Ricerca della verità: superare un limite. Anzi, no: perforarlo.

Saba­to ho avu­to una del­le più gros­se e sfac­cia­te for­tu­ne del­la mia vita. Ero lì men­tre Franz supe­ra­va un limi­te. Ed è sta­to uno dei momen­ti più bel­li del­la mia vita. Per qual­che secon­do infat­ti ho spe­ri­men­ta­to una pos­si­bi­li­tà di esse­re total­men­te diver­sa da quel­la che è dato vive­re abi­tual­men­te

No, non mi sono sdop­pia­to e non sof­fro di schi­zo­fre­nia. E’ un modo natu­ra­le di rife­rir­si a quel­la par­te di se’ che si rie­sce ad osser­va­re. In ter­za per­so­na, in quan­to appun­to vie­ne vista con distac­co

Ave­vo un appun­ta­men­to a Can­nes in mat­ti­na­ta, dopo­di­che mi sono ritro­va­to libe­ro per il resto del giorno. 

Da tem­po sta­vo cer­can­do il modo di supe­ra­re un limi­te che mi sta­va par­ti­co­lar­men­te sul­le pal­le: la pau­ra del­le pie­ghe in moto. Non che non ne faces­si, ma c’e­ra sem­pre quel disa­gio, quel­la ten­sio­ne, che mi impe­di­va­no di fare del­le cur­ve come dio coman­da, e quin­di di fat­to anche di soste­ne­re per­cor­si impe­gna­ti­vi a velo­ci­tà significative. 

Ricor­da­vo di una stra­da, pro­prio sopra Can­nes, cir­ca sei chi­lo­me­tri di misto medio, con cur­ve a gomi­to, tor­nan­ti ma anche cur­ve mor­bi­de e pro­gres­si­ve alter­na­te a ret­ti­li­nei di qual­che cen­ti­na­io di metri. L’i­dea­le insom­ma per eser­ci­ta­re stac­ca­te e “ribal­ta­men­ti” del mez­zo. Ho pre­so al volo l’oc­ca­sio­ne e mi ci sono diretto.

Qui è entra­ta in gio­co la pri­ma del­le tre “K” fon­da­men­ta­li nel­la vita: il Kulo! Tem­po per­fet­to, un po’ fre­sco ma sec­co, asfal­to più che decen­te e pra­ti­ca­men­te zero traf­fi­co

Al pri­mo giro sui sei chi­lo­me­tri in que­stio­ne, non ho fat­to nul­la, sem­pli­ce­men­te ho guar­da­to quel­lo che mi acca­de­va. I rifles­si con­di­zio­na­ti, i movi­men­ti auto­ma­ti­ci, dove anda­va il peso del cor­po, in che posi­zio­ne mi met­te­vo rispet­to al mez­zo; e natu­ral­men­te la pau­ra.polveregc5ji31

Pau­ra sot­to for­ma di dif­fi­den­za, di mol­te scu­se che mi davo per non spin­ge­re sul­l’ac­ce­le­ra­to­re e non pie­ga­re quel­la fot­tu­ta moto.

Una pau­ra si è rive­la­ta fon­da­men­ta­le: quel­la che il tre­no poste­rio­re potes­se sci­vo­la­re duran­te una pie­ga e sbat­ter­mi per ter­ra insie­me al mio uni­co mez­zo di loco­mo­zio­ne. Il tut­to nel cuo­re del­la pro­ven­za su una stra­da pres­so­che deser­ta

Indi­vi­dua­ta la pau­ra fon­da­men­ta­le, è entra­ta in azio­ne la secon­da del­le tre “K”: la Kon­cen­tra­zio­ne. Ho riper­cor­so la stra­da in sen­so inver­so, ma que­sta vol­ta man­te­nen­do una mira: quel­la di pie­ga­re la moto un po’ di più ad ogni cur­va. Sen­za dar­mi del pir­la se non ci riu­sci­vo e sen­za dar­mi del dio se inve­ce glie­la facevo. 

Ho così riper­cor­so i sei chi­lo­me­tri in con­cen­tra­zio­ne, pen­san­do solo a spin­ger­mi al limi­te del­la mia pau­ra e… un po’ più in là. Non tan­to, solo un poco, riu­scen­do una cur­va si e tre no, ma sen­za giu­di­zio su quel­lo che riu­sci­vo a fare. 

Al ter­zo giro è suc­ces­so qual­co­sa. Ho sen­ti­to come una scos­sa all’in­ter­no e improv­vi­sa­men­te del­la pau­ra non è rima­sta alcu­na con­se­guen­za.

Anco­ra pre­sen­te nel­la sua esi­sten­za intrin­se­ca, la pau­ra non ave­va più alcu­no spes­so­re, come dis­sol­ta. Ho avu­to la sen­sa­zio­ne di aver “buca­to” qual­co­sa. Come un uomo immer­so sot­to una calot­ta di ghiac­cio che, a furia di capoc­cia­te, esca di col­po con la testa all’a­ria aper­ta

Ho ini­zia­to ad acce­le­ra­re e ad incli­na­re la moto sem­pre di più, di più, di più, fino a che sono arri­va­to a toc­ca­re ter­ra con una mano… e rac­co­glie­re un sas­so.

Quel sin­go­lo istan­te si è dila­ta­to, in una velo­ci­tà per­cet­ti­va del tut­to inu­sua­le e in una per­ce­zio­ne espan­sa del mio cor­po, del­la moto, del­la stra­da, del­l’a­sfal­to, del­la natu­ra tut­to attor­no e di quel­la al mio inter­no; dei mec­ca­ni­smi moto­ri quan­to di quel­li emo­ti­vi e men­ta­li

Era tut­to… alli­nea­to. Cor­po, men­te ed emo­zio­ni tut­te assie­me. E qual­cu­no a guar­da­re tut­to que­sto men­tre acca­de­va.

For­se un sal­to d’ot­ta­va. For­se no. Ma alla fine: che impor­ta? La sen­sa­zio­ne che ho pro­va­to è sta­ta la più bel­la del­la mia vita. 

E anco­ra oggi qual­co­s’al­tro pro­se­gue a lavo­ra­re, come se quel­l’e­spe­rien­za non fos­se con­clu­sa ma aves­se mes­so in moto mil­le altri per­cor­si, mil­le altre con­se­guen­ze.

Una fra tut­te, un nuo­vo osser­va­to­re.

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12 Commenti
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Sting

Leg­ge­re que­sto post mi ha infu­so gio­ia e ottimismo.
Gio­ia, per­ché cre­do fer­ma­men­te che quan­do qual­cu­no supe­ra un limi­te, fa un sal­to in “avan­ti”, crea come del­le onde con­cen­tri­che “posi­ti­ve”, che si dif­fon­do­no intor­no… e dio sa quan­to ce ne è bisogno!
Otti­mi­smo, per­ché se ce l’hai fat­ta tu, e con­si­de­ra­to che doma­ni mon­te­rò in paio di Pilot Road nuo­ve di zecca…
Ci vedia­mo in Val Trebbia!!

Franz
Reply to  Sting

Hei! Okkio alla pen­na, cer­vel­lo col­le­ga­to e non fare il pirla!

Yellowkid

Eh, ma la ter­za K???

the_highlander

Bel­lis­si­mo!

Franz
Reply to  the_highlander

Thanks!

jakarta

Ciao, che moto hai? A che velo­ci­tà sei riu­sci­to a rac­co­glie­re il sasso?

jakarta

pec­ca­to che sia un bmw e non una yamaha 😀

Com­pli­men­ti per il blog, otti­mi gl’ar­ti­co­li, ma il più del­le vol­te biso­gna fare una trian­go­la­zio­ne del­le noti­zie dei vari gior­na­li, per capi­re cir­ca la veri­tà dei fatti.
Buon lavoro 🙂

ps: Usi linux?

Franz
Reply to  jakarta

Se pen­si che pri­ma ave­vo una Harley…;)
Gra­zie per i complimenti.
In effet­ti la trian­go­la­zio­ne è uti­le, ma poi alla fine ti toc­ca anche giron­zo­la­re parec­chio sul­la rete pri­ma di arri­va­re ad ave­re un’i­dea di come stan­no le cose.
Linux lo uso poco, pur­trop­po la mag­gior par­te dei miei clien­ti usa windows.

primularossa

Miii, ma pro­prio con la moto e con il rischio di spac­car­ti dove­vi supe­ra­re il limi­teee?? Ah ah ah ah!!