Il pensiero è un sistema aperto. Grazie al dubbio. By Giuseppe

Sta­vo per inti­to­la­re que­sto post: “Il pen­sie­ro è un siste­ma chiuso”.

Poi mi sono det­to: “Cal­ma­ti, riflet­ti un atti­mo…”.

In effet­ti non cre­do che il pen­sie­ro sia un siste­ma chiu­so. Lo sono le opi­nio­ni fis­se, ripe­ti­ti­ve, osses­si­ve, che non ammet­to­no cam­bia­men­to di visio­ne. Lo sono i dog­mi: cie­chi, pre­sun­tuo­si e arroganti.

Ma non il pen­sie­ro in sé.

Il pen­sie­ro può dar vita a uno scrit­to, un discor­so o un’azione…e quin­di river­sar­si all’esterno e modi­fi­ca­re qualcosa.

Inol­tre il pen­sie­ro (quan­do il pen­sa­to­re è aper­to) può acco­glie­re nuo­vi pun­ti di vista, nuo­ve idee, ampliarsi…e la coscien­za può scor­ge­re nuo­vi orizzonti.

Il pen­sa­to­re, per­ciò, dovreb­be sem­pre usu­frui­re del bene­fi­cio del dub­bio su ciò che sa, aggior­na­re con­ti­nua­men­te il pro­prio “archi­vio” e…rimanere sem­pre aper­to alle impres­sio­ni esterne.

E’ vero che il dub­bio può para­liz­za­re l’azione, infat­ti nell’azione non vi dovreb­be­ro esse­re dub­bi: quan­do è il momen­to di agi­re biso­gna agi­re, e basta.

Nel­la rifles­sio­ne, inve­ce, il dub­bio può ser­vi­re a pro­cu­rar­ci una sor­ta di choc che ci aiu­ta ad usci­re dal “siste­ma chiu­so”, mec­ca­ni­co, del­le opi­nio­ni fis­se e ripe­ti­ti­ve (il famo­so: “ora ho capi­to come stan­no vera­men­te le cose”).

Mi vie­ne in men­te a pro­po­si­to l’enneagramma.

Chi cono­sce qual­co­sa di que­sto anti­chis­si­mo sim­bo­lo sa che esso con­tie­ne in sé due siste­mi: uno chiu­so (quel­lo del ritor­no cicli­co al pun­to di par­ten­za) ed un altro aper­to che, inte­ra­gen­do sull’altro per­met­te appun­to, attra­ver­so con­ti­nui choc, i famo­si bal­zi di otta­va e quin­di una cre­sci­ta armo­ni­ca ed un’espansione (che può esse­re fisi­co-bio­lo­gi­ca, coscien­zia­le, eccetera).

Da que­sto pun­to di vista è dun­que essen­zia­le ope­ra­re uno “sfor­zo volon­ta­rio” nell’accettare il con­fron­to con le idee degli altri, acco­glier­le in sé (cioè ascol­ta­re vera­men­te chi ci parla).

Ascol­ta­re facen­do il vuo­to dentro.

Trat­te­ner­ci dall’esprimere subi­to la nostra opi­nio­ne, ma pren­den­do­ci il tem­po di “meta­bo­liz­za­re”, altri­men­ti diven­ta solo uno scon­tro di ego.

Per­ché lo sco­po non è affer­ma­re se stes­si o le pro­prie opi­nio­ni, ma…capire sem­pre meglio come vive­re (sen­za mai dimen­ti­ca­re, natu­ral­men­te, che il pen­sie­ro non è tut­to, anzi…).

Osser­via­mo come lavo­ra il dub­bio den­tro di noi o negli altri e…facciamoci veni­re un dubbio.

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