Veronesi e la religione che impedisce di ragionare. Ma la scienza, purtroppo, non è molto lontana

In que­sto arti­co­lo del Cor­rie­re del­la Sera, Il prof. Umber­to Vero­ne­si sostie­ne il ruo­lo immo­bi­liz­zan­te del­la reli­gio­ne nei con­fron­ti del libe­ro pensiero.

Come non dar­gli ragio­ne? Il ter­mi­ne stes­so “Reli­gio­ne”, ricor­da mol­to da vici­no la paro­la “Rele­ga­re” da “Reli­go”, ovve­ro “lega­re nuovamente”.

Su que­sto sono com­ple­ta­men­te d’ac­cor­do con lui; tut­te le reli­gio­ni, nes­su­na esclu­sa, han­no la loro uti­li­tà nel momen­to in cui for­ni­sco­no a qual­cu­no una pos­si­bi­li­tà di spi­ri­tua­li­tà adat­ta ad un livel­lo evo­lu­ti­vo corrispondente.

Sen­za la reli­gio­ne, una qual­sia­si, non solo quel­la cat­to­li­ca, ci sareb­be­ro miglia­ia di per­so­ne abban­do­na­te a loro stes­se dal pun­to di vista del­lo “spi­ri­to”.

La ritua­li­tà con­te­nu­ta nel­le reli­gio­ni, la sem­pli­ci­tà dei con­cet­ti espres­si (sem­pli­ci­tà, non super­fi­cia­li­tà) ne fan­no uno stru­men­to di ricer­ca inte­rio­re indi­spen­sa­bi­le nel­la sto­ria del­l’es­se­re umano.

Ma il tem­po del­le reli­gio­ni dovreb­be appun­to esse­re quel­lo che è; un tem­po, con un ini­zio ed una fine.

Per lo stes­so moti­vo, chiun­que ammi­ni­stri una reli­gio­ne dovreb­be ess­se­re con­sa­pe­vo­le del suo ruo­lo rea­le e non con­si­de­rar­si come l’u­ni­ca rispo­sta all’u­ma­ni­tà in tema di cose interiori.

Quan­do que­sto non avvie­ne, come nel caso del­le mag­gio­ri mono­tei­ste, Cat­to­li­ce­si­mo e Islam, la reli­gio­ne si tra­sfor­ma in una tiran­nia del pen­sie­ro che impe­di­sce la cre­sci­ta inte­rio­re con la mora­le, para­liz­za l’in­tel­let­to con i dog­mi e bloc­ca l’e­vo­lu­zio­ne in sen­so lato con l’im­po­si­zio­ne di linee di pen­sie­ro illi­be­ra­li, obso­le­te e, mol­to spes­so, involutive.

Vero­ne­si poi cita il fat­to che inve­ce la scien­za que­sto non lo fa perchè:

…la scien­za vive nel dub­bio, nel­la ricer­ca del­la veri­tà, nel biso­gno di pro­va­re, di cri­ti­ca­re se stes­sa e riprovare

Qui secon­do me sba­glia. Cer­to, que­ste paro­le sin­te­tiz­za­no ciò che la scien­za DOVREBBE essere.

Pec­ca­to che al momen­to attua­le ben pochi sia­no gli scien­zia­ti che vivo­no vera­men­te nel dub­bio e non arroc­ca­ti die­tro dog­mi di prin­ci­pio esat­ta­men­te pari­ta­ri a quel­li religiosi.

Anco­ra di meno sono gli scien­zia­ti che cer­ca­no real­men­te la veri­tà, inve­ce di fare di tut­to per adat­tar­la alle pro­prie teorie.

Una vera rari­tà, per fini­re, sono dav­ve­ro que­gli uomi­ni di scien­za che cri­ti­ca­no se stes­si e ripro­va­no dove han­no fallito.

Il meto­do scien­ti­fi­co attua­le, ad esem­pio, non pre­ve­de affat­to il dub­bio ma solo fal­se cer­tez­ze por­ta­te da con­cet­ti spes­so fal­sa­ti da inte­res­si eco­no­mi­ci, che non pre­ve­de la pos­si­bi­li­tà che qual­co­sa esi­sta anche se anco­ra non può esse­re misu­ra­to a cau­sa del­la poca evo­lu­zio­ne sia degli stru­men­ti che del­le teorie.

Dov’è il dub­bio quan­do si sostie­ne che l’uo­mo è l’u­ni­co esse­re viven­te dell’universo?

Dov’è il dub­bio quan­do si sostie­ne che la sui­na è una pan­de­mia e che un vac­ci­no svi­lup­pa­to in due mesi e non testa­to è asso­lu­ta­men­te sicu­ro anche per dei lattanti?

Dov’è la ricer­ca del­la veri­tà quan­do gli effet­ti di una pra­ti­ca medi­ta­ti­va sono clas­si­fi­ca­ti come illu­sio­ne? Quan­do si sostie­ne l’i­nef­fi­ca­cia del­le medi­ci­ne natu­ra­li rele­gan­do­le ad “alter­na­ti­ve” con un sor­ri­set­to di supe­rio­ri­tà, men­tre dal­l’al­tra par­te del mon­do ven­go­no usa­te esten­si­va­men­te in strut­tu­re pub­bli­che, risol­ven­do pro­ble­ma­ti­che fisi­che in cui la medi­ci­na uffi­cia­le non sa dove anda­re a parare?

E anco­ra, dov’è l’au­to­cri­ti­ca quan­do il vice­pre­si­den­te di una mul­ti­na­zio­na­le far­ma­ceu­ti­ca rico­no­sce che il 75% dei far­ma­ci sul mer­ca­to non ha effi­ca­cia in oltre il 50% dei casi e nes­su­no scien­zia­to fa sen­ti­re la pro­pria voce?

O quan­do un inte­ro siste­ma eco­no­mi­co se ne va a put­ta­ne in pochi mesi, in bar­ba a tut­ti i guru dell’economia?

E dov’è tut­ta ‘sta aper­tu­ra quan­do in Ita­lia una ricer­ca­tri­ce che stu­dia un vac­ci­no con­tro l’AIDS con otti­mi risul­ta­ti deve emi­gra­re all’e­ste­ro per­chè le taglia­no i fondi?

Io cre­do che Vero­ne­si in que­sta dichia­ra­zio­ne enun­ci un idea­le, un sogno di come la scien­za dovreb­be esse­re, più che il rea­le sta­to di fat­to del­le cose.

Uno sta­to di fat­to che, tan­to quan­to a pro­po­si­to del­la reli­gio­ne, è asso­lu­ta­men­te agli anti­po­di di come dovreb­be essere.

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Alessandro

Ciao Franz, posto che non con­di­vi­do qua­si mai le opi­nio­ni del prof nel­la foto, che tro­vo l’em­ble­ma del­la poli­ti­ciz­za­zio­ne (in un ambi­to poi… in cui pro­prio non ci vor­reb­be), vor­rei pero’ recu­pe­ra­re l’im­pres­sio­ne che si ha da que­sto post.
I casi che ripor­ti, ed i “casi media­ti­ci” che ne sono tal­vol­ta emer­si, sono secon­do me con­se­guen­za in pri­mo luo­go del­la scol­la­tu­ra sem­pre cre­scen­te tra il mon­do del­la ricer­ca (nel sen­so piu’ ampio, ed in tut­te le disci­pli­ne) e la socie­ta’ (anche qui nel sen­so piu’ ampio, quin­di tut­ti si sen­ta­no coinvolti).
Oggi si lascia che sia­no qua­si solo i media a vei­co­la­re le infor­ma­zio­ni, e non si ha piu’ l’a­bi­tu­di­ne (..e non si e’ anco­ra capi­to..) che le infor­ma­zio­ni sono da ricer­ca­re alla fon­te; se lascia­mo che ce le dia­no “a gra­tis” in metro­po­li­ta­na, ine­vi­ta­bil­men­te ci ridur­re­mo come… pol­li in bat­te­ria, con­di­zio­na­ti nel modo di pen­sa­re e di vivere.
Que­sto per­che’: 1) Ci ver­ran­no date solo le infor­ma­zio­ni che per­met­to­no ad altri di con­di­zio­na­re le nostre scel­te; 2) Non avre­mo modo di sco­pri­re tut­to quan­to non ci vie­ne det­to. In que­sto caso par­ti­co­la­re: non avre­mo modo di sco­pri­re qua­li sfi­de la scien­za stia ‑real­men­te- affron­tan­do, qua­li stra­ne cose stia­no maga­ri suc­ce­den­do, e qua­li sia­no real­men­te le con­di­zio­ni di un set­to­re in cui non abbia­mo mai mes­so pie­de (qua­li le pro­ble­ma­ti­che, qua­li gli stru­men­ti, qua­li i cri­tr­ri decisionali, …).
(L’al­ter­na­ti­va, che so con­di­vi­dia­mo, e’ che l’in­for­ma­zio­ne tor­ni ad esse­re tale, ma non mi sen­to cosi’ otti­mi­sta per il momento…)
Il mon­do scien­ti­fi­co e del­la ricer­ca e’ spes­so idea­liz­za­to, ma biso­gna ricor­dar­si che e’ fat­to dagli uomi­ni, per gli uomini.
Dico tut­to que­sto per toglie­re un po’ del­lo stu­po­re per alcu­ni fat­ti, in pri­mis se ripor­ta­ti in sti­le “RealTV” anzi­che’ col ‑per­du­to- buo­no sti­le giornalistico.
Lo dico per­che’ ci si aspet­ti di tro­va­re inte­res­si orien­ta­ti non sem­pre nel­la dire­zio­ne otti­ma (per qua­lun­que uma­na ragio­ne), ma al con­tem­po ci si aspet­ti, ed atti­vi, per ave­re una par­te­ci­pa­zio­ne (come per qua­lun­que altra bran­ca con un’u­ti­li­ta’ socia­le); per­che’ sono dac­cor­do con te che ne va in pri­mo luo­go del­la salu­te, di tutti.
Per chiu­de­re… aven­do la for­tu­na di vede­re da vici­no que­sto mon­do… non ti so dire nel­la gestio­ne dei pro­get­ti di ricer­ca… negli approc­ci teo­re­ti­ci… o nei rap­por­ti con la reli­gio­ne… ma ti assi­cu­ro che per quan­to riguar­da le con­di­zio­ni di lavo­ro, i con­trat­ti, e gli sti­pen­di, il prof ha ragio­ne, gli ope­ra­to­ri del­la ricer­ca vivo­no sem­pre, costan­te­men­te il “dub­bio” , pro­fon­do, desta­bi­liz­zan­te incertezza…
😉
AleX

Andrea G

Innan­zi­tut­to un salu­to a tut­ti i fre­quen­ta­to­ri di que­sto, a mio pare­re, splen­di­do blog.
Rispet­to a que­sto arti­co­lo ne con­di­vi­do pie­na­men­te i con­te­nu­ti e, devo dire, è una del­le rare vol­te in cui sen­to par­la­re di “approc­cio scien­ti­fi­co” come, in teo­ria, “la scien­za comanda!”
Pur­trop­po mol­to spes­so mi capi­ta di sen­ti­re scien­zia­ti por­ta­re avan­ti il baluar­do del loro approc­cio razio­na­le, aper­to e basa­to sul­la ricer­ca del­la veri­tà per poi mostra­re una tota­le incon­sa­pe­vo­lez­za dei pro­pri sche­mi men­ta­li in tota­le con­trap­po­si­zio­ne con que­sti pre­sup­po­sti. Infat­ti l’a­per­tu­ra alla fine vie­ne con­ces­sa solo a ciò che rien­tra all’in­ter­no di ciò che si cre­de pos­si­bi­le (e già sia­mo nel pre­giu­di­zio se non in una sor­ta di super­sti­zio­ne al contrario).
Il fat­to è che lo scetticismo…non dovreb­be esi­ste­re in una men­ta­li­tà scientifica!
Il pun­to è, secon­do me, che man­ca nel­la for­ma­zio­ne scien­ti­fi­ca attua­le (e par­lo per espe­rien­za visto che sono uno psi­co­lo­go – e anche qui ne avrei tan­te da dire sul­l’ap­proc­cio scien­ti­fi­co del­la psi­co­lo­gia attua­le -) qual­co­sa di fondamentale:
non è pos­si­bi­le fare lo scien­zia­to sen­za pri­ma ESSERE uno scien­zia­to, ed esse­re uno scien­zia­to signi­fi­ca pri­ma di tut­to ave­re una men­te scien­ti­fi­ca il che signi­fi­ca (alme­no) libe­ra da pre­giu­di­zi, sin­ce­ra­men­te inte­res­sa­ta a ciò cha anco­ra non si cono­sce, e, soprat­tut­to, con­sa­pe­vo­le di come fun­zio­na, dei pro­pri limi­ti e di come superarli…
Per fini­re con una nota di otti­mi­si­mo, però, c’è anche da dire che esi­sto­no ad oggi scien­zia­ti che, pur non rice­ven­do inco­rag­gia­men­ti e soste­gno, stan­no lavo­ran­do dal­l’in­ter­no del mon­do scien­ti­fi­co per cam­bia­re le cose.
A loro va tut­ta la mia sti­ma e l’ap­pog­gio per­chè sono loro a com­bat­te­re dav­ve­ro con­tro l’i­gno­ran­za e quin­di ad esse­re sia scienziati…che guer­rie­ri! :war­rior:
A presto!!

Inenascio Padidio

Rin­gra­zio FRANZ per que­sto post. Dopo aver­lo let­to e con­di­vi­so in linea di mas­si­ma tut­to il con­te­nu­to, essen­do regi­stra­to come uten­te sul Corriere.it, ho avu­to la sgra­di­ta sor­pre­sa di non poter aggiun­ge­re un mio com­men­to allo scien­zia­to onco­lo­go Umber­to Vero­ne­si, poi­ché già ve n’e­ra­no ben 427 e non si per­met­te­va­no altri commenti.
Così ho pen­sa­to di por­ta­re il link sul mio blog http://inenascio.splinder.com. Ho crea­to un post, che Vi pre­go tut­ti di leg­ge­re, per­ché sie­te, indi­ret­ta­men­te, chia­ma­ti in cau­sa dal­la mia per­so­na. Gra­zie e sere­na Domenica!

Il Veronesi

Franz, ti sei accor­to di ave­re un’o­pi­nio­ne del­la reli­gio­ne esat­ta­men­te iden­ti­ca a quel­la espres­sa da Marx? Que­sto mi fa un po’ ridere.…..

Il Veronesi

Comun­que io mi sono fat­to l’i­dea che la scien­za pro­mos­sa e nota, quel­la di cui par­la­no i gior­na­li, che vie­ne rac­con­ta­ta attra­ver­so i mss media, in effet­ti sia abba­stan­za “stan­zia­le”. Ma sono cer­to che vi sia un sot­to­bo­sco di scien­zia­ti e ricer­ca­to­ri che van­no oltre e fan­no ciò che pos­so­no per poter supe­ra­re i con­fi­ni ed aumen­ta­re la cono­scen­za. Il Vero­ne­si mio omo­ni­mo non è cer­to tra que­sti ulti­mi… Però per­so­ne come Haw­kins, per dir­ne uno, cre­do vada­no a cer­ca­re sem­pre sull linea di con­fi­ne del­la men­te uma­na, con una ten­sio­ne costan­te ad anda­re oltre. E comun­que per­ché non fare un post sul­la reli­go­ne secon­do i fra­tel­li Marx? Sareb­be più serio di tan­ti testi di cate­chi­smo attua­li. In ulti­mo vole­vo solo sug­ge­ri­re che il signi­fi­ca­to di Reli­gio­ne è effet­ti­va­men­te mol­to pro­ba­bi­le che deri­vi da “lega­re”, ma cre­do che sia inte­so come lega­re o vin­co­la­re l’Uo­mo a Dio, il che appa­re abba­stan­za diver­so, no?

jackll

Con­cor­do pienamente,ma devo aggiun­ge­re che il dott. in que­stio­ne non mi piace,sono con­vin­to che tra Lui e la vera ricer­ca ci sia la stes­sa distan­za che tra la ter­ra e marte!!!!