Ci muoviamo nel suo campo di azione – By Giuseppe

Anni fa ho pas­sa­to (per lavo­ro) una esta­te in un vil­lag­gio turi­sti­co in riva al mare.

Ama­vo, a fine gior­na­ta, anda­re a con­tem­pla­re il tramonto.

Sede­vo per lun­go tem­po a guar­da­re il Sole che obli­quo “sem­bra­va” decli­na­re all’orizzonte, fino a scom­pa­ri­re nel mare stria­to di aran­cio­ne e oro.

Dico “sem­bra­va” per­ché io vede­vo chia­ra­men­te che non era il Sole a muo­ver­si in giù, ben­sì la Ter­ra a muo­ver­si len­ta­men­te rispet­to all’astro infuocato.

In quel par­ti­co­la­re pun­to da cui osser­va­vo il feno­me­no mi era faci­le ren­der­mi con­to di que­sto dato di fat­to – sapu­to solo teo­ri­ca­men­te dal­la mag­gior par­te del­le per­so­ne, ma qua­si mai “visto” coi pro­pri occhi -, anche per­ché rima­ne­vo a lun­go ad osser­va­re attentamente.

Que­sta per­ce­zio­ne era faci­li­ta­ta dal fat­to che vi era una baia che sem­bra­va più bas­sa rispet­to al mio pun­to di osser­va­zio­ne e ad alcu­ni cumu­li di nubi sot­ti­li e lumi­no­se che rego­lar­men­te accom­pa­gna­va­no i tra­mon­ti for­man­do pic­co­le iso­let­te attor­no al Sole, dan­do per­ciò l’impressione che il vero “mare infuo­ca­to” fos­se il cie­lo intor­no al Sole e che l’astro pog­gias­se dol­ce­men­te sull’azzurro del cie­lo scre­zia­to di nubi.

In quel­la con­di­zio­ne vede­vo chia­ra­men­te che la nostra stel­la era fer­ma (alme­no rispet­to alla Ter­ra) e che era inve­ce il nostro pia­ne­ta a muo­ver­si obli­qua­men­te ver­so l’alto a sini­stra, rispet­to al Sole.

Insom­ma, mi era mol­to più faci­le del soli­to vede­re chia­ra­men­te che sia­mo noi che ci muo­via­mo nel suo cam­po di azio­ne (o di influenza).

Il Sole è il cen­tro del siste­ma solare. 

Que­sto teo­ri­ca­men­te è risa­pu­to ma, riu­sci­re a scor­ge­re diret­ta­men­te, coi pro­pri occhi un fram­men­to di que­sta veri­tà, ti dà un sen­so di “espan­sio­ne coscien­zia­le” incredibile.

Natu­ral­men­te non ero nuo­vo a que­sto tipo di visio­ne in 3D. Sin da bam­bi­no vede­vo, sem­pre in cir­co­stan­ze favo­re­vo­li, lo spa­zio tra me e il Sole.

Col tem­po, gra­zie alla medi­ta­zio­ne (e a qual­che bene­di­zio­ne dei miei Mae­stri, per­ché non dir­lo?), ho comin­cia­to a per­ce­pi­re sem­pre più chia­ra­men­te (con sen­si più sot­ti­li) che esi­ste “un Sole” anco­ra più sot­ti­le da qual­che par­te. Non vedo esat­ta­men­te la sua col­lo­ca­zio­ne né rie­sco a iden­ti­fi­ca­re la suo “dimen­sio­ne” ma, scu­sa­te se mi ripe­to, sem­pre quan­do le cir­co­stan­ze sono favo­re­vo­li ne sen­to l’energia tut­to intor­no e den­tro di me.

La sen­to esat­ta­men­te come si può sen­ti­re gli effet­ti fuo­ri e den­tro di noi dell’energia del Sole “mate­ria­le”, anche ad occhi chiusi.

In quei momen­ti sen­to che ci muo­via­mo nel cam­po di azio­ne di “Qual­co­sa” o “Qual­cu­no” di immen­sa­men­te più amo­re­vo­le, anti­co e poten­te del Sole fisi­co e mi sen­to attra­ver­sa­re dal­la sua cal­da energia.

Ecco l’immensa por­ta­ta del sede­re sem­pli­ce­men­te e rima­ne­re atten­ti e pre­sen­ti, in una cal­ma vigilanza.

Quan­do i fil­tri o le coraz­ze dei pen­sie­ri e di un emo­ti­vo chiu­so e bloc­ca­to si apro­no, ci apria­mo alla per­ce­zio­ne del­la Sua cal­da energia.

Che è come (e mol­to, mol­to più) di un cal­do abbraccio.

E sia­mo final­men­te in uni­tà, in Amore.

E non c’è più nem­me­no biso­gno di pra­ti­che di respi­ra­zio­ne per­ché que­sto immen­so dono ven­ga a noi. Per­ché entra da ogni poro del­la pel­le o addi­rit­tu­ra da una sostan­za più sottile.

Che ci impre­gna sin nel profondo.

Nes­su­no sfor­zo da compiere.

Nul­la da cer­ca­re, da conquistare.

Solo lascia­re che avvenga.

Lasciar­si attraversare.


E in quei momen­ti può acca­de­re che

quell’immenso dono si cristallizza

in una lacri­ma, pura e luminosa.

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Layla

lol3: come ti capi­sco! Ieri mat­ti­na mi sono chi­na­ta a guar­da­re le foglie di una pian­ti­na nel mio giar­di­no, ave­vo visto rilu­ce­re qual­co­sa… era­no pic­co­le goc­cie di rugia­da, una per foglia, tut­te nel­la stes­sa iden­ti­ca dimen­sio­ne e posi­zio­ne… qua­si al cen­tro del­la stes­sa. Col­pi­te da un rag­gio di sole rilu­ce­va­no dei colo­ri del­l’ar­co­ba­le­no in net­to con­tra­sto col ver­de tene­ro del­le foglio­li­ne… per un momen­to mi sono sen­ti­ta par­te­ci­pe di quel­la geo­me­tria per­fet­ta, come se tut­to attor­no a me fos­se esat­ta­men­te al giu­sto posto… ed io con esso.
Gra­zie Franz, un abbrac­cio for­te, Layla.

Roberto Rini

bel­lo!