Perchè gli spot pubblicitari sono diventati così brevi?

In prin­ci­pio era Caro­sel­lo. Cir­ca ven­ti minu­ti di veri e pro­pri cor­to­me­trag­gi, più o meno tre o quat­tro minu­ti l’uno.

Quat­tro o cin­que anni fa la dura­ta media di uno spot pub­bli­ci­ta­rio era di 30 secondi.

Oggi è anco­ra così, ma alcu­ni spot arri­va­no a dura­re 10 – 15 secon­di al massimo.

Per­chè?

Per­chè chi fa pub­bli­ci­tà non è un idio­ta, ecco perchè.

Per­chè quel­la del mar­ke­ting è una vera e pro­pria scien­za, chec­chè se ne dica, e die­tro quel­la scien­za esi­sto­no ricer­che, son­dag­gi e studi.

Stu­di che, tra le altre cose, rive­la­no qua­le sia la dura­ta media del­l’at­ten­zio­ne di un esse­re umano.

Ecco per­chè gli spot dura­no sem­pre di meno. Per­chè la nostra capa­ci­tà di man­te­ne­re la con­cen­tra­zio­ne su qual­co­sa è sem­pre più scarsa.

Inu­ti­le cer­ca­re di far pas­sa­re un mes­sag­gio in 30 secon­di quan­do l’at­ten­zio­ne di chi guar­da ne dura 15.

Que­sto è un segno dei tem­pi che cambiano.

Un segno nefa­sto, ma pur­trop­po estre­ma­men­te reale!

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5 Commenti
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Ailinen

Non ho vis­su­to i tem­pi del Caro­sel­lo, ma mi pia­ce­va­no da morire.
I tem­pi cam­bia­no, il mon­do va sem­pre più velo­ce e c’è sem­pre meno tem­po per fare atten­zio­ne alle cose, anche alle più pic­co­le, da un fio­re ad una pubblicità.
UNa vol­ta la pub­bli­ci­tà era un capo­la­vo­ro ora un pò meno.
Il mio desi­de­rio più gran­de è che il mon­do ini­zi a ral­len­ta­re, a capi­re quan­to anda­re con cal­ma può esse­re un toc­ca­sa­na e quan­to può esse­re rilas­san­te.… Pren­de­re la vita con più tran­quil­li­tà non può che far­la assa­po­ra­re di più, ma pec­ca­to che nes­su­no lo capi­sca. :swim:

Valeria

Ciao Franz,
io per dire il vero cre­de­vo che la ragio­ne del­la ridu­zio­ne dra­sti­ca dei tem­pi del­la pub­bli­ci­tà fos­se dovu­ta (oltre alla dimi­nu­zio­ne dei costi di cia­scu­no spot) piut­to­sto al fat­to che un mes­sag­gio mol­to rapi­do non con­ce­de il tem­po di accor­ger­si di qua­le pro­dot­to ci stan­no pro­po­nen­do (e propinando).
Rima­ne fis­sa­to nel­la men­te un sim­bo­lo che noi imman­ca­bil­men­te rico­no­sce­re­mo al super­mer­ca­to come “noto” (ma sen­za riu­sci­re ad asso­ciar­lo a quel­la o quell’altra pub­bli­ci­tà) e, in quan­to noto, lo riter­re­mo istin­ti­va­men­te “più affidabile”.
Che ne pensi?

Valeria

Cer­to che ci stu­dia­no ben bene que­sti tizi del mar­ke­ting eh?
Il che la dice lun­ga su quan­to sono scon­ta­te e pre­ve­di­bi­li le rea­zio­ni del­le per­so­ne… Che tristezza!!!

Luna

Anch’io me ne sono accor­ta, ma one­sta­men­te pen­sa­vo che fos­se per una que­stio­ne eco­no­mi­ca: sic­co­me la pub­bli­ci­tà tele­vi­si­va costa una bar­ca di sol­di, fare spot più bre­vi ma con più fre­quen­za (e alzar­ne dra­sti­ca­men­te il volu­me rispet­to ai nor­ma­li pro­gram­mi… odio­so) pote­va esse­re un com­pro­mes­so per taglia­re le spe­se e otti­miz­za­q­re il risultato.

Però que­sta cosa del­l’at­ten­zio­ne che nel­l’es­se­re uma­no dura sem­pre meno mi fa pau­ra; è indi­ce dei tem­pi che cam­bia­no, ma anche di dove stia­mo andan­do a finire…