Pensieri in corsa

Son­no che vie­ni, che spi­ri sul capo come ven­to leggero,
ebbrez­za di mare, di sale non sen­to il sapore,
le sar­tie che tre­ma­no appena,
bonac­cia che sem­bra ma for­se è tempesta,
per­chè quel­la che vie­ne non è altro che lotta,
al gran­de dinie­go come ombra sul cie­lo di notte,
mi rag­giun­ge, mi copre,
fin­to tepo­re nel silen­zio totale
che pre­me alle tem­pie e spin­ge il pen­sie­ro in mil­le sentieri,
dia­spo­ra folle.

Il male si pla­ca, si fer­ma, qual­co­sa risale,
nel cuo­re si allar­ga il pul­sa­re di un sen­so perduto,
pe poco zit­ti­to dal ven­to del sè fino­ra protetto,
ma ora l’a­ni­ma ripren­de il suo piede,
impo­ne il suo gri­do e non rega­la l’o­blio se non per istanti,
ruba­ti al san­gue di pas­so, al rom­bo silente,
alla nota che sten­ta a gua­da­gna­re un presente.
Si espan­de nel ven­tre un ron­zio di api furenti,
al tat­to la sera ha per­so il suo tocco.
Il cor­po sdra­ia­to pare quel­lo di un’altro,
e die­tro la schie­na un tre­mo­re nascosto
annun­cia la fine di tut­to il processo.

Fini­sce l’an­go­scia, dis­sol­ve nel nero
la vita lascia­ta, pro­se­gue nel sogno,
regi­sta impaz­zi­to di quan­to sopito,
e a trat­ti ria­pro le col­tri dinnanzi,
solo per ricor­da­re che anco­ra non è anda­to il sapore,
l’a­ma­ro toc­ca­re, il mero tornare
che acqui­sta dirit­to come di stir­pe regale.
Ma è solo un trat­to, una pau­sa, una tregua,
il son­no ripren­de la corsa,
casca­ta di buio nel lago del piombo.
Ma là nel­la lan­da che silen­zio­sa mi atten­de non c’è dife­sa nè oblio,
e quan­do ria­pro la stra­da del giorno,
riav­ver­to sol­tan­to un’al­tra puntata,
in un’al­ba di neb­bia, un solo rumore:
il sini­stro fru­scio del silen­zio che fugge.

Con­di­vi­di
3 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Alberto

Ecco, devo dire che que­sta è una poe­sia che mi pia­ce. Usi lo stream of con­sciou­sness… dav­ve­ro toc­can­te. Complimenti!

Raffy

Nel­l’om­bra del ven­to, qual sole ritroso,
nascon­di il tuo volto.

Mostra­mi alme­no il tuo cuore,
aman­te silente 

Bru­cia­mi den­tro, come fuo­co impietoso
ma non lasciar­mi mai sola.

Ti pre­go dam­mi il calore,
mio sole lucente.

Pericle

Franz, io non ne capi­sco mol­to di poe­sia. Ma cre­do che non sia solo sin­te­si l’o­biet­ti­vo di que­sta for­ma d’ar­te. Un con­to pos­so­no esse­re gli aiku o un afo­ri­sma, come quel­li di w58, o come quel­lo che ho let­to di Tri­sme­gi­sto. Ma… resi­sti. Cre­do che tu abbia qual­che pos­si­bi­li­tà. Inol­tre mi pia­ce­reb­be capi­re cosa al tuo inter­no abbia gene­ra­to que­ste paro­le. Col­go un peso, una stan­chez­za e una man­can­za di dife­sa nel­le tue paro­le. Direi che potre­sti scri­ver­ne qual­cu­n’al­tra. Che ne dici?