Shadows and Lights: il solo di Pat Metheny che lo rese famoso in Italia

Sul pal­co con Joni Mit­chell, Lyle Mays, Michael Brec­ker e Jaco Pastorius.

Era il 1980 e Pat ave­va 26 anni. Anco­ra oggi uno degli “a solo” più bel­li di que­sto miti­co chitarrista.

http://www.youtube.com/watch?v=GLDUUSe2FLw

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9 Commenti
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Paolo Brescianini

Con­cor­do, in que­gl’an­ni c’e­ra una vena crea­ti­va di cui non è rima­sta nem­me­no l’om­bra. sigh..

Massimo Giancani

Ciao :)sò che que­sto non è un forum, ti vole­vo segna­la­re un bas­si­sta degli anni ’80 che io ad onor del vero, non seguo più: si chia­ma Mark Egan, non sò se lo cono­sci, vole­vo sape­re un tuo pare­re. Ciao, e gra­zie per lo spa­zio con­ces­so­mi e com­pli­men­ti per il tuo sito, vera­men­te bello!!!

Massimo Giancani

Cer­co di esse­re più chia­ro: come mai secon­do te alla bat­te­ria Pat Methe­ny ha avvi­cen­da­to più bat­te­ri­sti, sosti­tuen­do addi­rit­tu­ra Paul Wer­ti­co con Anto­nio San­chez? Sem­bra­va un soda­li­zio più dura­tu­ro con il pri­mo da me cita­to! Per non dimen­ti­car­si poi il lavo­ro fat­to con Brad Mel­d­hau con il Nostro. Secon­do me io ho un opi­nio­ne in meri­to: in you­tu­be gira parec­chio mate­ria­le di pia­ni­sti che si rifan­no a Lyle Mays, for­se mi sba­glio ma è una mia impressione.

Franz

Me lo sono sem­pre chie­sto anch’io. Non cono­scen­do abba­stan­za l’uo­mo Pat non rie­sco però a dar­mi una rispo­sta. Anche l’ul­ti­mo con­cer­to che ho visto, cir­ca tre anni fa, mi ave­va lascia­to con l’a­ma­ro in bocca.
Paul Wer­ti­co è bra­vo, nien­te da dire. Un oro­lo­gio! Ma non toc­ca le scar­pe a Dan Got­tlieb. E Mark Egan… beh, lui non ha egua­li secon­do me.
Il grup­po di Ame­ri­can Gara­ge e poi anche di As Falls Wichi­ta, secon­do me è sta­to il meglio, anche se album come The Secret Sto­ry han­no dav­ve­ro lascia­to il segno.
No, dav­ve­ro, il per­chè del­l’av­vi­cen­da­men­to di tan­ti arti­sti (esclu­so Lyle Mays, che cre­do riman­ga asso­lu­ta­men­te inso­sti­tui­bi­le) mi è oscuro.

Massimo Giancani

Cer­to Secret Sto­ry è un’al­tra cosa, for­se il più bel­lo per ciò che con­cer­ne il Suo sti­le, anche se io con­si­de­ro The way up l’o­pe­ra post-jazz più com­piu­ta. Gli album che hai cita­to te non li cono­sco a livel­lo di ascol­to. Cmq per usci­re allo sco­per­to dicia­mo come uten­te musi­ci­sta ti dico che sono pia­ni­sta e mi rifac­cio anche se in modo più ele­men­ta­re e sem­pli­ce allo sti­le di Lyle Mays, solo che mi sto approc­cian­do alla Sua tec­ni­ca da cir­ca tre anni e non ti nascon­do che sto aven­do non poche dif­fi­col­tà a distri­car­mi dai vari cen­tri tona­li det­ta­ti dal­la tec­ni­ca del pia­ni­smo espan­so di Lyle Mays (per­do­na il riper­si del­le paro­le sigh sigh). In ogni modo ti rin­gra­zio per gli input inno­va­ti­vi che mi hai dato nel rispon­de­re ai mie post pre­ce­den­ti. Ciao e buon lavoro(si può dire???) 🙂

Franz

Cer­to che si può dire… ed è anche mol­to gradito!
Si, Lyle Mays è vera­men­te un alie­no, su qua­lun­que tipo di tastie­ra. Sul pia­no­for­te diven­ta un alie­no pure extradimensionale.
In ogni modo vera­men­te ti sug­ge­ri­sco l’al­bum “As Falls Wichi­ta… so Falls Wichi­ta Falls” (que­sto è il chi­lo­me­tri­co tito­lo com­ple­to). C’è una lun­ghis­si­ma sui­te di cir­ca 25 minu­ti, in cui le solu­zio­ni armo­ni­che denun­cia­no chia­ra­men­te pro­prio quei cen­tri tona­li di cui par­li, anche se sono arran­gia­ti e quin­di armo­niz­za­ti tra più stru­men­ti. Ma se ascol­ta­ta pro­prio dal pun­to di vista del­l’ar­mo­nia in sen­so lato for­se ti potreb­be aiu­ta­re nel­la tua ricerca.
Buo­na gior­na­ta e buon lavo­ro a te.