tal­men­te per lun­go tem­po una spe­cie di man­tra: “Io desidero”.

All’i­ni­zio sfi­la­va la lista di quel­lo che avrei volu­to pos­se­de­re. Poi è pas­sa­ta la lista di quel­lo che nem­me­no osa­vo con­fes­sa­re di voler pos­se­de­re. Però ad un cer­to pun­to mi sono accor­to che, qua­lun­que “cosa” si desi­de­ri alla fine è il desi­de­rio che esiste. 

Ci cre­di? Ad un cer­to pun­to non dice­vo più “Io desi­de­ro”, ma solo “Desi­de­rio”.

Quan­do ho ini­zia­to a sin­cro­niz­za­re la paro­la con l’in­spi­ro… beh… è sta­ta dav­ve­ro la festa del cuo­re – non so se mi spiego 😉 – 

Non so, mi sa che ‘sta­vol­ta mi sono avvi­ta­to io!

Ergo… buo­na notte! :)))

Simona

Io fran­ca­men­te, a uno che par­la di amo­re ed ha in alto a destra in bel­l’e­vi­den­za una foto por­no­gra­fi­ca di una col sede­re di fuo­ri e dal tito­lo “La gnoc­ca del momen­to”, un post sul­l’a­mo­re non lo com­men­to proprio.

Roberto Rini
Reply to  Simona

beh.…dov’è la con­trad­di­zio­ne nel par­la­re di desi­de­rio e mostra­re una serie (subli­me) di gnocche??..
l’a­mo­re non ha una dimen­sio­ne car­na­le?… il desi­de­rio car­na­le non ha una sua dignità?..

non “difen­do” Franz – che non solo non ha biso­gno di “dife­se”, ma in più ha il dirit­to di mostra­re quel che vuo­le, sopra­tut­to gnoc­che, per la deli­zia dei maschiet­ti e non solo… (e sospet­to che sia il vero moti­vo incon­scio per cui pas­so da qui :muah: )- ma dav­ve­ro mi chie­do quan­ti con­di­zio­na­men­ti abbia­mo riguar­do alla ses­sua­li­tà e alla nudi­tà del corpo…

chiesa..chiesa…infiniti sono i suoi danni…Santa Megan Fox per­do­na Simo­na per­chè non sa quel­lo che dice :wow:

:kiss­myass:

Alli

ecco…brava

Giuseppe

For­se le gnoc­che che Franz ci offre gen­til­men­te sono solo degli ele­men­ti di “rot­tu­ra” per quei “navi­gan­ti” maschi mora­li­sti, per­be­ni­sti e pudi­ci che…anche se non lo dico­no han­no sem­pre in men­te una sola cosa. A chi non piac­cio­no può sem­pre cam­bia­re “cana­le”.
Per quan­to riguar­da le don­ne: in man­can­za di gnoc­chi pos­so­no sem­pre accon­ten­tar­si del­la bel­lez­za di una loro simile.
E comun­que cre­do che gnoc­che a par­te Franz ci pos­sa par­la­re a lun­go di amo­re, sapen­do bene quel che dice.

primularossa

Io sono stan­ca in gene­ra­le. For­se di sof­fri­re, ma for­se anche di ama­re. Mi pia­ce­reb­be vive­re però una bel­la rela­zio­ne armo­ni­ca, di cui tu par­li nel tuo post, che ahi­mè inclu­de anche sof­fe­ren­za. Ma sem­bra che a vol­te sia vera­men­te dif­fi­ci­le, se non si fa un lavo­ro su di sè. PER QUEL CHE VALE IL MIO COMMENTO, ANCORA GRAZIE.

Franz
Reply to  primularossa

Beh… il post non par­la­va in effet­ti del­l’a­mo­re di cop­pia, ma… capi­sco per­fet­ta­men­te quel­lo che provi.
Comun­que, tan­to per chia­ri­re, ogni com­men­to vale. A par­te le min­chia­te che ogni tan­to capi­ta­no ma non è il tuo caso, tranqui!